Pokémon-go mania: il gestore di un rifugio li vuole sul monte di Portofino
Chissà se dietro qualche albero del monte di Portofino presto non sbucherà un Jinx, o un Mewtwo. Se lo augura Carlo Capra, gestore di un rifugio: proprio lui ha chiesto che i Pokémon, mostriciattoli giapponesi protagonisti di un vero e proprio fenomeno, facciano la loro comparsa per i sentieri. Il motivo? Organizzare un raduno e, forse, incrementare le visite
Le categorie si dividono in due: giocatori di Pokémon go e detrattori del fenomeno. Mentre orde di ragazzini (e meno ragazzini) se ne vanno alla ricerca di Pikachu e Bulbasaur, le critiche su social e non sono feroci. Per qualcuno però, potrebbe essere un fenomeno da sfruttare. Accade che il presidente del parco di Portofino, Carlo Capra, si sia accorto che nessun Pokémon si aggira per i sentieri e per questo ha fatto un appello alla Niantic, azienda ideatrice del gioco che funziona con la realtà aumentata. Non un potente Gyarados e neppure un piccolo Charmander. Se l’idea era quella di organizzare una sorta di “torneo”, Carlo Capra è proprio cascato male. <Sulla scia del successo che sta avendo Pokemon go – spiega Capra – volevamo organizzare un evento tra Santa Margherita Ligure e Portofino che portasse sui sentieri del parco le persone utilizzando la cattura dei Pokemon; ma ci siamo accorti che proprio sui sentieri Pokemon non ce ne sono>. E insomma, un guaio a cui porre rimedio, lanciando un appello ai programmatori del gioco: <Se potete, mettetene qualcuno anche nel Parco di Portofino> dice Capra. Pur non capendone molto di tecnologia, per sua ammissione, Capra spende belle parole: <Il gioco porta i giovani a stare all’aperto, a muoversi, e potrebbe essere un’occasione per portarli a vivere il Parco>. Chissà che non abbia ragione, anche se vien da chiedersi cosa vedranno del parco, se i giovani (e i meno giovani) se ne andranno in giro con gli occhi puntati su uno smatphon a lanciare “pokeball”.
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