Cultura 

Duecento anni di Palazzo Reale, i nuovi depositi e l’appartamento dei principi ereditari visitabili da martedì

Il bicentenario ricorda il 1824, quando i Durazzo cedettero la loro residenza di Via Balbi alla famiglia Savoia. Così il palazzo patrizio costruito e abitato dalle famiglie Balbi e Durazzo venne ribattezzato “Palazzo Reale”, diventando la residenza sabauda a Genova


Oggi Palazzo Reale ha festeggiato il bicentenario della sua fondazione con l’inaugurazione dei Nuovi Depositi, la riapertura dell’Appartamento dei Principi Ereditari e una serie di appuntamenti dedicati-

Sia l’Appartamento dei Principi Ereditari che i Nuovi Depositi si trovano nell’ala orientale del primo piano nobile del palazzo. A partire dal 9 aprile questi ambienti saranno visitabili tutti i martedì mattina e i venerdì pomeriggio con visite accompagnate, comprese nel biglietto di ingresso ai Musei Nazionali di Genova. L’Appartamento dei Principi Ereditari è stato chiuso al pubblico dall’inizio della pandemia a causa di problematiche legate alla contingentazione e alla gestione dei flussi. La riapertura di quest’ala di Palazzo Reale – con la novità dei Nuovi Depositi – costituisce un grande arricchimento per il percorso di visita.

I Nuovi Depositi sono un progetto con il quale il museo vuole mostrare ai suoi visitatori alcuni dei beni oggi conservati in quel che resta degli antichi depositi e guardamobili del palazzo.

L’allestimento di questi depositi attrezzati è stato fortemente voluto dalla Direzione di Palazzo Reale, con il coinvolgimento dell’architetto Giovanni Tironi. Come racconta Alessandra Guerrini, Direttrice dei Musei Nazionali di Genova: “l’idea dei Nuovi Depositi è nata per la prima volta negli anni Novanta e finalmente oggi si concretizza. Questi spazi sono strettamente collegati alle sale espositive, vogliono essere fruibili non solo per rendere visibili manufatti altrimenti nascosti alla vista, ma anche per mettere in luce una parte straordinaria e affascinante della storia di una grande residenza aristocratica genovese e dei meccanismi che ne garantivano il funzionamento”.

La prima conferenza organizzata in occasione dei 200 anni di Palazzo Reale si terrà giovedì 11 aprile alle 16.30: Residenze piemontesi da Carlo Felice a Carlo Alberto: i Castelli di Agliè e di Racconigi, a cura di Alessandra Giovannini Luca, Direttrice del castello di Racconigi. La presentazione metterà a confronto le scelte di gusto, l’entourage e le predilezioni collezionistiche e di committenza che, in quegli anni, orientarono i piani di riarredo e ammodernamento avviati da Carlo Felice nella residenza alladiese e da Carlo Alberto, suo successore al trono di Sardegna, nella tenuta di Racconigi.

Partecipazione alla conferenza con biglietto ridotto al costo di 6 €. Ingresso gratuito per possessori di card card annuali MNG e aventi diritto.


INFO E BIGLIETTI
Visita accompagnata all’Appartamento dei Principi Ereditari e ai Nuovi Depositi
Orari
a partire dal 9 aprile
martedì / ore 10:00-11:00-12:00-13:00
venerdì / ore 14:00-15:00-16:00-17:00
Biglietti
La visita è compresa nel biglietto di ingresso ai Musei Nazionali di Genova: intero 10€, ridotto 18-25
anni 2€, gratuito per possessori di card card annuali MNG e aventi diritto.
Non è richiesta la prenotazione.

I NUOVI DEPOSITI


I Nuovi Depositi – allestiti nei vecchi alloggi della servitù dell’ala orientale – sono un nuovo spazio che entra a far parte del percorso espositivo di Palazzo Reale, in cui sono conservati oggetti e suppellettili capaci di raccontare le vite delle persone che hanno abitato il palazzo nei secoli passati.
Per ciascun museo il deposito resta una porzione fondamentale, strategica, delle sue attività. Nel deposito non solo si ricoverano le opere non esposte, ma si proteggono quelle più fragili e quelle bisognose di restauri. Grazie ai depositi i musei possono predisporre rotazioni delle collezioni al fine di rendere fruibile il maggior numero di opere, ma anche di garantirne la loro migliore conservazione, mentre i capolavori possono trovare ampi spazi nelle sale espositive lasciando i “magazzini” alle perlustrazioni degli specialisti.
Eppure in una dimora storica il deposito assume un’identità del tutto particolare. I grandi palazzi patrizi e le grandi regge come il Palazzo Reale di Genova hanno potuto contare infatti in passato su una straordinaria rete di depositi legati perlopiù a finalità pratiche, agli usi e costumi dei proprietari, alle loro abitudini abitative e persino alle mode. Come documentano i suoi inventari storici, il palazzo di via Balbi, grande residenza aristocratica prima e reggia sabauda poi, poteva vantare depositi per la legna e per il ghiaccio, per la frutta e per il vino, per i piatti e i bicchieri, per le posate, per la biancheria e per i tessuti di sedie, poltrone e tendaggi con le loro passamanerie. Ciascun deposito aveva una sua collocazione precisa all’interno del complesso architettonico.
Quelli legati alle cucine si trovavano al piano terreno o al primo piano ammezzato; i guardamobili nei sottotetti; marmi, pietre e ferri negli ambienti sotterranei. L’uso e il mantenimento dei depositi era garantito poi da una folta schiera di domestici, maggiordomi, cameriere, addetti e impiegati, anch’essi divisi per categorie e specializzazioni. Le evoluzioni storiche, soprattutto quelle successive alla seconda guerra mondiale e alla definitiva trasformazione dell’ex reggia in un museo, hanno cancellato, insieme alle abitudini abitative, anche quella fitta trama di uffici specializzati nella gestione dei depositi, dei magazzini, degli archivi e delle guardarobe, di tutti i locali adibiti allo stoccaggio di merci e di oggetti, di beni e opere d’arte. Al presente gli spazi ancora destinati a quelle funzioni si contano infatti sulle dita di una mano e sono tuttora dislocati in luoghi difficilmente accessibili al grande pubblico.

 I beni di Palazzo Reale ricoverati in un deposito fuori città durante la Seconda Guerra Mondiale

L’APPARTAMENTO DEI PRINCIPI EREDITARI


L’appartamento nell’ala orientale del primo piano nobile del palazzo ha subito nel tempo numerose modifiche, ampliamenti e riduzioni. È formato oggi da dieci sale fastosamente arredate tra il 1841 e il 1842, in occasione delle nozze del principe ereditario Vittorio Emanuele e Maria Adelaide d’Asburgo-Lorena.

Nel 1846 Federigo Alizeri scriverà che l’alloggio era stato “ristorato ed arricchito con Sovrana magnificenza”, per volere dell’allora re di Sardegna Carlo Alberto, ornato di stucchi dorati e di “drapperie che fascian le pareti con lusso principesco”. Vi furono chiamati a lavorare “in nobil gara”, “il fior de’ viventi artisti genovesi”: Giuseppe Frascheri (1808-1886), Michele Canzio (1787-1868), Michele Carlo Danielli (1822-1853) e Giuseppe Isola (1808-1893).
L’appartamento restò per tutto l’Ottocento e sino alla seconda guerra mondiale a disposizione delle visite della famiglia reale e di soggiorni più lunghi, come quello di Luigi Amedeo di Savoia, duca degli Abruzzi. Trasformato nell’ultimo dopoguerra per ospitare il Presidente della Repubblica, fu in seguito chiuso e utilizzato come deposito.


Nell’aprile del 1999, dopo un paziente e delicato restauro, è stato riallestito e aperto per la prima volta alle visite del pubblico. Si vollero raccogliere qui, oltre al mobilio e alle opere d’arte che l’avevano decorato in origine, tutte le memorie sabaude presenti nei magazzini del palazzo. Per quanto riguarda i dipinti, trasferiti in passato nelle sale del secondo piano nobile, negli uffici della Soprintendenza e nei depositi, sono tornati nell’appartamento secondo le collocazioni originali. La maggior parte degli arredi è quella voluta dai responsabili dell’allestimento del 1842. Nel 2005, infine, sono state inaugurate le ultime tre sale: la Camera da letto, lo Studio e il Bagno di Maria Adelaide d’Asburgo Lorena, duchessa di Savoia.

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