Il Comune trasforma i marciapiedi in bancarelle di frutta e verdura. Romeo (Valpolcevera) e Lodi (Azione): non passano più passeggini e carrozzine dei disabili


Permessi rilasciati dalla Direzione Commercio, che due settimane fa ha bloccato uno mozione di Lodi dichiarandola inammissibile perché chiedeva l’annullamento in autotutela dei provvedimenti. La consigliera, ricordando anche problemi di igiene sollevati anche dalla Corte di Cassazione, ne ha prodotto un’altra che andrà in discussione oggi in consiglio comunale. Nel mirino: l’assessore Bordilli, accusata ieri dalla minoranza, (in contumacia, visto che anche in questo caso non era presente), in occasione della commissione su Genova Jeans, di essere sempre poco disposta al confronto in aula

Da tempo il presidente del Municipio chiede senza successo al Comune di intervenire perché in certi marciapiedi non passano più le carrozzine dei disabili e i passeggini. La consigliera comunale Lodi aveva tentato già la scorsa settimana di portare il tema (che interessa anche Cornigliano e altri quartieri) in consiglio, ma la sua mozione è stata considerata inammissibile. Questa settimana la rilancia, basandosi su una sentenza della Corte di Cassazione, che parla chiaro: “Agli esercenti commerciali di generi alimentari, con particolare riferimento ai venditori di frutta e verdura è vietata l’esposizione di frutta, legumi, erbaggi, generi alimentari e simili al di fuori dei locali di vendita sia su suolo pubblico che privato o di uso pubblico o aperto al pubblico”. A Genova, però, queste esposizioni vengono regolarmente autorizzate a fronte del pagamento del suolo pubblico. Così frutta e verdura vengono esposte allo smog (e non solo) prima della vendita. Per il Comune è sufficiente che siano sollevate di qualche decina di centimetro da terra, ma la sentenza della Cassazione non lo prevede.

«Già nel 2017 avevo scritto all’Assessore al Commercio Paola Bordilli spiegando che il fenomeno dell’esposizione di frutta e verdura sui marciapiedi stava completamente degenerando e che questo non solo in molti casi creava problemi a mamme con i passeggini e disabili in carrozzina, ma contrastava con le norme di igiene pubblica – spiega Federico Romeo, presidente del Municipio Valpolcevera, una delle zone in cui il problema è più sentito -. Qualche tempo prima mi ero confrontato con l’ex assessore Ivana Simonini (assessore al commercio storica ai tempi della giunta Campart e grande esperta del settore n. d. r.), poi con un altro assessore, Gianni Vassallo, che ai tempi aveva preso un provvedimento per ridurre il fenomeno. Sotto la giunta Doria si era cominciato ad autorizzare qualche installazione, in zone dove erano potenzialmente meno impattanti e lontane dallo smog, ma sotto l’assessorato di Bordilli il fenomeno è letteralmente esploso. Vero che c’è chi, abusivamente, espande la propria esposizione, ma la maggior parte delle esposizioni è autorizzata e a pagamento. Per terra si vedono casse di angurie e frutta e verdura, persino a portata di orina dei cani, non solo di smog. Nessuno di noi è contro i verdurai, ma qui la situazione è sfuggita di mano, tanto da rappresentare addirittura un problema per il transito pedonale. Ci sono esposizioni che sono diventate veri e propri bazar, che occupano anche 8 o 9 metri di fronte, con strutture appese con i tasselli fischer alle facciate dei palazzi. La mia segnalazione è rimasta inascoltata dall’assessore Bordilli e la situazione è ulteriormente peggiorata. Ne abbiamo discusso in Consiglio municipale e il tema della rimozione di quelle che sono diventate barriere architettoniche è stato votato quasi all’unanimità, ma non è bastato a convincere l’assessore a intervenire».








Nel luglio di quest’anno è arrivata in Consiglio comunale un’interpellanza di Valter Pilloni di Vince Genova (la lista del Sindaco), sempre particolarmente attento alle questioni di ecosostenibilità. È lo stesso consigliere che ha presentato la mozione sul lancio di palloncini che poi ricadono al suolo, inquinando. Ma anche in quel caso l’Assessorato aveva fatto orecchie da mercante di fronte a un problema più volte segnalato, sostenendo la regolarità e dicendo che erano stati avviati controlli per gli abusi.
Secondo Cristina Lodi, consigliera comunale del Gruppo misto, in forze ad Azione, non si tratterebbe tanto di abusi, che pure, spiega, esistono, ma di procedure comunali.
«Il Comune di Terni ha emesso un’ordinanza che, di fatto, vieta l’esposizione soprattutto di frutta e verdura sui marciapiedi che qui riporto in parte: “Agli esercenti commerciali di generi alimentari, con particolare riferimento ai venditori di frutta e verdura è vietata l’esposizione di frutta, legumi, erbaggi, generi alimentari e simili al di fuori dei locali di vendita sia su suolo pubblico che privato o di uso pubblico o aperto al pubblico”. Tenuto conto che l’ordinanza prende spunto da una sentenza della Corte di Cassazione in cui si ritiene “che la messa in commercio di frutta all’aperto ed esposta agli agenti inquinanti costituisca una violazione dell’obbligo di assicurare l’idonea conservazione delle sostanze alimentari e rispettare l’osservanza di disposizioni specifiche integrative del precetto”. Secondo la citata sentenza, nei casi che “cassette di verdura (alimenti) vengano esposte all’aperto a contatto con agenti atmosferici e gas di scarico dei veicoli in transito, sussiste l’illecito di cui all’art. 5, lett. b) della legge 283/1962 sanzionato dal successivo art. 6, che prevede l’arresto fino ad un anno o l’ammenda da € 309,87 a € 30.987,41. Per l’affermazione di penale responsabilità del reato di cui sopra a carico del relativo autore del gesto, si ritiene sufficiente il diretto accertamento da parte della polizia giudiziaria. Senza bisogno di analisi sui prodotti che attestino lo stato di cattiva conservazione”. Rilevato che anche a Genova si presenta questo problema molto evidente, Certosa (ma anche Cornigliano e altre zone n. d. r.) è invasa da cassette di frutta e verdura che invadono i marciapiedi, con lunghezze di occupazione assai rilevante anche fino a 4/6 metri lineari e in altezza, con casi di agganciamento delle stesse ai muri dei palazzi con la sensazione che all’Amministrazione Comunale sia sfuggita di mano la situazione. Preso atto che purtroppo buona parte di queste attività hanno l’autorizzazione rilasciata dal Comune per occupare spazi così grandi, creando un notevole disagio al passaggio sui marciapiedi (in alcuni casi non passa neanche la carrozzella dei disabili). In altri casi sono abusivi, ma anche se vengono sanzionati, il giorno dopo la situazione è la stessa. Si trovano anche cassette di frutta che toccano il suolo», la mozione che sarà discussa oggi vuole impegnare il sindaco e la Giunta «ad attivarsi al fine di prendersi carico delle situazioni, per le azioni politiche e di indirizzo di propria competenza a cui di norma fanno seguito le attività degli uffici preposti».
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