Sant’Egidio e sindacati, un camion di aiuti al mese per la popolazione alle prese con il freddo oltre che con la guerra
Mentre si avvicina il primo anniversario dall’inizio della guerra in Ucraina, con i rigori dell’inverno, aumentano i bisogni di tante persone colpite dal conflitto armato e diminuisce la solidarietà internazionale. Per questo, la Comunità di Sant’Egidio di Genova, con il supporto dei sindacati pensionati FNP CISL, SPI CGIL e UILP, ha lanciato la campagna “Un camion di aiuti al mese” per inviare ogni trenta giorni un tir carico di aiuti alimentari che Sant’Egidio distribuirà in tutta l’Ucraina nel periodo invernale

«Grazie all’impegno di tutte le Comunità di Sant’Egidio, da Roma e da tutta l’Europa non hanno mai cessato di essere inviati aiuti agli ucraini e, da Leopoli a tutto il Paese, Sant’Egidio distribuisce ogni mese tra 9 e 10mila pacchi alimentari in 110 punti distribuiti su tutto il territorio nazionale – dicono alla Comunità -. A causa del freddo e dell’intensificarsi dei bombardamenti, però, aumentano le necessità a cui rispondere. Per questo la Comunità di Sant’Egidio di Genova ha deciso di inviare ogni mese a Leopoli un camion di derrate alimentari a lunga conservazione che, unendosi agli aiuti provenienti dalle altre Comunità, verranno distribuite alla popolazione attraverso la rete di volontari delle Comunità ucraine per tutto il periodo invernale. Le tre principali sigle di sindacati pensionati – FNP CISL, SPI CGIL e UILP – da tempo vicine a Sant’Egidio in azioni di supporto alla popolazione anziana, hanno scelto di sostenere questo sforzo coinvolgendo i loro iscritti in una raccolta di fondi».

«Di fronte a questa crisi – spiega Andrea Chiappori, responsabile della Comunità di Sant’Egidio in Liguria – è necessario trovare alleanze nuove per non farsi prendere dalla rassegnazione, perché solo unendo le energie di tutti possiamo costruire un futuro diverso. Non possiamo abituarci al dolore della gente, non possiamo rassegnarci alla guerra, e l’unica vera alternativa all’indifferenza è la solidarietà».

Ivano Bosco, segretario generale dello Spi CGIL afferma: «abbiamo accolto da subito e volentieri la proposta di Sant’Egidio: è un modo concreto per sostenere quella popolazione che ha bisogno di ogni genere di conforto e un modo per differenziarci dai cosiddetti “grandi” del mondo. Mentre infuriano dibattiti e polemiche su un altro invio di carri armati e armi, c’è chi si autofinanzia per spedire viveri e medicinali. Tacessero le armi, forse queste voci che portano pace si ascolterebbero meglio e le persone potrebbero ricominciare a vivere».
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.