Negativo il test tossicologico di secondo grado sul giovane alla guida della Vespa che ha travolto e ucciso Vincenzo Spera


Il diciottenne era risultato positivo al primo test, eseguito nell’immediatezza del tragico incidente. Sin da subito si era detta necessaria la seconda prova per verificare se l’assunzione di cannabis fosse recente e, cioè, se il ragazzo stesse guidando sotto l’effetto di stupefacenti oppure no. Il risultato del secondo test ha escluso che l’assunzione fosse così recente da influire sul comportamento alla guida

Il giovane era arrivato in ospedale, dove è stato curato per un trauma facciale dovuto alla caduta, in condizioni di lucidità e, quindi, si era ipotizzato che non stesse guidando in condizioni di attenzione limitata a causa di assunzione di sostanza psicotropa. Il secondo test, che permette di stabilire anche quanto recente sia stata l’assunzione, ha escluso che il diciottenne fosse sotto l’effetto di stupefacenti in quel momento. Il ragazzo aveva ammesso di aver fumato uno spinello nei giorni precedenti insieme ad alcuni amici, ma aveva detto che da quel momento era passato qualche giorno. Le analisi di secondo livello hanno confermato quanto da lui dichiarato.


Quella sera pioveva e il diciottenne non procedeva a velocità elevata, ma lo schianto era stato comunque mortale per il promoter musicale Vincenzo Spera, che aveva 71 anni. Proprio la pioggia e la nebbia che si era alzata proprio quella sera avrebbero ridotto la visibilità in corso Magenta, all’angolo con via Bertani.
Il ragazzo guidava una Vespa 300 di proprietà del padre che avrebbe sbagliato, al momento del rinnovo online, la data di partenza della copertura. Di fatto, lo scooter non era assicurato al momento dell’Incidente.
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