I residenti: “Droga e prostituzione nell’Ecopunto di Santa Sabina” – IL VIDEO
La denuncia degli abitanti dell’ex Ghetto Ebraico: <Giovani tossicodipendenti si vendono per ottenere la dose dagli aspacciatori. I rapporti vengono consumati nell’Ecopunto Amiu>
Per terra, nel locale, orina, feci umane, siringhe, stagnole che contenevano la droga e le bottiglie che servono a fumare il crack
di Monica Di Carlo
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La denuncia arriva dagli abitanti della zona che, quando vanno a portare i sacchetti pieni di spazzatura, trovano troppo spesso spiacevolissime sorprese. I residenti raccontano di un fiorente spaccio di droga nell’ecopunto di piazza Santa Sabina, ai margini dell’ex ghetto ebraico, a due passi da via delle Fontane e da piazza della Nunziata. Non sarebbe una novità, accade nei punti di raccolta più defilati e nelle ore di minore frequentazione, soprattutto nei magazzini che non vengono chiusi all’orario in cui termina la raccolta, alle 22. Accade nonostante la luce blu chiamata “anti vena” che impedirebbe ai tossicodipendendenti che si ignettano l’eroina di trovare il punto dove bucarsi. Un provvedimento che ormai serve a poco, perché oggi la droga per lo più si fuma.
Entrando, verso mezzogiorno, di siringhe ne abbiamo trovata una sola mentre diverse erano le bottiglie con acqua dentro, che si usano per fumare il crack. C’erano anche diverse stagnole per terra, quelle che contenevano le sostanze stupefacenti.
Ma c’è di più. Gli abitanti raccontano che il magazzino è anche luogo di prostituzione. Secondo il racconto della gente della zona, a prostitursi sarebbero giovani e giovanissime donne italiane tossicodipedenti che si vendono agli spacciatori stranieri in cambio della dose. Il prezzo della pallina di crack è spesso, raccontano le persone che sono entrate col sacchetto in mano per depositare la spazzatura nei cassonetti, è per lo più un rapporto orale, consumato in mezzo all’orina che copre il pavimento, alle feci e al fetore dei rifiuti in decomposizione, ma c’è anche chi racconta di rapporti completi in un angolo del magazzino, quello meno visibile. Bisogna entrare cercando di resistere alla puzza e dopo spingersi verso l’angolo più nascosto. Lì c’è veramente di tutto e l’odore diventa soffocante, insopportabile, tanto che bisogna uscire di corsa per respirare. Eppure c’è chi lì cerca il piacere, chi usa la debolezza delle tossicodipendenti barattando la droga col sesso. Il risultato è un tappeto di fazzolettini per terra. Non ci sono preservativi: le donne (molto spesso ragazze, anche molto giovani, ripetono gli abitanti) che vogliono la droga sono disposte a tutto, anche a prendersi Aids ed epatite, pur di avere la loro maledetta dose.
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