Cultura 

“Ottocento Svelato”, Nervi accende i riflettori: due nuove mostre tra collezionisti, mecenati e capolavori ritrovati

Venerdì 19 dicembre alle 17 doppia inaugurazione alla GAM e al Museo Raccolte Frugone. Le rassegne, visitabili fino al 29 marzo, fanno parte del progetto diffuso che racconta la Genova artistica del XIX secolo

Genova riscopre il proprio Ottocento con un doppio appuntamento nel cuore verde dei Parchi di Nervi. Domani, venerdì 19 dicembre alle 17, il polo di Arte Moderna e Contemporanea inaugura contemporaneamente due nuove esposizioni: alla Galleria d’Arte Moderna apre Artisti, Mecenati e Collezionisti nella Genova dell’Ottocento, mentre al Museo Raccolte Frugone prende il via Le Raccolte Frugone: una collezione d’arte dell’Ottocento per Genova. Entrambe resteranno visitabili fino al 29 marzo e rientrano nel programma di Ottocento Svelato. Racconti di collezioni e musei nella Genova del XIX secolo, un percorso che attraversa sedi diverse per ricostruire, tassello dopo tassello, l’identità culturale cittadina nel secolo delle grandi trasformazioni.

L’idea di fondo è semplice e ambiziosa: raccontare non solo le opere, ma anche le storie che le hanno portate nelle raccolte pubbliche e private. È la trama di passioni, scelte, donazioni e intuizioni che ha contribuito a costruire – spesso in modo decisivo – le collezioni civiche genovesi. “È un viaggio nella Genova artistica dell’Ottocento”, sottolinea l’assessore alla Cultura Giacomo Montanari, “un’occasione per capire come collezionismo e mecenatismo abbiano plasmato l’identità culturale della città” e, allo stesso tempo, per valorizzare concretamente il polo museale di Nervi.

Alla GAM un secolo raccontato in cento opere (molte mai viste)

Il cuore della proposta della GAM è una selezione di circa cento lavori: dipinti, sculture e documenti che arrivano da collezioni pubbliche e private, con un elemento che promette di fare la differenza per appassionati e curiosi: una parte importante del materiale è inedita, poco nota al grande pubblico o assente da Genova da oltre un secolo.

Il percorso è costruito come una mappa tematica dell’Ottocento genovese e italiano, intrecciando tre piani: la storia delle collezioni, i gusti del tempo e il ruolo delle istituzioni culturali che hanno fatto da motore alla vita artistica.

Uno dei fili conduttori è la nascita e l’evoluzione delle grandi raccolte cittadine: dalla collezione del principe Odone di Savoia a quella della duchessa di Galliera, in una Genova che, nel corso del XIX secolo, riesce a produrre patrimoni d’arte di livello nazionale. Proprio la collezione Odone – donata alla città dal padre Vittorio Emanuele II – è ricordata come uno dei primi nuclei su cui si è formata la stessa GAM.

C’è poi il capitolo del “gusto”: l’Ottocento genovese – come accade in molte città italiane – è attraversato dalla passione per il paesaggio e la pittura di genere, ma con una specificità locale ben riconoscibile nelle vedute della città e del suo territorio, tra mare, colline e scorci urbani.

Un ruolo centrale lo assume anche la Società Promotrice di Belle Arti di Genova, nata nel 1849 tra le prime in Italia con lo scopo di sostenere la produzione contemporanea e di ampliarne la circolazione. In mostra, una sezione restituisce l’idea di una Genova crocevia di scambi: un luogo capace di accogliere artisti e linguaggi da diverse regioni, mettendo in dialogo la scena locale con la vivacità dell’arte italiana dell’epoca.

La scultura trova spazio in un focus dedicato a Giulio Monteverde, con bozzetti e opere legate anche a Staglieno, ricordato come “museo a cielo aperto” della statuaria ligure. Un capitolo che permette di leggere l’Ottocento non solo attraverso le tele, ma attraverso la materia e i simboli della memoria cittadina.

Non è solo una mostra “temporanea”: parte delle opere provenienti dai depositi civici, una volta terminata l’esposizione, entrerà stabilmente nel percorso permanente della GAM. Un segnale di rinnovamento che accompagna il progetto: in occasione dell’iniziativa, infatti, anche l’allestimento e il racconto della collezione sono stati ripensati.

Alle Raccolte Frugone il collezionismo privato diventa racconto internazionale

Parallelamente, al Museo Raccolte Frugone si apre un approfondimento dedicato alla sua identità: un esempio di collezionismo privato tra Ottocento e primo Novecento con un respiro internazionale. Qui l’allestimento storico non viene stravolto, ma viene valorizzato come “cornice” per un dialogo speciale.

Tra le novità annunciate, l’arrivo di alcuni capolavori che nell’Ottocento erano stati esposti a Genova e oggi si trovano in collezioni fuori regione. Tra questi spicca la Femme di Giacomo Grosso, prestata da Palazzo Mazzetti di Asti, chiamata a confrontarsi con le opere più note e iconiche conservate a Nervi. Un innesto che punta a raccontare Genova non come scena isolata, ma come città capace di attrarre, ospitare e interpretare i linguaggi del suo tempo.

Un progetto diffuso e una promozione biglietti per seguire tutto il percorso

Ottocento Svelato non si esaurisce a Nervi: è una rassegna diffusa che coinvolge più sedi cittadine. Per questo è stata attivata una promozione: acquistando il biglietto per una delle esposizioni, si potrà accedere a tariffa ridotta alle altre mostre collegate (tra le sedi indicate: Palazzo Rosso, Museo Diocesano, Palazzo Lomellino). Fa eccezione l’esposizione al Museo dell’Accademia Ligustica di Belle Arti, dove l’ingresso è gratuito.

La rassegna è stata realizzata con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo e con la sponsorizzazione di IREN, a supporto dell’iniziativa culturale del Comune.

Due inaugurazioni, un unico racconto: l’Ottocento genovese come stagione di collezioni, idee e trasformazioni che oggi torna a farsi vedere – e rivedere – nelle sale dei musei, con l’ambizione di riportare Nervi al centro della mappa culturale cittadina.


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