Oggi a Genova 

Porta dei Vacca, i restauri della torre a mare dalla sommità a terra insieme al restauratore Briano

In un video il racconto dell’intervento di recupero che si è appena concluso e che ha messo rimedio anche a problemi di staticità dell’edificio quasi millenario minato dal tempo, ma anche dai restauri degli ultimi secoli

Nel 1155 si rese necessario l’ampliamento della cinta difensiva verso nord-ovest fino a comprendere quella delle tre entità territoriali, Castrum – Civitas – Burgus, che era rimasta fuori della cerchia romana e alto medievale, il Borgo.

Queste mura del XII secolo partivano dalla chiesa di Santa Croce, la chiesa allora della comunità dei Lucchesi in Genova come risulta da un atto del 1128, che si trovava presso Sarzano, accanto al Castello. Il circuito delle mura tralasciava il versante a mare del colle di Sarzano che per lo strapiombo sul mare non richiedeva ulteriori fortificazioni.

Dalla Porta Soprana la nuova cinta muraria ampliava notevolmente la porzione di città racchiusa in essa, rispetto a quella precedente. Da questo punto si prolungava per circa 2,4 km, racchiudendo un territorio di 55 ettari.

Raggiunto il colle di Piccapietra, il circuito delle mura ripiegava dopo un brevissimo rettifilo ed una piccola curvatura, tracciando il confine del convento di San Colombano, poi Ospedale degli Incurabili o Ospedaletto, che ne restava all’esterno, e raggiungeva la Porta Aurea dalla quale prese il nome il sestiere di Portoria sul colle di Piccapietra.

La Porta Aurea, essa pure con due torri a pianta a ferro di cavallo, mozzate nel XVIII secolo, veniva definitivamente demolita nei primi anni sessanta del Novecento con la realizzazione del nuovo quartiere.

Il tratto terminale lungo via delle Fontane giungeva alla costa terminando nella Porta dei Vacca o di Santa Fede, dal nome della chiesa templare che sorge nei paraggi.

Le torri di Porta di Santa Fede (o dei Vacca), l’ingresso a ponente della città all’epoca della costruzione della cinta.

La costruzione della cinta durò diversi anni, fino al 1163, ma le condizioni di politica internazionale, in particolare i rapporti con l’imperatore Federico Barbarossa determinarono un’accelerazione, come testimonia il Caffaro ed in appena cinquantatré giorni un incredibile sforzo di tutta la popolazione rese possibile il portare a termine le opere ancora incompiute.

Dal punto di vista architettonico, come la più conosciuta Porta Soprana, Porta dei Vacca è formata da due torri semicircolari coronate da una merlatura ghibellina, che fiancheggiano verso l’esterno un arco a sesto acuto, mentre il lato interno presenta un protiro sostenuto da due ordini di colonne con capitelli a motivi zoomorfi e fitomorfi. Il cammino di ronda, come la sommità delle torri, è protetto da una merlatura ghibellina aggiunta da Alfredo d’Andrade (Lisbona, 26 agosto 1839 – Genova, 30 novembre 1915): architetto, archeologo e pittore portoghese naturalizzato italiano essendogli stata conferita nel 1912, tre anni prima della sua morte, la cittadinanza italiana.

Un lavoro di restauro e recupero effettuato negli anni 1960-61 ha liberato dalle sovrastrutture settecentesche la torre a mare e riportato alla luce l’originaria struttura a architettonica, evidenziando i conci di pietre squadrate e gli archetti pensili al di sotto della merlatura.

Altri restauri vennero fatti nel 1992 e conferirono alla torre un aspetto violaceo per nulla naturale.

Qualche anno fa, la torre a mare stava aprendosi in alto come una banana sbucciata, con il relativo rischio di crollo. Il condominio ha avviato i lavori di recupero. I vari restauri precedenti hanno fatto parecchi danni.

Siamo saliti sulla sommità della torre a mare col restauratore Marco Briano che ci ha raccontato gli interventi.
Il video in HD

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