Nautica, veleni e denunce. Vitelli annuncia di aver querelato Demaria
È guerra aperta tra Nautica Italiana e Ucina Confindustria Nautica. Paolo Vitelli, presidente dell’associazione che raggruppa diversi grandi cantieri usciti dall’associazione datoriale “tradizionale”, risponde ora con querele e una lettera al vetriolo, a Carla Demaria, presidente Ucina, che nei giorni scorsi aveva attaccato duramente il programma di iniziative annunciato dai “transfughi” che, tra le altre cose, hanno detto di voler organizzare due grandi eventi, uno dedicato alla piccola nautica (in Liguria o in Toscana) e uno internazionale per la grande nautica (in Campania o in Sardegna). De Maria ha parlato di <iniziativa mediatica messa in campo da Lamberto Tacoli (Crn) e Giovanna Vitelli (Azimut) per disorientare il comparto, alimentata da protagonismi personali e che sta avendo l’unico effetto di danneggiare in modo consapevole il settore>.
<Lo stesso vice ministro allo Sviluppo Economico, Carlo Calenda – aveva scritto Demaria ai soci – ha convocato Giovanna Vitelli e Lamberto Tacoli al Salone di Genova e ci ha detto chiaramente che di fronte alla spaccatura, il Governo non avrebbe più sostenuto il settore. Per essere più chiari, né gli uni né gli altri>.
<Confindustria è la casa di tutti – aveva aggiunmto Demaria riferendosi all’intenzione di Nautica Italiana di confluire in Confindustria e alla presenza a titolo personale di Squinzi alla loro iniziativa – Qualcuno può anche ritenerla piccola e uscirne, come è successo con Fiat, ma sbattere la porta per pretendere di rientrare con un gruppo ben più ristretto, al solo fine di averne il controllo è inaccettabile>.
Poi, Demaria aveva attaccato direttamente Paolo Vitelli, presidente di Azimut-Benetti: <Giovanna Vitelli, che ha tenuto a battesimo l’iniziativa, – aveva scritto Demaria – meglio di altri dovrebbe sapere la differenza fra il dire e il fare, posto che il padre Paolo è stato negli ultimi due anni e mezzo un deputato della Repubblica – si è dimesso con decorrenza 17 settembre 2015-, lasso di tempo in cui ha presentato cinque disegni di legge, nessuno dei quali ha iniziato il suo iter. Quel che è più grave è che Paolo Vitelli è quasi riuscito a far ritardare di un anno l’approvazione della Legge delega di riforma del Codice della nautica, ottenuta per l’apertura del Salone, e di cui abbiamo assoluta necessità. Prima di lasciare ha infatti depositato alcuni emendamenti che, se accolti, avrebbero impedito l’approvazione della Legge, rinviando a una nuova lettura del Senato. Un fatto sul quale abbiamo taciuto in un estremo tentativo di apertura e colloquio, mortificato ancora una volta da falsità e trovate mediatiche>.
Paolo Vitelli risponde ora con una lettera durissima e annunciando che di aver sporto querela contro la presidente Ucina. La pubblichiamo integralmente
Sconcertato e offeso per le accuse infondate e false della signora Demaria, dipendente di un cantiere estero con una piccola produzione in Italia, e aggressivo presidente Ucina, mi vedo costretto a rispondere con un po’ di storia e molta verità, ferma restando la querela risarcitoria e l’azione penale che ho avviato vista l’assurdità delle accuse.
La storia: 46 anni di mio impegno nella nautica ( Azimut Benetti è il più grande cantiere di barche a motore nel mondo), 20 anni di attività associativa spesi con spirito di servizio e nell’interesse di tutti i comparti, 8 come presidente Ucina ottenendo, tra gli altri: abolizione della tassa di stazionamento, leasing nautico agevolato , immatricolazione solo oltre i 10 metri, patente solo oltre i 40 cavalli, la Legge 172, testo unico della nautica, il primo Codice della Nautica, ecc.
Assieme a tutti gli associati abbiamo così creato le migliori condizioni per il boom della nautica italiana durato fino al 2007, aiutato anche dal più bel Salone del mondo.
Oggi combatto, come tutti gli operatori del settore, per la sopravvivenza delle nostre aziende e perché la nautica agganci finalmente la piccola ripresa economica internazionale.
Nella mia esperienza di parlamentare sono stato principalmente assorbito dal mio ruolo nel Copasir ( esclusivo comitato per il controllo dei servizi segreti ) ma ho anche sviluppato decine di proposte che poco per volta vengono adottate; l’attuale legge di stabilità ne contiene qualcuna. Inoltre ho proseguito il mio impegno per il settore, battendomi in Parlamento per portare avanti le istanze del comparto evitando fra l’altro che la Commissione Trasporti congelasse la Legge Delega per il Codice.
Ho organizzato personalmente un tavolo con i Ministri Lupi e Alfano e tutte le istituzioni legate al mare, fra cui Ucina, da cui è scaturita la Direttiva che ha permesso la riduzione del 40% dei controlli in mare.
Non mi sono mai sognato di tardare l’approvazione della, pur debole, legge delega per la riforma del Codice. Anzi! Ho presentato, come molti colleghi, degli emendamenti migliorativi, peraltro concordati con associazioni facenti capo ad Ucina, tuttavia prontamente ritirati perché l’approvazione della legge non avesse ritardi. A questo proposito ho raccomandato di ridurre il tempo di 24 mesi per la pubblicazione del Codice e questa raccomandazione è stata raccolta dal mio partito e accolta dal governo come “Ordine del giorno” pochissimi giorni dopo le mie dimissioni.
Quale fondatore e presidente della più grande azienda nautica italiana, mi sento impegnato a difendere gli interessi dell’intero settore e ovviamente di questa impresa di famiglia. Interessi che di fatto coincidono.
Ho aderito a Nautica Italiana, per unire le forze con i colleghi virtuosi, per poter vincere la crisi contrastando l’immobilismo, la mancanza di capacità di “fare squadra”; perché il settore possa beneficiare di una vera attenzione del Governo e di quella promozione e credibilità internazionale che i nostri meravigliosi prodotti meritano. A mio avviso, tutte mancanze gravi (di Ucina) di questi ultimi anni.
Denuncio con forza e sdegno i continui attacchi alla mia persona, infondati e falsi. Mi auguro che un giorno, spero molto presto, la nautica italiana possa ritrovare la coesione necessaria per essere vincente. Ma per farlo, occorre abbandonare la falsità e sostituirla con il rispetto, l’unità e la collaborazione.
Noi siamo pronti, ma i facinorosi devono occuparsi d’altro.
Paolo Vitelli
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