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Botte in centro storico, un uomo in prognosi riservata. La Polizia locale arresta l’altro per tentata estorsione e lesioni

È successo in piazza di Santa Sabina, che si apre su via delle Fontane, poco dopo le 17:00. I due soggetti italiani hanno litigato, poi uno è passato dalle parole alla violenza. Il ferito è stato trasportato al Galliera in codice giallo, poi le sue condizioni sono apparse molto più gravi del previsto e i medici si sono riservati la prognosi

Sul posto è intervenuto il personale del Gruppo Operativo Contrasto Stupefacenti del nucleo Centro Storico dell’Unità territoriale Centro, che era in zona in pattuglia, che ha fermato l’uomo che ha picchiato l’altro. Il ferito è stato soccorso dal 118 con l’ambulanza della Croce Verde Genovese che lo ha trasportato con diverse lesioni al pronto soccorso dell’ospedale Galliera in codice giallo, di media gravità e in stato di alterazione psicofisica. Lì, però, i medici si sono resi conto che le sue condizioni erano molto più gravi del previsto e si sono riservati la prognosi.

La Polizia locale ha fermato e trasferito l’aggressore nella sede di piazza Ortiz, quindi, dopo averne dato comunicazione al magistrato di turno Gabriella Dotto, lo ha arrestato per tentata estorsione e procurate lesioni e tradotto nel carcere di Marassi.

«Il disagio diffuso aumenta vertiginosamente e tutti ne sono consapevoli – commenta Christian Spadarotto, presidente dell’associazione “Via del Campo e Caruggi” -. L’attività delle forze dell’Ordine è finalizzata al contenimento delle emergenze che ogni giorno si rafforzano mettendo a rischio tutti, inclusi gli stessi agenti. Mi chiedo come si possa pensare ad una rigenerazione del Centro Storico quando la realtà è caratterizzata da una deriva sociale così fortemente condizionante.Quando chiediamo di coordinare gli interventi in modo differente, quando chiediamo il coinvolgimento di tutti gli uffici “secondari”,quando chiediamo un piano generale di progettazione lungimirante, intendiamo altro».

«Il degrado che attraversa la zona “meno classica” del centro storico, Prè e Campo, si può fermare a partire da ciò che esiste già e che diverrebbe una risorsa se finalmente si occupasse del territorio che occupa: Università, Palazzo Reale e Comune – commenta Ornella Cocorocchio, dell’associazione “La Coscienza di Zena -. La prima aprendo i portoni retrostanti dei suoi numerosi palazzi, quelli che danno in via del Campo e Piazza Vittime, il secondo permettendo che i tanti locali su via Prè diventino attività commerciali se sgomberati finalmente da depositi collocabili altrove. Infine il Comune, finora con capacità di reazione pressoché nulla di fronte al disgregamento sociale in atto da decadi. A ognuno di loro occorre ricordare la “teoria delle finestre rotte” quella per cui se si trascura l’ambiente urbano si trasmettono segnali di disinteresse e abbandono: l’ordine pubblico è qualcosa di molto fragile e se non si ripara tempestivamente la prima finestra rotta presto seguiranno tutte le altre. È quello che è accaduto a Prè».

Qualche giorno fa gli abitanti di Pré avevano presentato un esposto in Questura, corredato di 127 firme tra quelle di residenti e commercianti.

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