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Razzista a chi?

 

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Mio nonno, siciliano, capostipite di una famiglia a cui aveva fatto risalire il continente, durante la guerra, e poi sino a Torino negli anni del boom, quando gli chiedevo che cosa fosse il razzismo – perché allora i meridionali non erano ben visti e a Torino, a volte, alle famiglie del sud in certi quartieri non affittavano nemmeno la casa- con la sua praticità di ragioniere mi rispondeva con una similitudine. E mi diceva che il razzismo era come la carta moschicida che più cercavi si separarlo dalle cose e di tenertene alla larga e più ne rimanevi invischiato. Perché il limite è talmente sottile, che nelle proprie manifestazioni ognuno di noi – senza pensarci  – rischia di caderci mani e piedi. Ripensavo a mio nonno, che da diverso tempo non c’è più, qualche giorno fa di fronte alle legittime proteste di Stefano Balleari, vicepresidente del consiglio comunale, esponente di Fratelli d’Italia e candidato sindaco, inviperito perché il marchese Marco Doria, sindaco uscente di Genova, nel corso di una intervista, aveva, una volta di più, definito razzista il centro destra. Tanto da prendere in mano il vocabolario, anzi l’enciclopedia Treccani, per sentenziare “RAZZISMO: Concezione fondata sul presupposto che esistano razze umane biologicamente e storicamente superiori ad altre razze. È alla base di una prassi politica volta, con discriminazioni e persecuzioni, a garantire la ‘purezza’ e il predominio della ‘razza superiore'”. Ecco, ed ora che aveva definito la questione poteva proseguire con il suo lungo post sulla sua pagina facebook rivolto direttamente a Doria ” Egregio Signor Sindaco Doria dott. Marco, Lei ieri nella Sua intervista a #Pausacaffè definisce la destra Italiana “viziata da posizioni chiaramente razziste” e quindi per traslato definisce un Italiano che è politicamente posizionato nel c.d. destra come razzista. Mi auguro che Lei abbia pensato bene alle parole che ha proferito perché, secondo la definizione di cui sopra, Lei sta facendo un’accusa pesante. Tralascio, volutamente, il fatto che dalle Sue parole e dalla Sua mimica facciale nel dare questo titolo Lei si pone, o sembra porsi, con superiorità, morale, nei confronti della destra razzista facendo, de facto, Lei del razzismo. Andiamo oltre.Io sono di destra e NON sono razzista, lo so che Le sembrerà strano, ma non credo che nessuna notte razza o essere umano sia superiore ad un altro e, sopratutto, non credo che in nome di questa scellerata teoria, sconfitta dalla storia fortunatamente, nessuna razza, popolo, religione o essere umano possa sentirsi giustificato nel sopraffare un suo simile. Credo anche che tra gli elettori Italiani, di destra o di sinistra del centro o del Movimento 5 Stelle, non vi siano razzisti. Certo sicuramente ci sarà qualche caso isolato del tutto fisiologico in una società libera”. È lunghissimo il post di Stefano Balleari, ma il candidato sindaco intende una volta per tutte sgombrare il campo da certa superficialità che galleggia persino nel non detto. Stereotipi cari a chi non sceglie con accuratezza i termini e semplifica strumentalmente la realtà “Spero che Lei si renda conto della Sua affermazione perché il razzismo non è una cosa da prendere alla leggera, il razzismo è quella scellerata teoria che dal medioevo a poco tempo fa ha giustificato i peggiori crimini dell’uomo su un’altro uomo. Quando parliamo di razzismo si parla, anche, dei numerosi genocidi compiuti in nome di questa idea. Si parla dell’Olocausto (e della Shoah), del secondo genocidio Armeno, del Holodomor Ucraino, di Mao Tse-tung e della rivoluzione Culturale Cinese, dello sterminio degli Hutu nel Burundi, dei Khmer Rossi in Cambogia, del Darfur, dei Curdi, della Bosnia e delle Foibe. Solo per citare quelli che mi sono venuti in mente, ma ce ne sono tanti altri. Troppi che non possiamo e non dobbiamo dimenticare. Dia una rapida occhiata a Wikipedia alla voce “genocidio” e veda Lei se è della stessa opinione di prima ovvero che una parte politica Italiana sia pronta a sostenere la sua superiorità e per questo giustificare il massacro della parte avversa. Se non l’avessi ancora convinta della sciocchezza che Lei ha detto mi permetta di farLe un lieve riferimento alla tendenza politica che Lei segue: il comunismo. Il presupposto politico del Marxismo Leninismo è la lotta di classe e l’applicazione formale è la dittatura del proletariato e l’esclusione dei partiti borghesi. Non è forse anche questa una forma di razzismo? Il presupposto che la classe operaia perché operaia, sia migliore delle altri classi non è una forma di razzismo? La storia della Russia comunista ci dice che è così e nel nome di questa pretesa morale si sono compiute atrocità ed omicidi in numero ben maggiore di quelli delle repellenti teorie Naziste e della razza Ariana. Mai mi sognerei, però, di dare del razzista ad un’elettore di Sinistra”. Ma Balleari va oltre, provvedendo a demolire, un’altra facile strumentalizzazione al momento molto in voga fra la sinistra. ”

Lei indica la destra come razzista, ma forse sta sbagliando termine e vorrebbe cambiare termine? Provi con Xenofobo. Mi spiace, ma anche in questa forma Lei prende una cantonata. Io non ho paura dello straniero o di quanto viene da fuori dell’Italia. Non abbiamo paura dello straniero abbiamo paura di come state gestendo voi l’immigrazione nel nostro paese.Abbiamo paura che, per l’incapacità di gestione? creerete disastri sociali ed economici che i nostri figlie e nipoti dovranno pagare. Abbiamo paura che per la vostra idea che chi veste una divisa è un criminale pronto ad ogni sopruso ormai la nostra polizia è impotente. Abbiamo paura che per le scellerate leggi che proponete oggi nessuno possa più avere giustizia. Abbiamo paura che l’imposizione del “migrante” che state perpetrando ci tolga la libertà di accogliere chi è in difficoltà secondo le nostre possibilità. Abbiamo paura della Vostra superiorità morale per cui ci venite a dire “razzisti”. Di questo abbiamo paura, ma non dello straniero in quanto tale. Egregio Signor Sindaco la destra Italiana non è razzista , non è xenofoba e non crede alla superiorità di nessuno verso nessuno ha semplicemente delle idee, dei valori, delle proposte e una visione politica diversa dalla Sua”. E non poteva trovare migliore applicazione sul campo alle sue parole il candidato sindaco Stefano Balleari che non fosse l’ennesimo pasticcio, in gran parte strumentale, legato alle ultime vicende della residenza per migranti in via XX Settembre. Con tanto di manifestazione di solidarietà militante ai migranti a cui sembrava, almeno in un primo momento, che avessero chiuso in toto i rubinetti dell’acqua. Postava sulla sua pagina facebook, Margherita Mereto Bosso, compagna del consigliere regionale del Pd Giovanni Lunardon e membro della segreteria del partito “Solo 11 persone tra le quali 3 DONNE IN GRAVIDANZA e 2 BIMBI PICCOLI. Siete disumani. Volgari vergognosi piccoli piccoli piccoli di una cattiveria pura. Avrei tante parole da dire ma mi vergogno così tanto di persone così che mi si stringe lo stomaco e le corde vocali -o le dita- non funzionano. Tacciano, per piacere tacciano, si vergognino, si nascondano, gli aizza popolo responsabili -responsabilissimi. Cittadini genovesi: dimostriamo che siamo persone per bene. Manifestiamo. Attiviamoci. Restiamo Umani!!”. Replicando qualche ora più tardi, al calar della mezzanotte. ” Ci ho pensato tutta la sera. NON POSSIAMO stare fermi. Propongo: ‪domani alle 18‬, ognuno con una bottiglia d’acqua in mano. In via xx. Che ne dite?”. Ecco l’origine del contraddittorio flash mob di ‪mercoledì pomeriggio‬, con impennata, nei bar e supermercati della zona, della vendita di bottiglie di acqua, naturale e gasata. Duecento persone circa, con la partecipazione straordinaria del capogruppo regionale del Pd Raffaella Paita e del sindaco Marco Doria, pur impegnato con il premier Matteo Renzi, a brandire bottiglie di acqua minerale nei pressi del mercato orientale.  E a nulla è valsa, per la Mereto-Bosso, la raccomandazione del compagno che qualche tempo addietro vergo’ , allora inconsapevole, sulla sua pagina facebook “preferisco la peggiore e la più feroce delle nostre direzioni ad una assemblea di condominio”. Perché, in fondo,  tutta la querelle con annessa manifestazione proprio da una assemblea a di condominio aveva preso origine. Una banale assemblea di condominio durante la quale i condomini dello stabile in cui Sindaco e Prefettura avevano deciso di mandare a vivere un gruppo di migranti avrebbero deciso di opporsi alla richiesta di fare dei nuovi  lavori per potenziare l’afflusso dell’acqua. Legittimamente, a quanto pare, tanto che il vicepresidente della giunta regionale Edoardo Rixi annotava sulla sua bacheca social ” “La disumanità più grande è accettare che possa esistere questa immigrazione selvaggia e fuori controllo, che fa comodo solo a chi vuole lucrare sulla pelle delle persone, ma che oggi risulta insostenibile sul piano economico e sociale. Il buonismo disarmante della Paita è lo stesso di chi ha sempre negato i problemi di questa invasione e che oggi non sa più come venirne fuori. Si parla di immigrati e ci si dimentica dei cittadini. I condomini che pagano tasse imu tari tasi e tutto il resto al comune di Genova avranno il sacrosanto diritto di scegliere chi avere come coinquilini abusivi o no?”.

Perché, poi alla fine dei conti, a ritrovarsi discriminati, anche a causa di una informazione un po’ traballante, sono stati i condomini che avevano decisivo di dichiararsi contrari all’allaccio, etichettati come razzisti e xenofobi, per ver esercitato un loro diritto. Tanto che qualcuno aveva persino pensato di pubblicare su Facebook, liste con nome e cognome. Le vecchie liste di proscrizione di un tempo, insomma. Non solo, ma  sui lavori effettuati in fretta al fine di ospitare i migranti pende un ricorso d’urgenza, mentre gli inquilini avevano avvertito della mancata idoneità dell’alloggio inserendo fra le cause anche il problema dell’acqua. “E’ troppo facile, anzi direi vile – faceva osservare il consigliere regionale della Lega Nord Stefania Pucciarelli –  scaricare la responsabilità su cittadini che, da un giorno all’altro, si sono trovati assediati, in casa loro, da presunti profughi, e ieri persino dai buonisti pro migranti, Paita e Doria compresi. Fermo restando che l’acqua in casa c’è perché arriva a caduta da una cisterna, negare il benestare ai lavori di allaccio diretto può apparire un gesto estremo e disperato. Ancorché annunciato dai residenti, che lottano da tempo contro l’insediamento imposto dall’alto. Questa circostanza dovrebbe far riflettere tutti su quanto siano esasperati i liguri e gli italiani, che di certo non sono razzisti, né xenofobi”.

Contraddizione che ha investito anche parte della sinistra che, senza troppo pensarci su, si era affrettata a portare la solidarietà. Una lunga lite è’ comparsa sulla bacheca di Massimiliano Morettini fra l’esponente del Pd, in corsa per la segreteria regionale, e Simone Regazzoni, autocandidato alle primarie. I due che non si amano si sono scambiati colpi proibiti perché Morettini con un suo post ha tirato in ballo il candidato alle primarie pur senza fare nomi “Quando si pongono problemi politicamente delicati alimentando tensioni e mettendo le persone le une contro le altre, questi sono i risultati. Complimenti vivissimi”. Regazzoni, infatti era stato fra i primi a rilevare che il sito a cui è erano state destinate  le famiglie di profughi non era adatto, tanto che aveva sostenuto le ragioni degli abitanti. E a nulla, nell’ultima querelle, era valsa la posizione di Regazzoni nel merito che diceva che a quel punto occorreva dar corso ai lavori. Ma a rinfocolare la tensione era stata anche la presa di posizione Aleksandra Matikj,  anima del campo profughi di Ventimiglia che annotava un po’ sconcertata “Oggi, tramite un gruppo antirazzista dove sono stata coinvolta, ho saputo di un invito per un’iniziativa promossa da alcuni membri del Partito Democratico di Genova a difesa del “Consorzio Agorà” che ospita alcuni Immigrati in Via XX Settembre. Considerando che la Responsabile dell’Agorà Anna Manca fa parte anche del Direttivo dello stesso PD di Genova che promuove l’evento, vogliamo comunicare pubblicamente che noi del “Comitato per gli Immigrati e contro ogni forma di discriminazione” ci dissociamo assolutamente e completamente da questa Manifestazione perché riteniamo che sia una strumentalizzazione politico sociale”. Tanto che l’eurodeputata Renata Briano interveniva per far riappacificare la presidentessa del Comitato con la responsabile di Agora’. Mediazione evidentemente non riuscita,perché il post successivo della Mitakj prendeva nuovamente le distanze e risultava ancora più pesante.”Sono andata a chiedere come fanno a vivere i Profughi di Via XX Settembre 11, gestiti dall’Agorà, senza l’acqua e, indovinate, mi è stato detto che l’acqua però c’è. E che non è vero che non ci sia. E c’era anche ieri. Allora io mi chiedo, la Manifestazione di ieri per gli assetati? Ma assetati?? E l’acqua c’era.. E poi, altre cose mi hanno detto.. ragazzi, io davvero, stasera è meglio che non scriva, mi fa schifo il mondo.. che delusione, ma non si fa così…” E così, a giudicare dalle testimonianze di alcuni simpatizzanti della sinistra andrebbe a finire che i veri discriminati sono diventati i condomini, contro cui si era mossa la piccola folla Brandendo bottigliette. Tanto che gli esponenti della Lega si sono precipitati a portare la loro solidarietà ai presunti carnefici, sostenendo che le responsabilità della situazione complessiva andrebbero ricercate altrove. Cosa che dice lo stesso Regazzoni ma che ribadisce anche la vicepresidente della giunta Regionale Sonia Viale  “Il sindaco Doria, massima autorità competente nel territorio comunale di Genova, dovrebbe disporre adeguati accertamenti sulle condizioni igienico sanitarie dell’immobile destinato all’accoglienza di nuclei familiari di immigrati. Evidentemente la struttura, ha dei problemi nell’allaccio alla rete idrica. Anziché fare passerelle, quindi, dovrebbe provvedere a verificare, come di sua competenza, le condizioni in cui vivono le persone ospitate nell’appartamento”. E si ritorna al serpente che si morde la coda. Agli inquilini che, in epoca non sospetta, sostenevano che l’immobile non fosse adatto ad essere trasformato in centro di accoglienza e che, anche dopo le operazioni di riammodernamento si sono legittimamente rivolti a un giudice. Sullo sfondo di una campagna elettorale e di una sotterranea competizione fra le associazioni che si occupano di profughi per ottenere, se non altro, la supremazia o solo maggiore visibilità, che alla fine rischia di discriminare in un sol colpo e unitamente profughi e condomini. Mentre il marchese Marco Doria genericamente, davanti ad un caffè parla di razzismo. E poi, magari, le responsabilità per tutto quello che è accaduto sono per la maggior parte sue. Come tempo fa, sotto l calura d’agosto, sostenevano Regazzoni e Balleari, Lega e Fratelli d’Italia. Convergenze parallele obbietterà qualcuno, dinosauro o segretario provinciale, rispolverando strumentalmente il caso di un candidato alle primarie del Pd che ha affrontato in un pubblico dibattito casa Pound. No. Soltanto buon senso.

 

Il Max Turbatore

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