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Invasione della vespa velutina, la Regione mette in campo corsi per distruttori di nidi e arpe elettriche a protezione degli alveari

I congegni, sperimentati in Spagna fin dal 2012, hanno un effetto deterrente senza necessariamente uccidere gli animali. Per un’efficace installazione, l’arpa deve essere posizionata accanto a un alveare, lateralmente e in direzione perpendicolare all’apertura del volo. In questo modo, le api bottinatrici possono volare liberamente, mentre i calabroni, che tendono a spostarsi lateralmente tra gli alveari, hanno maggiori probabilità di finire sui fili elettrici

L’insetto asiatico è un problema reale per l’apicoltura. Le api sono il suo alimento preferito. Pur abilissimo predatore di api anche nel suo territorio di origine, è in Europa che questo imenottero riesce a minare seriamente l’esistenza delle comunità apiarie. Le specie apiarie del sud-est asiatico hanno adottato infatti dei comportamenti validi per combattere questo loro predatore e non ancora noti alle api europee. Nell’attesa che imparino come difendersi, bisogna aiutarle a evitare di essere sterminate dall’intruso.

«Sono in programma corsi per distruttori di nidi finanziati con il programma OCM in collaborazione con l’Università di Torino – conclude l’assessore regionale all’agricoltura Alessandro Piana – e sta riscontrando una evoluzione positiva la sperimentazione di arpe elettriche da mettere a protezione dell’alveare. Si tratta di apparecchiature semplici, alimentate spesso da piccoli pannelli fotovoltaici, che permettono il passaggio senza problemi delle api mentre bloccano la vespa velutina. Abbiamo già finanziato alcuni dispositivi per combattere la vespa velutina direttamente in campo; appurata l’efficienza del metodo li incrementeremo».

Si tratta di dispositivi sviluppati in Spagna fin dal 2012 che presentano un design ingegnoso: un telaio che sostiene fili elettrici scoperti attraverso i quali passa una corrente. Quando un insetto entra in contatto con questi fili, riceve una scarica elettrica che lo paralizza, senza necessariamente ucciderlo. Questa tecnologia consente di evitare l’uccisione indiscriminata degli insetti, assicurando invece una maggiore selettività nei confronti di quelli non dannosi, ma mantenendo comunque un effetto deterrente. Per coloro che desiderano eliminare gli insetti, è possibile integrare delle vasche d’acqua sotto i fili elettrici, dove gli insetti storditi cadono e affogano.

Le arpe elettriche sono composte da un telaio rettangolare di solito alto non più di un metro e largo circa 60-70 centimetri, con i fili elettrici disposti verticalmente a una distanza di circa 2 centimetri l’uno dall’altro. Il dispositivo è dotato di una batteria, un orologio e un pannello fotovoltaico che garantisce l’autonomia e consente l’utilizzo anche in aree remote.

Il tavolo apistico riunito ieri presso la sede della Regione, alla presenza del vice presidente con delega all’Agricoltura Alessandro Piana e delle associazioni Alpa miele e Apiliguria, ha delineato le nuove strategie di valorizzazione del comparto, che conta circa 3000 apicoltori e 24mila alveari in tutta la Liguria. Affrontate diverse tematiche dal bando OCM (Organizzazione Comune di Mercato del Miele) di 252mila euro per l’anno apistico 2023-2024 sino ai fondi del CSR (Complemento Regionale per lo Sviluppo Rurale) 2023/2027 in cui per la prima volta è stata pensata una misura dedicata all’apicoltura. Grande interesse anche sulle azioni di contrasto alla vespa velutina in sinergia con l’Università di Torino (Progetto Life) e con i fondi del Programma OCM (collaborazione con il Crea), con cui sono finanziati studi appositi.


“Dopo il grande successo dello scorso anno apistico con 275mila euro finanziati tramite l’OCM miele anche oggi le richieste sono elevate – dice l’assessore Alessandro Piana a margine del tavolo – a testimonianza della dinamicità e rappresentatività del settore. Regione Liguria ha pertanto richiesto al Masaf ulteriori fondi che si assommano ai 50mila stanziati per la formazione, agli oltre 180mila euro per acquisti di materiale, attrezzature, ape regine e sciami e ai 20mila euro circa per la promozione. Un altro canale da aprire è quello del CSR per stanziare premi agli apicoltori che portino i propri alveari in zone di rilevanza ambientale (ad esempio Parchi, Natura 2000…) per valorizzare l’impollinazione e quindi tutelare la nostra straordinaria biodiversità”. Continuano intanto le azioni di lotta alla vespa velutina e gli interventi attivi finanziati dal 2019 dalla Regione Liguria con il Parco delle Alpi Liguri e la Protezione civile, che si avvale anche di privati adeguatamente formati.

Foto: Sandra Rojas-Nossa, Università di Vigo

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