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Boldrini, Cofferati, Fornero. Primo maggio, che coraggio

Ci voleva una inviata costantemente in controtendenza come Lucia Annunziata, giornalista dal passato glorioso almeno quanto le sue difficoltà lessico linguistiche di fronte alle interviste domenicali. Quantunque sempre graffiante, puntuta, puntuale. A volte persino asfissiante nella sua marcatura e nella contrapposizione con il personaggio di turno. Come si dice in linguaggio pedatorio… come quei difensori che accompagnano l’attaccante persino a fare i suoi bisogni fisiologici. Combattiva e a muso duro, dunque l’Annunziata, mai ammiccante e sempre scomoda.
Ci voleva Lucia Annunziata dicevo, per conquistare un en plein di impopolarità, in una giornata doppiamente festiva come quella di oggi dedicata al culto ed al profano con la festa dei lavoratori. In una volta sola ha deciso di ospitare tre personaggi, non soltanto uno, come di solito, in grado di evocare nell’immaginario collettivo di tanti italiani un’ antipatia tremendamente sincera.
Personaggi alteri se non addirittura altezzosi e in grado di risultare, talvolta, un pelino arroganti.
Nel suo programma di approfondimento “In mezz’ora”, pensato probabilmente dai soloni Rai, appositamente per bloccare la digestione degli spettatori di Rai Tre alle prese con il pranzo del di’ di festa, ha avuto l’ardire, non comune, di mettere insieme al presidente della camera Laura Boldrini, il ministro del governo Monti al lavoro, alle politiche sociali e pari opportunità, Elsa Fornero, e l’ ex sindacalista, ex sindaco di Bologna e attualmente parlamentare europeo del Pd Sergio Cofferati, detto il cinese.
Un mix esplosivo, insomma, messo insieme, probabilmente nell’intento di contrapporre il punto di vista istituzionale della Boldrini, quello del tecnico Elsa Fornero, tramandata alle cronache per la sua vituperata riforma che ha generato nei lavoratori, negli esodati e nei pensionati, lacrime, purtroppo non solo le sue, e sangue, e l’ex sindacalista, passato dalle barricate agli incontestabili agi dei politici di professione.
Era stato lo stesso Sergio Cofferati sabato a dare notizia, con un cinguettio nella sua asfittica pagina twitter, della prossima comparsata a fianco della Fornero e della Boldrini di fronte ad una Lucia Annunziata che avrebbe voluto metterli all’angolo sulla contestata riforma della Carta costituzionale.
Eppero’ molti frequentatori dei social nei commenti hanno dato al mostro a tre teste, che la buona Lucia si apprestava a intervistare, il senso della provocazione.
Così la pagina di “In mezz’ora ” e’ stata presa d’assalto ben prima dell’inizio della maratona che la Annunziata si preparava ad affrontare. Perciò’ pollice verso per la Fornero. Alessandra Colla “Pessima riforma. Ma gli altri dove erano”. E per gli altri due. Daniele Keshr “Tutta gente che non ha mai lavorato”. Come dire che ci azzeccano con la festa dei lavoratori? Vellicando l’antipolitica. Daniele Iannace “Preferisco non ascoltare le solite chiacchiere”, o Gabriella “che cosa hanno da dire? Parole, parole e nessun fatto per noi cittadini”. Sino al saggio Ming Yon “Ammazza che combo”. Dove combo sta per combinazione, dedicata alla poliedrica squadra dei tre protagonisti. E poi Cico’s “Il peggio del peggio del peggio”, con Carlo Gladio che puntualizza “Il meglio del peggio”. Mentre Giusy affonda “Non avete solo tolto il futuro ai giovani, ma trattenuto dementi oltre i 60″, e Giuseppina De Santis che domanda e tocca ” Ma che cosa avranno da dire? Abbiate almeno la decenza in questo giorno di rispettare la classe dei lavoratori, e soprattutto, gli ex lavoratori”. E poi ancora tanto, tanto livore per l’ex ministro del lavoro. Giuseppe Bottero “La Fornero taccia e rispetti gli italiani danneggiati dalla sua legge pensioni” e Beatrice 73 “Ma non si vergogna la Fornero da essere lì ?”. Con la pietra tombale. Nato 52, probabilmente uno degli esodati “Aspetto ancora le scuse della Fornero per i danni psicologici che hanno fatto agli esodati” o Insidious 72 “La Fornero si merita solo atroci sofferenze… Almeno piangera’ sul serio”. Ma anche Sergio Cofferati e’ entrato nel mirino ad alzo zero dei frequentatori social. Giovanni Moccellin “Cofferati l’unica domanda. Il parolaio sembra diventato papa, non rinuncia alla scorta e al vitalizio”. Davide De Silvestri, uno con la memoria lunga “Cofferati ci racconterà come ha governato malissimo Bologna e fatto vincere Toti”. Mentre Koby Welcome, unico, spezza una lancia a favore dell’ex sindacalista e insinua il dubbio “Forse fra tutto gli ospiti l’unico degno di nota è Cofferati. Per il resto no comment”. E la chiusa di Marco 5616 e’, per stringatezza e sintesi, d’autore “Se volevate insultare i lavoratori ci siete riusciti”. In un cortocircuito delle contraddizioni in cui mi piace inserire il tweet di Manuela Arata, l’ideatrice del Festival della Scienza, cinquantanovenne ricercatrice in pensione con simpatie dem, forse agli occhi di molti una privilegiata, allontanata dalla sua creatura per una sorta di manuale cancelli a favore di politici di professione. “Oggi è la festa dei lavoratori, voglio fare gli auguri a tutti quelli che come me hanno considerato il lavoro fondamentale per la loro vita e per i loro valori. Sono stata costretta ad andare in pensione per sopravvivere ma avrei lavorato fino a 100 anni, e oggi mi manca. Devo ringraziare di aver avuto un accidente se ho comunque un reddito, ma forse sono incontentabile perché non mi basta. Quindi mi vado a cercare un’attività altrove, rammaricata del fatto che, nonostante ce ne sia tanto bisogno, le mie competenze qui, evidentemente, non interessano”. Per il ciclo di cui tanto si parla dei… cervelli in fuga.
Il prosieguo della festa in questo paese che si interroga pretestuosamente sulla ricorrenza del Primo maggio, anacronistica, forse, per una realtà che stenta a trovare occupazione, per giovani e non, è il tradizionale concertone che, per qualche ora, mette in fuga i cattivi pensieri. Come dicevano gli antichi romani circenses et panem (poco). Perciò buon primo maggio a tutti.

Il Max Turbatore

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