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Sui siti anarchici compare una canzone che inneggia alla gambizzazione di Adinolfi e rende onore a Cospito

Audio e testo pubblicati su diversi siti di area. La canzone, sulle note di uno stornello, viene definita “canto anarchico popolate” e inneggia al ferimento dell’Amministratore delegato di Ansaldo Nucleare per cui sono stati condannati Alfredo Cospito e Nicola Gai. Cospito, in sciopero della fame da quasi quattro mesi per protestare contro il carcere duro, è stato trasferito oggi dal carcere di Opera al reparto di medicina penitenziaria dell’ospedale San Paolo di Milano perché oltre al cibo rifiuta anche gli integratori. Oggi scontri a Milano tra anarchici e forze dell’Ordine

Nicola Gai fu scarcerato nel 2020. La Corte d’Assise d’Appello di Torino al termine del processo “scripta manent” ha disposto la sua scarcerazione. In primo grado gli erano stati erano stati inflitti 9 anni di reclusione. Era il gennaio 2014. In secondo grado la pena era stata ridotta a un anno e un mese in continuazione con una sentenza precedente. Il processo “scripta manent” è stato uno dei più importanti processi contro l’eversione di matrice anarchica e ha visto 23 imputati accusati di avere dato vita alle Fai-Fri, i gruppi che dal 2003 al 2016 si sarebbero resi autori di una quantità di “azioni dirette”  – da ordigni a plichi esplosivi – contro politici, giornalisti, forze dell’ordine.

Alfredo Cospito, accusato di due attentati (oltre a quello contro Adinolfi, per cui è stato condannato a dieci anni e otto mesi di reclusione, anche quello alla Scuola Carabinieri di Fossano, senza vittime né feriti), è il primo anarchico a finire al 41-bis, il carcere duro, misura disposta nel maggio 2022 e della durata di quattro anni. È stato deciso dai magistrati perché esiste il sospetto che, attraverso le lettere, continuasse a tenere le redini dell’organizzazione anarchica.

Secondo gli investigatori, Cospito sarebbe uno dei leader della Fai, ritenuta “associazione per delinquere con finalità di terrorismo”. Per l’attentato a Fossano, quando era già in carcere per la gambizzazione del manager, Cospito era stato condannato dalla Corte d’Appello a 20 anni di reclusione per strage (per la legge non esiste la strage “tentata”, che riesca o no, viene valutata allo stesso modo). La Cassazione, però, ha rivisto la pena al rialzo ritenendo il reato “strage contro la sicurezza dello Stato”, per cui è previsto l’ergastolo ostativo, cioè che non può godere di alcun beneficio. A questo si è aggiunto il carcere duro.

L’anarchico è da quasi quattro mesi in sciopero della fame e proprio oggi è stato necessario trasferirlo nel reparto di Medicina penitenziaria dell’ospedale San Paolo di Milano perché, oltre al cibo rifiuta anche gli integratori. In quelle condizioni rischia la crisi cardiaca o un edema celebrale.

Il difensore di Cospito, a metà gennaio, aveva inviato al ministro della Giustizia Carlo Nordio la richiesta di revocare il 41 bis, ma il Ministro la ha rigettata. In un appello a Nordio, diversi esponenti del mondo dello spettacolo e della cultura avevano appoggiato la richiesta del legale dell’anarchico: «Lo accusano di aver commesso una strage più grave di quella di Capaci e via D’Amelio. Lo accusano di un attentato che però non ha causato né morti né feriti“, sottolineano gli artisti che chiedono al ministro e alle istituzioni “di intervenire prima che sia troppo tardi» si leggeva sull’appello firmato, tra gli altri, da ZeroCalcare, Valerio Mastandrea, Jasmine Trinca, Ascanio Celestini, 99 Posse, Michele Riondino, Paolo Calabresi.

Diverse manifestazioni continuano a svolgersi in diverse città italiane, Genova compresa, perché venga interrotto il carcere duro. Oggi, a Milano, la manifestazione è partita con un lancio di fumogeni verso i giornalisti e, quando le forze dell’ordine hanno cercato di fermarla con quattro cariche, è partita la sassaiola. Lanciati anche petardi e cocci di vetro. Molti danni a dehors dei locali, vetrine e veicoli posteggiati.

Ieri, sui siti di area anarchica, è comparsa la canzone che “ricorda l’evento” (cioè la gambizzazione di Adinolfi, definito «Faccia di bronzo e di guerra») e celebra l’azione di Cospito e Gai.

Il testo pubblicato è accompagnato da queste parole: «Il 7 maggio 2012 Roberto Adinolfi, importante esponente dell’industria di morte, cadeva, ferito, ai piedi di Alfredo Cospito e Nicola Gai, anarchici rivoluzionari. Questa canzone vuole umilmente ricordare l’evento»

Leggendo tra le strofe, che offendono il manager gambizzato dicendo che «non ha la coscienza e si sfama con pena degli altri» e definendolo «radioattivo sciamano», si legge anche «Terroristi ci dite e briganti/ma nessuno noi abbiamo ammazzato/quanto sangue ha invece versato/l’atomico progresso social?».

Nella penultima strofa si legge: «E tu popolo che ancora rispetti/questi boia mercanti di morte/quando verrà la crudele sorte/sarà tardi per l’insurrezion!»: una chiamata alla rivolta.

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