I carabinieri sgominano narcotraffico, tre fermi e un arresto. I malviventi rifornivano di doga i clienti del centro storico
Stava pianificando per bene la sua prossima latitanza, in attesa di una condanna definitiva in Cassazione a 8 anni di galera per rapine. La sentanza sarebbe stata pronunciata il prossimo 2 marzo e lui non aveva molte speranze di spuntarla. Così, il cinquantacinquenne Gian Marco Usai aveva avviato un proficuo traffico di stupefacenti per finanziare la vita che immaginava, magari all’estero, sucuramente lontano dalle patrie galere. Invece lo ha fermato la polizia giusto in tempo per evitare che sparisse in una nuvola di zolfo e a suo carico ci sono nuove e pesantissime accuse da aggiungere al lungo curriculum dove spiccano rapine in banca e ai portavalori, attività pericolosa che Usai ha recentemente deciso di sostituire col narcotraffico, che ha certamente pensato più “sicuro” e meno faticoso. Usai è un personaggio di una certa levatura nella malavita genovese, tanto da annoverare tra i suoi amici Marietto Rossi, noto come il “Vallanzasca genovese”, criminale a capo di una banda molto nota negli anni ‘70 e recentemente salito agli onori della cronaca per l’omicidio di un corriere della droga a Borzonasca.
Gli agenti del Nucleo investigativo di Genova dei carabinieri, coordinati dal colonnello Oreste Gargano, hanno fermato, in esecuzione di un provvedimento firmato dal sostituto procuratore Alberto Lari sulla base del quale è stato fermati, insieme a Usai, Gabriele Gallone, 28 anni, oltre a un pregiudicato marocchino trentasettenne.
Il sequesto è da record: 223 chili di hashish, 5,5 chili di cocaina, circa 100.000 euro in contanti, una macchina conta-soldi professionale, diverse sim e telefoni, 5 apparati ricetrasmittenti e due carte di identità di cui una verosimilmente falsificata ed una in bianco attribuibili a Usai.
Arrestato anche Girolamo Montella, trentenne genovese incensurato che, per conto dei due fermati genovesi, aveva occultato in un magazzino 10 kg di hashish e 85.000 euro in contanti.
Usai, avvalendosi del 28 enne genovese che, oltre a funzioni di corriere e custode aveva una quota sullo stupefacente, aveva messo in piedi una rete di spaccio di hashish che, seguendo la rotta Milano – Spagna – Marocco, grazie all’intermediazione del marocchino, riforniva il capoluogo e la regione di ingenti quantitativi di hashish di ottima qualità.
Le indagini erano cominciate quando, a metà dicembre, i carabinieri notavano un aumento dello spaccio in città. La droga arrivava a bordo di camion e da Genova Ovest, veniva scaricata e caricata su un’auto e così distribuita in diversi magazzini a coronata e nel centro storico. All’arrivo di una grossa partita depositata in uno dei magazzini, i carabinieri hanno proceduto al sequestro facendo in modo che possa sembrare un furto comune per continuare le proprie indagini. È a quel punto che Montella coinvolge Gallione che mette a disposizione il box del quale ha la disponibilità. Ma a quel punto Usai si fa sospettoso e i militari del Nucleo investigativo temono che possa scappare. Per questo, il magistrato decide i fermi.
Le attività investigative proseguono per accertare il canale di provenienza della cocaina e la relativa rete di spaccio.
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