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Cetaceo morto arenato tra gli scogli ai Piani d’Invrea. Sul posto ci sono i Vigili del fuoco – FOTO

È urgente rimuovere la carcassa a causa degli effluvi maleodoranti causati dalla decomposizione e dei potenziali problemi sanitari che può causare. Tra i rischi, anche se piuttosto remoto, c’è anche quello di esplosione. Vi spieghiamo il perché

Si tratta della carcassa di un capodoglio lunga circa 10 metri.

Una delle possibili cause della morte, insieme a quelle naturali (ad esempio l’età) è l’ingestione della plastica. Una femmina di capodoglio incinta era stata trovata morta arenata su una spiaggia fuori Porto Cervo, in Sardegna, nella primavera del 2019. Quando scienziati e veterinari le hanno sezionato utero e stomaco, nel suo ventre hanno trovato ammassati un piccolo morto di cui era incinta e quasi 23 chili di rifiuti di plastica: bottiglie, sacchetti, tazze, ciabatte, un pezzo di tubo di corrugato in pvc, un sacchetto di detersivo. La plastica riempiva più dei due terzi del suo stomaco. Erano visibili anche i resti di alcuni calamari che aveva mangiato. Probabilmente, i nutrienti di quel cibo non sono mai stati assimilati, perché l’intestino era bloccato dall’ammasso dei rifiuti di plastica ingeriti.

Molti spiaggiamenti sono da attribuire a cause naturali e a fattori ambientali, come il brutto tempo, la debolezza dovuta all’età avanzata o alle infezioni, la difficoltà nel parto, gli errori di navigazione. Alcuni spiaggiamenti potrebbero verificarsi quando i cetacei seguono delfini in acque poco profonde lungo la costa: in caso di condizioni avverse nei flussi di marea e della topografia del fondale marino, i cetacei più grandi possono rimanere intrappolati.

Molte carcasse di balena non raggiungono mai la costa e vengono divorate dai saprofagi o si decompongono depositandosi sul fondo dell’oceano, dove vanno a formare la base di un ecosistema locale unico. Altre arrivano a riva.

Quando, però, le carcasse raggiungono la costa o muoiono nelle acque antistanti e, come in questo caso, restano imprigionate sugli scogli (nelle zone dove le maree sono importanti possono essere galleggiare fino alla spiaggia e rimanerci al ritiro delle acque), diventano fonte di malattie e inquinamento. A causa dell’alto isolamento termico del blubber (uno spesso strato di tessuto adiposo vascolarizzato sottocutaneo, presente nei cetacei, nei pinnipedi e nei sirenii), la temperatura interna della carcassa di una balena può rimanere sui 30 °C anche per tre giorni, rendendola un ambiente ideale per i microorganismi anaerobici. Una carcassa così grande è difficile da rimuovere e tipicamente viene interrata con l’aiuto di mezzi pesanti oppure trascinata in alto mare e smembrata con l’esplosivo. In alcuni casi le carcasse sono state fatte esplodere sulla terraferma, con effetti spesso indesiderati. La carcassa può inoltre riempirsi di gas infiammabili prodotti dalla decomposizione stessa ed esplodere spontaneamente.

Tra i rischi possibili (anche se non frequenti) c’è proprio quello di esplosione dell’animale. Quando una balena muore, il suo corpo entra in un processo di decomposizione, e l’esplosione è uno degli eventi possibili in questa circostanza. Durante la fase iniziale, i batteri presenti nel suo intestino iniziano a degradare i tessuti, producendo gas come sottoprodotto. Questi gas si accumulano all’interno del corpo della balena, aumentandone gradualmente la pressione interna, e se questa pressione diventa eccessiva, può provocare l’esplosione. Ciò può accadere in diverse situazioni, come quando il corpo viene toccato, maneggiato o tagliato per un’autopsia. Una volta avvenuta l’esplosione, i gas all’interno della balena vengono rilasciati insieme ad altri materiali biologici.

La carcassa di una balena spiaggiata non dovrebbe essere consumata. Nel 2002, 14 abitanti dell’Alaska mangiarono il blubber di una balena spiaggiata: 8 di loro svilupparono il botulismo e due di essi dovettero far ricorso alla ventilazione meccanica.

Foto di Gianluca Bruno

Sul posto sono giunte anche due barche della Capitaneria. La puzza è insopportabile. Non è più possibile avvicinarsi alla carcassa.

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