Il cardinal Bagnasco ai Luzzati visita gli scavi archeologici e parla di accoglienza e rifugiati con il Cesto
Passava per vico del Fico e Marco Montoli, il presidente dell’associazione “Il Cesto”, a capo del soggetto che gestisce i Giardini Luzzati, lo ha invitato a visitare gli scavi archeologici dell’anfiteatro romano che si trovano proprio all’interno dell’area: il cardinal Angelo Bagnasco è stato guidato dal professor Ferdinando Bonora e si è interessato alle vestigia romane e medioevali del sito arecheologico. Poi con Montoli ha parlato di accoglienza e rifugiati.
(Il cardinal Bagnasco con Bonora e Montoli)
<Abbiamo convenuto sulla necessità di accogliere – spiega il presidente e “Il Cesto” -. Quindi ho raccontato al Cardinale il nostro modo di farlo: la necessità che sentiamo di integrare e occupare i richiedenti asilo, la nostra decisione di passare attraverso la collocazione in appartamenti che contengano poche persone in modo da facilitare una vita quanto più possibile normale> Sono circa 130 i migranti di cui si occupa l’associazione, divisi in diversi appartamenti in centro Storico, a Carignano e a Castelletto. Ora, attraverso un accordo con Agorà che gestisce lo spazio di accoglienza di vico Biscotti, da ricollocare ci sono i venti stranieri che vivono lì in un’unica struttura. Sette di questi sono destinati a un appartamento al civico 7 di via Pre’, ma alcuni comitati della zona hanno avviato ieri una polemica sull’opportunità di inserire altri stranieri in una zona dove molti dei loro connazionali si dedicano a spaccio ed episodi di criminalità. <Non abbiamo desistito perché crediamo che, invece, l’inserimento di stranieri molto seguiti come quelli di cui noi ci occupiamo potrebbe portare un benefico effetto sul territorio – spiega Montoli -. Vogliamo, però, avere il tempo di dialogare con i residenti e, quindi, abbiamo differito il trasloco che, è bene dirlo, prevede solo lo spostamento di parte degli africani di vico Biscotti in un’altra zona del centro storico. Non ci sarà alcuna nuova immissione>.
<Sette persone accolte e seguite nel loro percorso di permanenza a Genova non possono essere definite “un pericolo”, specie quando chi lo fa ci mette la faccia e da anni è impegnato a migliorare la qualità della vita in centro storico>. Montoli rinnova la disponibilità dei rifugiati a impegnarsi nella rivitalizzazione urbana così come accade ora proprio ai giardini Luzzati e ai Giardini Baltimora, dove i richiedenti asilo si sono impegnati per la pulizia e per piccole manutenzioni. In sostanza, spiega, per il quartiere potrebbero essere una risorsa. Il fatto che siano molto seguiti, dice, non solo assicurerà che non vadano a finire nelle organizzazioni criminale che, nella zona di Pre’, si dedicano soprattutto allo spaccio, ma potrebbe essere il sistema migliore per cominciare a recuperare un clima di pacifica convivenza nella zona e di nomalizzazione sotto il profilo dell’ordine pubblico. Sulla pagina Facebook del Cesto, alcuni abitanti e commercianti della zona hanno già dato la propria disponibilità all’accoglienza.
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