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Centro storico, lunedì partono i controlli divisi in 3 zone – LA MAPPA

Il sindaco Marco Bucci chiede per la Polizia Locale genovese al Ministero dell’Interno l’accesso alla banca dati del sistema informatico interforze CED – SDI. L’assessore Stefano Garassino: <La nostra richiesta farà da apripista alle altre città. Da tempo se ne parla nel Fisu, Forum Italiano della Sicurezza Urbana>

Dopo la riunione di lunedì al Comitato per l’ordine e la sicurezza urbana in Prefettura, a cui, oltre al prefetto Carmen Perrotta hanno partecipato il procuratore Francesco Cozzi, il sindaco Marco Bucci, il questore Vincenzo Ciarambino, il comandante provinciale dei carabinieri Gianluca Feroce e il comandante della Polizia Locale Gianluca Giurato, stamattina in questura si è tenuto il tavolo tecnico per l’organizzazione dei servizi di controllo del centro storico che sarà diviso in 3 parti. Toccheranno a rotazione a Polizia di Stato, Carabinieri e Polizia locale e sono omogenee per caratteristica dei problemi. Da una parte la zona est, fortemente commerciale e turistica, con problemi di vivibilità notturna per la movida, al centro la Maddalena dove esistono forti problemi di vivibilità legati allo spaccio e alla prostituzione che vanno a incidere su un tessuto commerciale ancora vivo e la zona di via del Campo e Pre’, praticamente desertificata sotto il profilo commerciale (quantomeno dalle attività tradizionali) con fortissimi problemi di spaccio.

Sopra: la piantina delle tre zone, sotto le tre zone: est, centro e ovest

La divisione rispecchia un po’ l’antica divisione in Pre’, Molo e Maddalena.

Per la Polizia locale sarà il reparto Sicurezza Urbana (che ha al suo interno, oltre alla squadra Vivibilità, anche il Commercio, l’Ambiente e il nuovo nucleo Centro Storico con personale del I Distretto che già si occupava di Prossimità) ad alternarsi con Polizia e Carabinieri, a cui nei casi propri ai suoi compiti, entrerà in gioco la Guardia di Finanza che metterà in campo anche le proprie unità cinofile. In attesa del termine dell’addestramento,a luglio, del proprio cane, Maqui, la Polizia locale genovese utilizzerà un cane e il conduttore-istruttore della Polizia Locale di un altro Comune.

Ovviamente resteranno in carico alle forze dell’ordine i crimini politici (da sempre in capo alla Digos della Questura), quelli “amministrativi” (alla Gdf), la criminalità organizzata e gli omicidi, ovunque sui tre quadranti del territorio. La Polizia locale agirà sulla microcriminalità e sui problemi di vivibilità correlati.

Con l’occasione, il sindaco Marco Bucci ha inviato una lettera al Ministero dell’Interno un cui chiede per la Polizia Locale di Genova di avere accesso al sistema informatico interforze CED SDI, una banca dati che contiene tutte le informazioni acquisite dalle forze di polizia nel corso di attività amministrative e di prevenzione o repressione dei reati.

<L’atto fondamentale esercitato dalle polizie in campo è l’identificazione delle persone controllate – ha scritto Bucci al Ministero -. In questa fase, che il più delle volte avviene in strada con l’identificazione documentale, è di particolare importanza che l’organo di polizia che procede sia posto nelle condizioni di conoscere possibili “precedenti” gravanti sul soggetto controllato ovvero l’eventuale pendenza di provvedimenti di ricerca e di rintraccio a suo carico, verifiche, queste ultime, che possono essere effettuate solo tramite l’accesso al CED – ha scritto Bucci al Ministero. Le Polizie Locali non sono soggetti espressamente individuati per la gestione del cervellone della sicurezza pubblica, ma il Legislatore ha dimostrato più volte di consentire l’accesso alle stesse con vari interventi normativi successivi. Infatti, in deroga all’articolo 9 della legge specifica, le Polizie Locali possono accedere allo schedario dei veicoli rubati e dei documenti d’identità rubati o smarriti, alle informazioni concernenti i permessi di soggiorno rilasciati e rinnovati, verificare la presenza di provvedimenti di ricerca e rintraccio nei confronti delle persone controllate e, ai fini di addivenire ai controlli per la tutela del decoro, accedere in generale alla banca dati in commento, allo scopo di favorire il rafforzamento della collaborazione informativa ed operativa tra Forze di polizia e Corpi e Servizi di polizia locale>.

Il Sindaco ha chiesto al Ministro di <rendere esecutive le intenzioni del legislatore, quantomeno in forma sperimentale per la Città di Genova, consentendo al personale delle Polizie locali in possesso della qualifica di agente di pubblica sicurezza di accedere con dei propri log al Ced, già alimentato dalle stesse Polizie locali tramite l’inserimento Sdi>.
Questo per evitare di rallentare il lavoro dovendo chiedere aiuto a Polizia e Carabinieri al momento dell’identificazione.

Una circostanza, spiega l’assessore alla Sicurezza urbana Stefano Garassino, vice presidente del Forum Italiano della Sicurezza Urbana, da tempo discussa dalle città che aderiscono al Forum Stesso. Molte sono le città italiane che hanno la stessa esigenza di Genova e un eventuale assenso farebbe da apripista a un sistema che le Polizie locali chiedono da tempo per migliorare il lavoro fatto sul territorio.

<C’era la necessità di impostare un nuovo lavoro per garantire il miglioramento delle condizioni di vivibilità del centro storico – dice Garassino -. Abbiamo deciso di non tirarci indietro e, invece, di portare in Prefettura una proposta innovativa in cui la Polizia locale genovese farà la propria parte>. Insomma, Tursi non è andato solo a chiedere, ma anche a portare il proprio contributo. Negli ultimi tre anni, grazie al comandante Giurato e agli investimenti della Civica Amministrazione, il corpo è molto cambiato, dotandosi di nuovo personale, mezzi e strumenti, ampliando la formazione degli operatori che si sono fortemente professionalizzati.

La collaborazione moltiplicherà le forze in campo e ottimizzerà gli sforzi di tutti portando avanti una collaborazione che in qualche modo già era in atto, anche se non in maniera organizzata. È una risposta alle richieste di aiuto dei cittadini anche alla luce dell’allarme del procuratore Francesco Cozzi che ha recentemente degli spacciatori ha detto: <Hanno marcato il territorio e se lo sono presi>.
<Oltre ai controlli serve l’impegno della politica> aveva aggiunto <per fare sì che <le attività lecite occupino il territorio> sfrattando quelle illegali.

L’impegno dell’amministrazione, aveva detto ieri Garassino, passerà anche per le associazioni del territorio. Perché non servono solo i controlli, che pure oggi sono più necessari che mai. Serve anche ricostruire il territorio attraverso azioni sociali che l’assessorato ha intenzione di finanziare.

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