Toti accusa le autorità di polizia: «Non intervengono nelle manifestazioni dei centri sociali»
Oggi, in piazza De Ferrari, c’erano due manifestazioni. Una a cui hanno dato vita studenti, lavoratori della sanità, centri sociali, lavoratori a chiamata. L’altra di Genova Antifascista. Il Presidente della Regione ha descritto i partecipanti come <Gente che, più o meno, non faceva niente ieri, non faceva niente oggi, non farà niente domani>, persone che <passano la giornata in un centro sociale a suonare i bonghi> e ha aggiunto che le Divise controllano gli esercenti che <non portano la mascherina ben calzata sul naso mentre servono un caffè con cui vive la loro famiglia> ma a <certe persone, siccome sono cattivi, violenti, bruciano i cassonetti, nessuno dice niente>
Sotto: la trascrizione testuale di quanto ha detto Giovanni Toti:

<Tutto il pomeriggio, qua sotto, mentre io lavoravo, c’era una manifestazione di? Centro social? Autonomi? Non lo so, definitela voi come vi pare. Di gente che faceva casino coi tamburi, ululava, molti senza mascherina, con gli striscioni. Legittimo! Possono scrivere tutto. Toti è uno scemo, Toti non capisce niente. Ovviamente nei limiti della decenza, mi auguro. Ma anche nell’indecenza. Pazienza, abbiamo spalle larghe e sopportiamo tutto. Però erano tutti appiccicati, erano tutti assembrati, con i tamburi, gli striscioni, tutti appiccicati lì sotto. Sono stati ore lì sotto a tamburellare, a urlare slogan che io non condivido, ma loro hanno il diritto di gridare tutta la vita. Non so per cosa protestassero perché non mi sembrava di vedere lavoratori che hanno perso il lavoro, negozianti che hanno dovuto chiudere il negozio, medici stremati dalla fatica. Gente che, più o meno, non faceva niente ieri, non faceva niente oggi e non farà niente domani. Ha detto “Vabbè, sono tutti incazzati, facciamo casino anche noi. Passiamoci un sabato pomeriggio”. Bene anche questo: ho tolto anche il divieto di manifestazione nella città di Genova (la Liguria era l’unica che vietava le manifestazioni in forma statica n. d. r.), purché si facciano secondo le regole, cosa che loro non hanno fatto. Allora: è chiaro che io sono pronto a chiudere negozi, a chiudere locali, a chiudere bar per salvare i nostri cittadini, è chiaro anche che non è tollerabile, che non hanno nulla da fare tutto il giorno, che non lavoravano ieri, non lavorano oggi e non lavoreranno nemmeno domani, che passano la giornata in un centro sociale a suonare i bonghi o a passare la giornata… lasciamo perdere cosa possano mai fare dentro, si assembrino nelle nostre città protestando per qualcosa che non capisco e magari finendo ammalati e occupando un posto d’ospedale che magari servirebbe a un altro cittadino che invece ha rispettato le regole. Questo è intollerabile. Il nostro Stato, e lo dico a tutte le autorità di polizia della Liguria, non può chiudere ed essere feroce con coloro che hanno dovuto abbassare la serranda o che non tengono i tavoli a distanza o non portano la mascherina ben calzata sul naso mentre servono un caffè con cui vive la loro famiglia e lasciare che certe persone, siccome sono cattivi, violenti, bruciano i cassonetti, nessuno gli dice niente. Questa è una cosa intollerabile>.
Poi Toti si è affacciato alla finestra, ha inquadrato De Ferrari, e ha aggiunto:
<Per fortuna se ne sono andati. Erano lì sotto che tutti insieme facevano casino. Adesso io dico che siccome mandiamo poliziotti, carabinieri, Guardia di finanza, vigili urbani, guardie a cavallo a vedere se i nostri negozianti, i nostri artigiani, i nostri pizzaioli, i nostri fioristi rispettano le regole, anche quelli che non hanno nulla da fare il sabato pomeriggio dovrebbero rispettare le regole, perché poi si ammalano anche loro e poi finisce che occupano in posto nell’ospedale>.
Alla prima manifestazione ha aderito un gruppo eterogeneo di persone. Alcune, al megafono, hanno accusato con la stessa forza Conte, Toti, Bucci e la ministra Azzolina. Altri hanno chiesto sostegno al reddito o la Patrimoniale. Hanno parlato di sanità e di scuola, hanno chiesto finanziamenti per scuola, sanità soprattutto territoriale e trasporti pubblici e la redistribuzione della ricchezza. Una rappresentante degli studenti ha sottolineato che <il decreto Ristori non ha dato niente agli studenti lavoratori dell’Università e a tutti i lavoratori col contratto a chiamata>.








La manifestazione di studenti, lavoratori della sanità, centri sociali, lavoratori a chiamata
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