«Nell’ex ghetto in piena notte, tra mercato abusivo e tossicodipendenti, a 50 metri dal nuovo hotel a 5 stelle»

La denuncia del presidente dell’Associazione via del Campo e Caruggi, Christian Spadarotto: «Forse sarebbe il caso di rivedere o riscrivere un progetto di recupero generale che abbia un senso collettivo»

Dopo la delocalizzazione in Valpolcevera del mercatino di cose usate, dopo anni di controlli e interventi della Polizia locale, tutto è tornato come prima. Perché le soluzioni “muscolari” possono essere un cerotto immediato e, per quanto impegno vi si profonda, non possono essere la cura. Il trasferimento del mercato in una struttura organizzata, ma lontana dal centro storico, ha permesso anche a molti venditori di migliorare le proprie condizioni, ma taglia fuori gli irregolari, gli ultimi. Che cercano altri sbocchi per riuscire a mangiare.
Questa è la cronaca di quanto è accaduto la scorsa notte, come molte altre notti, nell’ex ghetto ebraico, nel centro storico. A raccontare è il presidente dell’Associazione via del Campo e Caruggi, Christian Spadarotto, che qualche giorno fa ha guidato una delegazione dei comitati e dei commercianti della città vecchia dal prefetto Renato Franceschelli per chiedere un maggior impegno delle forze di Polizia

Domenica 23 Luglio, ore 04:30
Vico Adorno, Ghetto.
La sintesi del disagio.
Da un lato il mercatino di emarginati che vendono a 1 euro oggetti recuperati nei bidoni della spazzatura quando il quartiere dovrebbe riposare.
Dall’altro un drappello di giovanissimi tossici che 24 ore al giorno fumano il crack.
Una situazione fuori controllo a 50 metri dal nuovo hotel 5 stelle.
Forse sarebbe il caso di rivedere o riscrivere un progetto di recupero generale che abbia un senso collettivo.
Il progetto di recupero del centro storico sta mostrando tutti i propri limiti. Sul fronte della sicurezza, sul fronte della vivibilità, nonostante il grande impegno della Polizia locale. Ma qui serve una cura e non basta un cerotto. Serve l’intervento di tutti i soggetti, serve un progetto sociale, serve che gli interventi di recupero non restino solo progetti sulla carta che non partono mai. Per tutti gli abitanti della città vecchia. Anche “gli ultimi”.
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