Centrostorico Quartieri 

Rigenerazione del centro storico, il pericolo ha due volti: le posizioni politiche strumentali e la mancanza di coordinamento tra uffici e cittadini

Dopo la Commissione in Consiglio comunale, parla Christian Spadarotto, presidente dell’associazione “Via del Campo e Caruggi”: «I rischi concreti di veder fallire questo piano sono tangibili e facilmente individuabili. Il modello dovrebbe essere quello del Patto di Sussidiarietà del Molo, con il coinvolgimento di tutti i soggetti in modo esteso»

I cittadini non vogliono vedere tirare il progetto a destra e a sinistra per ragioni ideologiche o per questioni di rappresentanza politica dei partiti nella maggioranza, senza tener conto delle reali esigenze del territorio e dicono sì alla collaborazione tra uffici comunali e con i cittadini, come già accade nel Patto di Sussidiarietà del Molo. Questi, in sintesi i punti del documento dell’Associazione Via del Campo e Carrugi che è nata da oltre un anno nella zona ovest della città vecchia per trasformare proprio in associazione operativa uno dei comitati di cittadini più attivi.

«Abbiamo partecipato alla Commissione in Consiglio comunale del 30 Gennaio 2023 – dice Spadarotto – È stato presentato l’aggiornamento sullo stato dei lavori che già conoscevamo poiché partecipiamo ai tavoli tecnici in qualità di rappresentanti di cittadini che esprimono opinioni e contribuiscono a proporre eventuali integrazioni o modifiche ai progetti rivolti (anche) ai quartieri del Centro Storico ove viviamo. Volevamo essere presenti perché eravamo molto interessati alle modalità di confronto tra le parti politiche. Ci sono stati alcuni interventi a dir poco imbarazzanti, altri molto interessanti. Crediamo che il progetto di rigenerazione del Centro Storico sia una grande occasione soprattutto per l’enorme investimento economico messo a disposizione»

«I rischi concreti di veder fallire questo piano sono tangibili e facilmente individuabili – spiega il presidente dell’associazione -. Il primo è rappresentato dalla mancanza di collegamento tra i singoli interventi e il territorio. Il coinvolgimento delle parti dovrebbe avvenire in maniere più estesa già dalle fasi di progettazione così come sta succedendo per il patto di sussidiarietà del Molo. Se questo modello fosse esteso a tutti i dieci punti previsti nel piano di rigenerazione certamente non si rischierebbe di ripetere errori come quello fatto tempo fa alla Maddalena. In più sarebbe necessario un collegamento tra tutti i comparti per immaginare un filo conduttore capace di sostenere ogni blocco senza trascurarne nessuno. Il secondo è rappresentato dalla politicizzazione dell’argomento. La discussione è necessaria, ma deve tenere conto che se il fine è quello di raggiungere gli obbiettivi a favore del territorio e dei cittadini come noi la questione non può e non deve essere strumentalizzata. Ci aspettiamo competenza, convergenza d’intenti, critiche costruttive e collaborazioni tra le parti. Saremo molto severi sul giudizio e seguiremo assiduamente i confronti tecnici. Lo faremo senza bandiere, senza preconcetti o simpatie, cercando come sempre di portare il nostro contributo propositivo. Non si può fallire, questo è certo».

Insomma, i cittadini non sono disposti a perdonare rallentamenti del progetto o flop nel raggiungere gli obiettivi causati da prese di posizione politiche per il gioco tra maggioranza e opposizione o all’interno della stessa maggioranza. Sanno che in ballo, finalmente, ci sono i quattrini per intervenire e non vogliono che si disperdano a causa di lungaggini derivate da polemiche partitiche né per mancanza di connessione tra gli uffici e tra uffici e cittadini.

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