Il comandante CC della stazione Maddalena, Giuseppe Cotugno, trasferito a Sampierdarena. Il centro storico si ribella


Luogotenente “carica speciale”, dal 2006 nella stazione di via al Ponte Calvi che dirige dal 2011, una certezza per i cittadini, all’attivo centinaia di arresti con la sua squadra (nel 2017 ricevette un encomio per aver effettuato 140 arresti in due anni), dal 1º maggio è destinato a comandare la stazione nel Centro Ovest. Lettera al Prefetto dei commerciati e appello dai comitati dei residenti: «Non portatecelo via».


Giuseppe Cotugno c’è. C’è sempre stato e non si ricordano né giornata di festa né orario in cui un cittadino si sia rivolto alla stazione che comanda e non lo abbia trovato, disposto a intervenire subito su ogni piccola o grande emergenza relativa alla sicurezza della città vecchia. Lui conosce a menadito ogni carruggio della sua area di competenza, da piazza Banchi a via Pre’, ogni persona che incrocia “dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi”, ogni possibile nascondiglio dei pusher, ma anche ogni comunità, che sia italiana o straniera, perché a volte (anzi, molto spesso) la soluzione ai problemi di sicurezza è anche sociale. Ciò non toglie che abbia fatto tintinnare le manette tutte le volte che è servito, facendo fronte alle peggiori situazioni di microcriminalità (e non solo micro) e spaccio di un’area fragile e complessa, probabilmente la più fragile e complessa da Roma alle Alpi.

È un posto “particolare” l’area della stazione Maddalena dei Carabinieri. Difficile anche solo farsi accettare dalla varia umanità – dal professore universitario alla persona seguita dai servizi sociali – che vi incrocia. Conquistare la stima, la fiducia della gente, qui è una missione assai complessa. Eppure il luogotenente Cotugno c’è riuscito, sul campo, per strada, insieme ai suoi uomini. Proprio essendoci sempre, per chiunque avesse bisogno del suo operato, per ogni situazione in cui la sicurezza è venuta a mancare. Un baluardo per i cittadini di Pré e del Ghetto, una certezza per i commercianti di Sottoripa, eternamente assediati da malviventi di ogni tipo.


Cotugno è il tipo che ti dice, se glielo chiedi, di avere, sì, un diploma, glissando poi su tutto il resto. È “solo” un sottufficiale, in fondo. Anche se al grado più alto possibile. Poi, quando gli conferiscono l’onorificenza di Cavaliere del Lavoro, scopri dalla mail della Prefettura alla stampa che ha un paio di lauree e un master. È uno che per fare meglio il suo lavoro si è messo a studiare l’arabo per capire quello che dicono certi pusher, ma anche i sani rappresentanti delle comunità straniere di quell’area. Quanti sarebbero stati disposti a farlo per amore del proprio lavoro? Il suo successo non è nei numeri degli arresti (comunque elevatissimi), ma nell’essere stato in grado di riuscire a dialogare e di a guadagnarsi la fiducia di tutti i residenti, di qualsiasi etnia, credo religioso, colore politico.
Prima della pandemia fu invitato a incontrare il Marabu (massima autorità religiosa della comunità islamica mouride senegalese) e, quando capì che molti senegalesi stavano entrando nel mercato della droga, andò a parlare di integrazione nella moschea senegalese di vico Sant’Antonio. Col suo trasferimento, tutti questi contatti andranno persi. E non è tanto una questione di chi verrà dopo di lui, che magari è persona valida, ma di esperienza che con il trasloco a Sampierdarena andrà persa al centro storico.
Chiunque viva e lavori nella città vecchia lo sa ed è per questo che, non appena la notizia del trasferimento del luogotenente Cotugno ha cominciato a girare, c’è stata una vera e propria alzata di scudi. Nei giorni scorsi il presidente dell’associazione “Via del Campo e Carruggi”, Christian Spadarotto, era andato a parlare con i superiori del luogotenente, per cercare di spiegare il valore della persona e dell’esperienza per la gente della città vecchia, per chiedere di ripensare alla decisione presa, tra l’altro, in un momento molto difficile del centro storico sul fronte della sicurezza. Non è servito.
Oggi il Civ Ripa Maris, presieduto da Giovanni Steri, ha inviato e reso pubblica una lettera al prefetto Renato Franceschelli: «Negli anni trascorsi – vi si legge – abbiamo avuto modo di apprezzare l’attaccamento ai compiti istituzionali e l’impegno nell’espletarli del sottufficiale dell’Arma. Il centro storico presenta gravi problemi di convivenza con il malaffare radicato nonostante l’impegno quotidiano delle autorità. Per fare in modo che questo impegno possa continuare chiediamo che Cotugno resti alla Maddalena».
Sulla questione trasferimento torna anche il rappresentante dei cittadini della zona, Spadarotto, che con i membri della sua associazione è solitamente ben lontano da posizioni di sterile mugugno e organizza moltissime iniziative per il recupero e il rilancio della zona: «Chiediamo ancora una volta che l’Arma ripensi al trasferimenti del Luogotenente Cotugno – dichiara il presidente dell’associazione “Via del Campo e Carruggi” -. Per tutti noi rappresenta un tutore dell’ordine molto preparato, oltre a conoscere perfettamente luoghi e “meccanismi” della criminalità del centro storico, contro il quale ha lottato con forza e impegno, garantendoci, per quanto in una situazione generalmente difficile, quel margine di vivibilità che consente di sperare e lavorare perché la zona abbia un futuro migliore. Togliere, adesso, Giuseppe Cotugno dal comando della Stazione Maddalena ci fa temere che la situazione possa precipitare. Non vogliamo trovarci nella situazione di dover dire “ve l’avevamo detto”. Speriamo che le istituzioni, finalmente, ci ascoltino. Qualche giorno fa abbiamo chiesto al Prefetto un incontro, insieme ai vertici delle forze di Polizia, incontro che al momento ci è stato negato. Abbiamo bisogno di ascolto, di collaborazione e di non sentirci abbandonati. Se il trasferimento del luogotenente Cotugno sarà attuato ci sentiremo un’altra volta un po’ più soli e inascoltati a confrontarci con i problemi di sicurezza».
La speranza è che il Comando dell’Arma possa ripensare, in zona Cesarini, la sua decisione, anche alla luce delle testimonianze di chi il centro storico lo vive, abitandoci o lavorandoci. Che non voglia rischiare un “ve l’avevamo detto” gridato da tutto il centro storico.
In copertina: l’incontro del comandante Cotugno con il Marabu
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