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Alla nave Geo Barents 20 giorni di fermo amministrativo e 10 mila euro di sanzione

Medici Senza Frontiere: «Le autorità italiane ci hanno appena comunicato che la Geo Barents, la nave di ricerca e soccorso di Medici Senza Frontiere, è stata raggiunta da un fermo amministrativo di 20 giorni e una multa da 10 mila euro. Stiamo valutando le azioni legali da intraprendere per contestare l’accaduto. Non è accettabile essere puniti per aver salvato vite»

«La Capitaneria di Porto di Ancona ci contesta, alla luce del nuovo decreto, di non aver fornito tutte le informazioni richieste durante l’ultima rotazione che si è conclusa con lo sbarco ad Ancona di 48 naufraghi – spiegano a MsF – La contestazione non è dunque correlata con la missione che si concluse a alla Spezia».

Il decreto Piantedosi prevede, in caso di inosservanza, sequestro per due mesi mentre il comandante può ricevere una sanzione da 10 a 50 mila euro.

Esiste l’obbligo per le navi autorizzate a far sbarcare i profughi già a bordo di fare rotta diretta verso il porto indicato dalle autorità. Mentre si dirigeva alla Spezia, la nave di Medici Senza Frontiere aveva salvato le persone a bordo di due imbarcazioni che si trovavano sulla rotta e avevano segnalato di essere in difficoltà. L’equipaggio della Msf Geo Barents aveva fatto sapere di aver segnalato al governo italiano la circostanza e di non aver ricevuto risposta. Visto che non c’era certezza che altre navi fossero nell’area, pronte al salvataggio, l’equipaggio ha imbarcato le persone che chiedevano aiuto per portarle in salvo.

Questa la ricostruzione di Medici Senza Frontiere che aveva pubblicato le informazioni in tempo reale a propositi della missione terminata alla Spezia.

«Il 24 gennaio scorso, i nostri team hanno effettuato il primo soccorso dell’ultima missione nel Mediterraneo Centrale: 69 persone da un’imbarcazione segnalata da Sea Bird 2 in acque internazionali vicino la Libia – si legge sul sito MsF -. Tra loro ci sono 9 donne e 25 minori (di cui due bambine di 5 anni). In seguito a questo primo soccorso, le autorità italiane ci hanno assegnato il porto di La Spezia come porto designato per lo sbarco dei sopravvissuti a bordo. Durante la navigazione abbiamo ricevuto un’allerta da Alarm Phone. Sulla rotta verso la segnalazione abbiamo incontrato un’altra imbarcazione in difficoltà ed effettuato il salvataggio (61 persone, tra cui 13 donne e 24 minori – il più piccolo ha meno di 1 anno). Secondo il diritto internazionale, fornire assistenza alle persone in difficoltà in mare è un obbligo legale. Un terzo rescue, del gommone segnalato da Alarm Phone, si è svolto qualche ora dopo e ha portato in salvo 107 persone, tra loro 5 donne e 36 minori». A bordo c’erano anche molti minori con le famiglie, due mamme con bimbi piccoli, di cui una di 5 mesi, e una donna incinta e a rischio aborto oltre a 74 minori non accompagnati. La contestazione ricevuta oggi da Medici Senza Frontiere non è, però, relativa all’operazione conclusasi nel porto ligure, ma a una missione successiva.

Il 31 gennaio, dopo lo sbarco a La Spezia delle 237 persone soccorse, la Geo Barents aveva fatto ritorno nel Mediterraneo Centrale per riprendere le operazioni di ricerca e soccorso.

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