Commercio 

Una trentina di ristoratori manifesta a De Ferrari contro le misure anti Covid

Iniziativa organizzata da Enrico Vinelli, titolare di un pubblico esercizio del centro, a cui ha partecipato anche lo chef Alessandro Dentone oltre a qualche collega di Genova e della riviera. Nel mirino: il Governo

I ristoratori, secondo i quali <i locali non sono luoghi di contagio>, si sono dati appuntamento con un tam tam sui social, al quale forse molti non hanno risposto con la presenza perché oggi, come domani, potranno lavorare almeno a pranzo e hanno deciso di approfittare della “finestra” tra le giornate di divieto perché la loro situazione economica è molto difficile.
La manifestazione, pur svolgendosi ai piedi della Regione, in piazza De Ferrari, ha mirato al Governo e ha visto la presenza dell’assessore regionale alle attività produttive, il leghista Andrea Benveduti. Secondo il cuoco Alessandro Dentone (nella foto in copertina), che con queste parole aveva lanciato l’appello alla partecipazione ai colleghi, <La misura è colma, il Governo ha mancato di responsabilità troppe volte verso il comparto turistico e della ristorazione. Abbiamo obbedito ai dictat, per il bene della Nazione ritrovandoci, poco dopo, capro espiatorio. Siamo lavoratrici, lavoratori, imprenditori e siamo stufi del comportamento di un Governo schizofrenico che non ci dà risposte, né tempi certi. Sono andati in fumo miliardi di Euro e migliaia di posti di lavoro. Morti che camminano>. Aggiungendo <Chiediamo rispetto! Vogliamo lavorare, non elemosine>.
Critiche al Governo e per la mancanza di controlli sono arrivate da Enrico Vinelli che sulla sua bacheca Facebook ha scritto: <Le persone rispettano le regole imposte da gente credibile. Così come a scuola, il professore in gamba insegna nel silenzio e il professore incapace non riesce a far rimanere seduti i ragazzi. Ieri, in teoria zona rossa, in giro per Genova c’era gente ovunque. Le persone si sono stancate di seguire imposizioni stupide, non studiate e che cambiano ogni 3 giorni. Avete perso credibilità, la stessa che vi era stata data a marzo e aprile quando le persone se ne stavano buone in casa a cantare dai terrazzi. Io spero che arrivi una terza ondata, ma che sia un’onda alta e che vi sommerga tutti>. In piazza, stamattina, ha anche denunciato che ieri, in un noto supermercato del levante cittadino, c’era pieno di persone>.
I ristoratori, quindi, non condividono la modulazione italiana delle misure Covid, imposte come in molti altri Paesi dell’Europa e del mondo e sostengono che <strade, mezzi di trasporto, centri commerciali e supermercati che esplodono di gente, con contagi in rialzo, mentre noi siamo chiusi>.

<Chi fa impresa non può vivere nella continua improvvisazione e insicurezza. Non è pensabile organizzare il lavoro proprio e dei propri dipendenti, senza sapere se due giorni dopo sarà possibile o meno riaprire. Servono ristori certi e cospicui. Altrimenti si lascino lavorare i ristoratori”. Lo dice l’assessore regionale allo Sviluppo economico Andrea Benveduti al termine dell’incontro con titolari di bar e ristoranti.
<Condivido la civile disperazione di questi lavoratori – aggiunge Benveduti – Da tempo, come Regione Liguria, chiediamo chiarezza e una strategia condivisa al governo. I ristoranti sono aziende che devono prevedere una linea di spesa, e non è con questi continui stop and go che possiamo pensare di far ripartire un settore, che già in tempi non sospetti era corso ai ripari adeguandosi alle normative anti-Covid. E invece, nonostante questi sacrifici e senza alcuna evidenza scientifica a tale supporto, li si è etichettati quali fulcro del contagio>.
<Per nostra parte, e in attesa che il governo intervenga finalmente con importanti misure – conclude l’assessore –, provvederemo ad attivare nuove risorse a fondo perduto a compensazione di quelle piccole e piccolissime attività, oggetto delle restrizioni governative, e a supporto della digitalizzazione e dell’adeguamento produttivo delle microimprese>.
Una misura annunciata e che i sindacati chiedono legata direttamente al mantenimento dell’occupazione.

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