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Il biglietto dei treni regionali aumentano del 9%. Candia (Lista Sansa): «Nessuna comunicazione agli utenti»

Protestano anche i pendolari: «Gli aumenti dei biglietti dei treni non sono dovuti all’inflazione, ma rincari già programmati nel contratto. C’è il rischio che prima o poi venga inserito un ulteriore aumento per pareggiare la mancata applicazione dell’aumento del 7% previsto, ma non adottato per il 2021»

“Nonostante il servizio carente, dal primo gennaio è arrivata puntuale la stangata sui biglietti dei treni regionali in Liguria: +6% in media – tra il 9% dell’aumento dei biglietti e il 3% degli abbonamenti -, e nessuna comunicazione ufficiale per gli utenti”.
Questa la denuncia della consigliera regionale della Lista Sansa, Selena Candia.

“Né Trenitalia né la Regione hanno emesso un documento ufficiale e/o una comunicazione per avvisare gli utenti degli aumenti delle tariffe – spiega Candia -. Anche gli addetti alle biglietterie hanno scoperto gli aumenti direttamente dai nuovi importi dati dal sistema per le tratte regionali”. “Bisogna poi ricordare – sottolinea Candia – che questi aumenti sono dovuti al pessimo Contratto di servizio che Regione Liguria ha firmato nel 2018 con Trenitalia. Un accordo anti-economico per la Regione e per i cittadini visto che sono previsti aumenti delle tariffe fino al 2032 a fronte degli stessi km di servizio attuali: non un treno regionale in più”.

Proprio sul Contratto di servizio tra Regione Liguria e Trenitalia, grazie all’incessante lavoro di comitati e associazioni recentemente sono stati desecretati tutti i punti economici dell’accordo. Punti che per quattro anni sono rimasti nascosti per cercare di non far emergere il cattivo affare di Regione Liguria con Trenitalia.

“Grazie alla causa che abbiamo vinto per rendere pubblici gli atti che Regione Liguria e Trenitalia avevano secretato – spiega Patrizia Lombardo, portavoce del Comitato dei cittadini, pendolari e operatori economici delle Cinque Terre – abbiamo scoperto che la Regione paga l’affitto dei treni ben 147 milioni in più rispetto a quanto avrebbe speso, al netto degli interessi, acquistandoli con un mutuo”.

“L’aumento dei biglietti dei treni non è dovuto all’inflazione – osserva Patrizia Lombardo – sono aumenti già programmati nel 2018. Così come sono già programmati ulteriori aumenti del 4,5% per l’anno prossimo, del 2,5% per l’anno seguente, e poi ancora dell’ 1,5% all’anno fino al 2032. Con il rischio che prima o poi venga inserito un ulteriore aumento per pareggiare la mancata applicazione dell’aumento del 7% previsto ma non adottato per il 2021″.

“Per capire ancora meglio il cattivo affare fatto da Regione Liguria con Trenitalia, bisogna ricordare che già prima degli aumenti del 2022 i biglietti del treno per i regionali liguri erano del 70% più cari rispetto alla media dei biglietti di tutte le altre regioni italiane – puntualizza la consigliera regionale Selena Candia -. I rincari inseriti nel Contratto di Servizio sono previsti per pagare l’affitto di 48 nuovi treni che i comitati pendolari avevano contestato sin dall’inizio per la capienza ridotta del 15% rispetto ai vecchi convogli sostituiti, per i problemi di sicurezza nella parte posteriore dei treni Pop che viaggiano accoppiati, per l’impossibilità di viaggiare oltre Imperia e per i continui disservizi alle porte visto che sono treni non concepiti per aprirsi e chiudersi a frequenza metropolitana”.

“Nel 2019, 2020 e 2021 non ci sono stati aumenti tariffari mentre lo scorso anno l’incremento è stato del 6.5% medio, cifra di gran lunga inferiore rispetto a quanto previsto e ai sette anni precedenti. Nel recente incontro avuto in Regione le associazioni dei pendolari hanno molto apprezzato di aver ridotto il più possibile, al 3%, l’incremento degli abbonamenti che coinvolge principalmente studenti e lavoratori pendolari”. Così l’assessore regionale ai Trasporti in merito ai recenti rincari. “Nei prossimi anni – aggiunge l’assessore Sartori – gli aumenti andranno sempre più a diminuire fino all’1,5% a partire dal 2025 e non è prevista alcun ipotesi di recuperare il 7% non applicato nel 2021”.
L’incremento tariffario previsto dal 1 gennaio 2023 è necessario al fine di garantire l’equilibrio economico del Contratto di Servizio sottoscritto nel 2018 tra Regione Liguria e Trenitalia, nelle more dell’aggiornamento del Piano Economico Finanziario ed in concomitanza con gli avvenuti investimenti nel rinnovo del materiale rotabile.
“Ad oggi, ed in totale dal 2018 – prosegue Sartori – risultano in servizio sulla rete ligure 38 nuovi treni regionali dei 48 previsti. Sono stati infatti consegnati 5 Jazz, 15 Pop e 18 Rock rispettando la fornitura prevista al 2022: con la consegna dei restanti nuovi treni entro la fine del 2023 l’età media della flotta regionale si attesterà a 4,8 anni di gran lunga inferiore ai 27 anni di inizio 2018”.
“In merito al fatto che la Regione pagherebbe l’affitto dei treni centinaia di milioni in più rispetto a quanto avrebbe speso se acquistati con un mutuo – conclude l’assessore Sartori -, vorrei sapere da chi lancia queste accuse su quale base ha fatto i calcoli e quale è il termine di paragone usato. Rammento infatti che il nostro contratto è stato anche mandato all’Autorità di Regolazione dei Trasporti che non ha osservato nulla di negativo e che nell’istruttoria svolta abbiamo seguito le regole dettate dalla stessa Authority”.

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