Mercatino di Turati, progetto pronto ma “rimandato a settembre”

di Monica Di Carlo
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Sono 147 i venditori del “mercatino di Turati” censiti da Arci, Caritas e associazioni del terzo settore che stanno collaborando col Comune per risolvere un problema che dura da anni e al quale adesso, complici in parte  la campagna elettorale per le regionali e le tensioni della maggioranza di Tursi, si sta cercando una soluzione. Probabilmente in pochi se l’aspettano, ma ben 130 dei venditori sono muniti di regolare permesso di soggiorno e due hanno cittadinanza italiana. Il blocco più numeroso, che supera il centinaio di soggetti, è quello marocchino, al quale si aggiungono, due tunisini, due romeni, appunto due italiani, oltre a un gruppetto di senegalesi a un ghanese, un cittadino della Costa d’Avorio, a un paio di persone provenienti dal Mali. Parte degli irregolari è, per altro, in attesa del riconoscimento dello status di rifugiato politico proveniendo da stati in guerra o  dove i diritti civili non esistono.
Il mercatino, nella versione 2.0 (cioè, all’insegna della legalità) stava per partire, pare con il pieno accordo di tutta la maggioranza del Consiglio Comunale, ma un paio di giorni prima dell’avvio della sperimentazione è successo qualcosa: il capogruppo del Pd Simone Farello ha presentato una mozione in consiglio comunale. Mozione ritirata in serata, ieri, ma dopo un paio di giorni in cui l’intero Pd ha sudato sette camicie per convincerlo a desistere. Quella che rischiava di diventare la crisi definitiva per la compagine dem nella Sala Rossa di Tursi è stata sventata in zona cesarini. Pare che a questo scopo sia volato a Genova da Roma anche il parlamentare Mario Tullo.
Farello spiega che non esiste alcuna discrepanza sul merito (cioè, sulla necessità di risolvere questa questione azzerando l’illegalità, permettendo agli stranieri regolari di effettuare un libero scambio realizzando un appositi regolamento), ma contesta il metodo e, in particolare, la scarsa condivisione con abitanti e commercianti della zona scelta ai quali lui stesso, all’epoca assessore al traffico aveva promesso i 38 posteggi dell’area di corso Quadrio destinata dalla giunta Doria al “mercatino”. Circostanza che Antonella Davite, presidente del Civ Confesercenti Sarzano Sant’Agostino e portavoced i una serie di associazioni di abitanti del centro storico, sottolinea da mesi.
Alla fine, Farello, pur ritirando la mozione (che era stata appoggiata dalla minoranza e non da tutta la maggioranza nè dal M5S) ha ottenuto di tornare a discutere in commissione del progetto, opzione appena due giorni fa esclusa dalla conferenza dei capigruppo. In soldoni, di rimandarne l’attuazione a settembre. Il capogruppo Pd “consiglia” all’assessore alla Legalità Elena Fiorini di utilizzare questo tempo per  avviare un “percorso di dialogo e ascolto con residenti e commercianti con residenti e negozianti”, una condivisione il cui concetto era previsto come centrale anche dalla mozione. Farello ammette che nell’ultimo mese e mezzo l’amministrazione ha imboccato, per i venditori, un percorso che punta alla soluzione del problema (anche se per lui il metodo è sbagliato) e ricorda che bisogna andare <non verso la legalizzazione, ma verso la legalità>.
Toccherà, ora, al Questore approntare il personale (generalmente scarso, ma in estate ulteriormente ridotto a causa delle ferie) per almeno un altro mese di sorveglianza. Polizia e carabinieri, insieme alla polizia municipale, infatti, da qualche mese garantiscono controlli massicci che hanno portato all’individuazione dei ricettatori (quasi sempre italiani) che gravitavano sul mercatino e a individuare e isolare l’illegalità che utilizzava il suq come base. da qualche tempo, il suq si scolge di notte in Sottoripa e spesso vengono effettuati controlli, l’ultima volta tre giorni fa. Farello, nella sua mozione aveva ricordato che <il cosiddetto Mercatino di via Turati non è un problema di sicurezza urbana, ma di ordine pubblico>e come tale non competenza della polizia municipale, ma di polizia di Stato e carabinieri, pur chiedendo poi per il reparto Commercio della pm (non propriamente sguarnito, visto che consta di oltre 50 elementi da quando ha inglobato il Nac, Nucleo anti abusivismo commerciale) <le adeguate dotazioni organizzative> (…) anche <attraverso l’attivazione di specifici progetti (lo strumento che consente integrazioni salariali legate ad attività particolari> come previsto dalla contrattazione aziendale del Comune di Genova. Da sempre, ma ancor più negli ultimi mesi, il servizio viene svolto, però, solo in parte da quelli che una volta si chiamavano “vigili annonari”, essendo impegnati con consistente dispiegamento di uomini i distretti territoriali e, in particolare, quello del centro. Anzi, lo sforzo straordinario e prolungato mette a volte in crisi l’organizzazione degli altri servizi sul territorio, perché la coperta è corta non solo per la polizia, ma anche per la municipale territoriale.
Bisognerà davvero aspettare fino a settembre, con le divise dello Stato e del Comune a faticare a coprire i servizi e i venditori a dar vita al mercato notturno, per vedere il nuovo “Turati 2.0”? Per Farello, il passaggioin commissione deve essere fatto prima di procedere, ma erano in tanti, ieri, in consiglio comunale a dirsi certi che la sperimentazione partirà molto prima e che in commissione ci si arriverà a cose fatte.
Certo è che i commercianti e le associazioni degli abitanti della zona temono un blitz anticipato e si dicono decisi a non abbassare la guardia.
Ecco l’intervista ad Antonella Davite registrata ieri matina, cioè prima che la mozione fosse ritirata.

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