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La denuncia della Cgil: «35 milioni tolti dalla Regione al finanziamento a garanzia dei livelli essenziali di assistenza»

Il sindacato: «In Liguria c’è una parte di popolazione che non riesce più a curarsi: liste di attesa ingiustificate e insopportabili per alcuni servizi di diagnostica, permanenze improprie ai pronto soccorso, cittadini costretti ad operarsi fuori regione, tutti elementi che determinano una condizione di forte disagio e alla quale bisogna porre rimedio»

La Cgil si dice preoccupata «per i 35 milioni di euro tolti dalla Regione Liguria al finanziamento a garanzia dei livelli essenziali di assistenza e destinati a coprire i buchi di esercizio dell’anno precedente».

«È necessario che si convochi subito un tavolo con le Organizzazioni sindacali per fare chiarezza su come questa variazione di bilancio inciderà sulla condizione oggettiva delle persone – dicono al sindacato -. I livelli essenziali di assistenza sono necessari per garantire alla popolazione il diritto e l’accesso alla cura e all’assistenza che, proprio in questo momento, dovrebbero essere rafforzati e resi fruibili su tutto il territorio regionale».

Con 19 voti a favore (maggioranza) e 11 contrari è stato approvato il Disegno di legge 152 “Modifica all’articolo 10 della Legge regionale n.13 del 9 agosto 2021, (Impostazione delle misure finalizzate all’attuazione della ripresa e resilienza ligure)”.

Il provvedimento modifica l’articolo 10 relativo alle misure di efficientamento del Servizio Sanitario Regionale che, per attuare il Piano di risposta al fabbisogno sanitario post Covid 19 e sostenere la spesa sanitaria corrente, ha previsto l’istituzione di un Fondo Integrativo aggiuntivo destinato alle aziende ed enti del Servizio Sanitario Regionale. L’intervento normativo integra lo stesso articolo 10 stabilendo che nel caso in cui, in sede di determinazione del risultato di esercizio delle aziende ed enti del Servizio Sanitario Regionale, a chiusura dell’esercizio precedente emerga un disavanzo, le risorse dello stesso Fondo Integrativo aggiuntivo corrente per l’esercizio di riferimento vengano ridestinate, in tutto o in parte, alla copertura del disavanzo dell’esercizio precedente. Il disegno di legge prevede, come prima applicazione, l’utilizzo delle risorse del Fondo integrativo aggiuntivo per l’anno 2023 a copertura del disavanzo dell’esercizio 2022 delle aziende ed enti del Servizio sanitario regionale per un totale di 35 milioni.

Lilli Lauro (Cambiamo con Toti presidente), presidente della I Commissione Affari generali, istituzionali e Bilancio, ha illustrato la relazione di maggioranza. «Con questo provvedimento la Regione intende rispondere all’esigenza di consentire alla Giunta regionale la possibilità di effettuare le variazioni di bilancio – ha spiegato – necessarie a fornire la copertura ad eventuali disavanzi sanitari, in ottemperanza del decreto legislativo 502 del 1992 e della legge 311 del 2004. L’intervento normativo, più nel dettaglio, incide sull’articolo 10 della legge regionale n.13 che ha previsto l’istituzione di un Fondo Integrativo aggiuntivo corrente, destinato alle aziende e agli enti del Servizio sanitario regionale volto a dare attuazione al Piano di risposta al fabbisogno sanitario post Covid-19 e a sostenere la spesa sanitaria corrente». Il presidente ha quindi spiegato le finalità del disegno di legge: «L’intervento prevede, quale prima applicazione, l’utilizzo delle risorse del Fondo integrativo aggiuntivo per l’anno 2023 a copertura del disavanzo dell’esercizio 2022 delle aziende e degli enti del Servizio sanitario regionale. In sede di esame da parte della I Commissione – ha aggiunto – sono stati presentati ed esaminati quattro emendamenti del consigliere Stefano Balleari (Fratelli d’Italia), che introducono modifiche alla legge regionale 4 del 2022,  sulla disciplina dell’organizzazione amministrativa e della dirigenza diRegione Liguria, per adeguare il testo normativo alle previsioni del CCNL 2019- 2021 del comparto Funzioni Locali in relazione alla possibilità di delegare l’esercizio di funzioni dirigenziali, implicante anche la firma dei provvedimenti finali, ai titolari di incarichi di elevata qualificazione, colmando, altresì, un vuoto normativo esistente». Il presidente della I Commissione ha ricordato che l’articolato del disegno di legge è stato esaminato dalla stessa Commissione nella seduta di ieri e, dopo una approfondita discussione, è stato approvato insieme agli emendamenti ad ampia maggioranza e ha auspicato l’approvazione da parte del Consiglio regionale.

Enrico Ioculano, vicepresidente della I Commissione Affari generali, istituzionali e Bilancio, ha illustrato la relazione di minoranza e ha definito il testo «il risultato da una tardiva politica sanitaria portata avanti negli ultimi otto anni dalla giunta regionale». Nello specifico Ioculano ha spiegato: «Queste disposizioni sono necessarie come misura emergenziale per impedire, in sede di verifica al Tavolo degli adempimenti regionali (Tavolo Adduce), la certificazione del disavanzo sanitario per il 2022 e l’avvio delle procedure che, in assenza di altri strumenti di copertura quali tagli alle spese correnti non sanitarie, hanno come esito l’innalzamento al massimo livello delle aliquote fiscali locali IRPEF e IRAP». Secondo il consigliere «lo scenario che ha condotto alla necessità di adottare questa misura è la presa d’atto nel 2022 dell’impossibilità di riuscire a governare la dinamica dei costi di produzione dei servizi e l’incapacità di arrestare l’emorragia della mobilità passiva, che sottrae risorse al finanziamento statale del sistema ligure. Contrariamente agli esercizi precedenti, infatti, il disavanzo registrato per il 2022 – ha precisato – ha già “bruciato” le risorse fiscali derivanti dal gettito delle imposte di competenza del 2022 che, evidentemente, sono incapienti rispetto alla dimensione dello scostamento tra risorse disponibili e spese al quale occorre dare copertura. Copertura che, quindi, deve essere integrata con le risorse che deriveranno dal gettito impositivo ligure del 2023 e che è possibile anticipare soltanto attraverso questa modifica legislativa». Ioculano ha rilevato, infine, che quanto viene proposto potrebbe essere oggetto di censura per l’idoneità di risorse future non accertate alla copertura di disavanzi consolidati di anni precedenti, da parte del Governo e in sede europea.

Sergio Rossetti (Pd-Articolo Uno) ha chiesto all’attuale assessore alla Sanità Angelo Grattarola quali misure adotterà per scongiurare l’aumento dell’aliquota regionale Irpef per recuperare i 35 milioni impegnati nel disegno di legge per coprire il disavanzo 2022.

Luca Garibaldi (Pd-Articolo Uno) ha ribadito le perplessità espresse dal collega del gruppo confermando il parere contrario circa l’utilizzo dei 35 milioni per sanare il disavanzo 2022.

Roberto Centi (Lista Ferruccio Sansa presidente) ha ricordato che occorrono fondi per attuare misure per contrastare la mobilità sanitaria passiva e ha paventato che la sottrazione di 35 milioni provocherà un calo delle prestazioni sanitarie.

Fabio Tosi (Mov5Stelle) ha chiesto al presidente della giunta con delega al Bilancio Giovanni Toti e all’assessore alla sanità Angelo Gratarola come sarà colmato lo spostamento di fondi e se la manovra finanziaria di fine anno imporrrà nuove imposte.

Roberto Arboscello (Pd-Articolo Uno) ha domandato, retoricamente, se si tratti di un disavanzo sanitario 2022 contingente o strutturale precisando che, quando il pareggio è stato raggiunto, è avvenuto solo risparmiando sulle prestazioni.

Gianni Pastorino (Linea Condivisa) ha sottolineato le carenze dell’assistenza nei reparti di pronto soccorso, la mobilità sanitaria passiva e il ricorso crescente alla sanità privata. Il consigliere ha chiesto più capacità previsionale da parte della giunta. 

Il presidente della giunta con delega alla sanità Giovanni Toti ha rigettato buona parte delle critiche della minoranza: «Il dibattito in aula sui temi sanitari dovrebbe sempre tenere conto dei dati di realtà. L’operazione che viene portata avanti oggi – ha precisato – è stata fatta da molte altre Regioni negli ultimi mesi, e in modi assai più significativi, ed è semmai il segnale che la giunta adotta una politica di bilancio assai attenta». Il presidente ha precisato: «Il disavanzo dipende dalla gestione dei tre governi centrali precedenti a quello attuale in quanto l’aumento dei costi energetici ha inciso sulle spese, ma non c’è stato un ristoro adeguato, così come per i costi aggiuntivi determinati dal Covid, dall’inflazione e dal rincaro delle materie prime». Secondo il presidente Toti «è stata la sequenza di più fattori a incidere sul bilancio della sanità, che ha comportato per le Regioni un impegno economico superiore a quello che è stato poi ristorato con manovre specifiche». Toti ha poi ricordato alcune manovre finanziarie per riequilibrare i conti della sanità ligure messe in atto dalle precedenti giunte, che hanno coinvolto anche ARTE. «La Liguria – ha concluso – non fa eccezione nella gestione della sanità italiana, non è sfasciata e ci vorrebbe più prudenza per descrivere la situazione perché la retorica un po’ distruttivista non aiuta a risolvere i problemi in quanto la sanità, che è un patrimonio comune, va affrontata in modo equilibrato».

«Togliere 35 milioni di euro destinati ad assicurare i servizi sanitari da erogare nel 2023 per coprire i disavanzi degli anni passati, è l’ennesima prova della cattiva gestione della Sanità ligure da parte della Giunta Toti». Così i consiglieri regionali della Lista Sansa, Ferruccio Sansa, Roberto Centi e Selena Candia dopo la discussione nel Consiglio di oggi del disegno di legge sul tema del consigliere del Pd, Enrico Ioculano.

«Sarebbe come dire che siccome io non ho i soldi per coprire le spese di riscaldamento di casa mia quest’anno, prendo la cifra dall’anno prossimo, ma l’anno prossimo poi non avrò possibilità di riscaldarmi e allora o tengo il riscaldamento spento o utilizzerò lo stesso artifizio per l’anno successivo – commenta Roberto Centi -. Il problema che vorrei porre è: questi 35 milioni che rischiano di ricadere in maniera negativa sui livelli delle prestazioni saranno presi da un ulteriore calo delle prestazioni garantite oppure dovremo assistere l’anno prossimo ad una norma analoga che scaricherà sul 2024 quanto mancherà nel 2023?».

Dello stesso avviso i consiglieri Ferruccio Sansa e Selena Candia che pongono l’attenzione su alcuni problemi mal affrontati in tema sanitario dalla Giunta Toti in questi anni: «Già oggi per le difficoltà di erogare servizi sanitari pubblici in tempi accettabili molti liguri si rivolgono ai privati, se possono permetterselo, oppure se non hanno la possibilità economica non si fanno proprio curare – sottolineano Sansa e Candia -. In questo quadro è assai preoccupante pensare che nel 2023 verranno sottrati 35 milioni di euro di servizi sanitari per coprire disavanzi degli anni passati».

«Occorre sottolineare che sotto il profilo contabile quanto proposta dalla Giunta rischia di essere oggetto di contestazione a livello nazionale ed europeo – concludono i consiglieri della Lista Sansa -. La Giunta Toti è meglio che anziché cercare artifizi contabili inizi a porre rimedio in modo concreto all’ emorragia della mobilità passiva, che continua a pesare in modo significativo sul bilancio regionale».

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