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Domani mare grosso. Arpal avverte: onde alte fino a 9 metri

Venti forti o di burrasca, localmente di burrasca forte, con raffiche prossime ai 100 km/h e mareggiate intense e molto pericolose per chi si avvicina troppo alla costa

Per domani, Arpal prevede venti: forti o di burrasca dai quadranti meridionali, localmente burrasca forte con raffiche prossime a 100 km/h nelle ore centrali; graduale attenuazione la sera e rotazione da Nord/Nordovest a Ponente. Il mare sarà molto agitato, localmente grosso su Cento-Levante per onda di libeccio con periodo fino a 10 s, mareggiate intense.
Ma cosa vuole dire “molto agitato” o “grosso”. Si tratta dell’altezza prevista delle onde. Il mare “molto agitato” vede onde alte da 4 a 6 metri, il mare “grosso” (il terzultimo grado di forze del mare della scala di misurazione) vede onde alte fino a 9 metri.

La scala Douglas è utilizzata per determinare lo stato del mare in base all’altezza media delle onde, chiamata altezza significativa.

È articolata in 10 gradi standardizzati che descrivono quale sia, in riferimento al moto ondoso, lo stato del mare. Si va dal grado 0 (mare calmo e onda inesistente) al grado 9 (mare tempestoso con onde più alte di 14 metri).

Ecco la suddivisione dei 10 gradi della scala Douglas:

Grado 0: mare calmo; altezza onde: 0 m
Grado 1: mare quasi calmo; altezza onde: < 0,10 m
Grado 2: poco mosso; altezza onde: 0,10 – 0,50 m
Grado 3: mosso; altezza onde: 0,50 – 1,25 m
Grado 4: molto mosso; altezza onde: 1,25 – 2, 50 m
Grado 5: agitato; altezza onde: 2,50 – 4 m
Grado 6: molto agitato; altezza onde: 4 – 6 m
Grado 7: grosso; altezza onde: 6 – 9 m
Grado 8: molto grosso; altezza onde: 9 – 14 m
Grado 9: tempestoso; altezza onde >14 m.

L’altezza delle onde viene calcolata in mare aperto utilizzando apposite boe dette “ondimetriche”. Questa scala si riferisce a quello che viene chiamato “mare vivo” (Wind Sea), ovvero fa riferimento al moto ondoso provocato direttamente dalla forza del vento presente in quella determinata zona. Esiste però anche un altro metodo di misurazione dello stato del mare che fa invece riferimento al cosiddetto “mare morto” (Swell). Questa seconda misurazione descrive il moto ondoso residuo, provocato precedentemente da un vento forte che però ha smesso di soffiare oppure provocato dalla forza del vento presente in altre zone.

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