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Reddito di cittadinanza, quasi 10 mila richiedenti. Lavoreranno per la città

L’assessore Fassio: <Saranno impegnati in ambiti culturali, sociali artistici, da un minimo di 8 a un massimo di 16 ore la settimana>. Cristina Lodi (capogruppo Pd), che ha portato il tema in consiglio comunale con un’interpellanza: <Ritardi negli adempimenti e rischio di sovraccarico per gli assistenti sociali>

Cristina Lodi, capogruppo Pd, che ha chiesto di conoscere nello specifico a che punto si è nell’applicazione delle disposizioni e qual è il piano di rafforzamento delle risorse umane per far fronte agli adempimenti previsti dalla normativa. Ha risposto l’assessore ai servizi sociali Francesca Fassio: <Tratteremo l’argomento in una commissione apposita, ma ora ripercorro lo stato dell’arte. Il numero delle domande presentate è di 9.681 per il Comune di Genova, per circa la metà (4.534) dovrebbero portare alla sottoscrizione di un patto per l’inclusione sociale, mentre l’altra metà dovrebbero essere indirizzate ai centri per il lavoro. Ma per avviare le convocazioni e arrivare alla sottoscrizione del patto, è necessario fare prima i controlli sulla regolarità dei documenti anagrafici e i permessi di soggiorno. La novità arrivata a fine anno è che sembra che possiamo farli in modo massivo e non individuale, per fare una prima scrematura e vedere chi è in possesso dei requisiti. Ora stiamo provvedendo a fare la convenzione con il ministero. Un altro tema è quello del Puc, il progetto di utilità collettiva che tutti i percettori del reddito di cittadinanza dovranno fare come sorta di restituzione, in ambiti culturali, sociali e artistici, da un minimo di 8 a un massimo di 16 ore la settimana. C’è un tavolo di lavoro, con le direzioni del Comune, le aziende partecipate e il terzo settore, per definire gli ambiti in cui avviare il Puc. Per quanto riguarda il personale comunale che si occupa del Reddito di Cittadinanza, sono stati confermati nove dipendenti – su tredici – che nel 2019 si occupavano del reddito di inclusione, a cui si aggiungono altre sei nuove assunzioni>.

<Sono quasi diecimila a Genova i nuclei che hanno presentato domanda per usufruire del Reddito di cittadinanza – commenta Lodi -. L’obiettivo delle mie domande era quello di fare il punto sull’attuazione delle misure previste dal reddito di cittadinanza. Dalle risposte in aula purtroppo è emerso un quadro davvero molto preoccupante perché fornisce la fotografia di un fenomeno di povertà fortemente diffuso nella nostra città. Sono 9681 le domande accolte e di queste per circa la metà, precisamente per 4534 nuclei, è prevista l’attuazione di un Patto di inclusione sociale da parte dell’amministrazione attraverso i servizi sociali. Questo comporta un carico di lavoro notevole per gli assistenti sociali, che in occasione dello sciopero organizzato a dicembre già hanno lamentato una carenza di personale in generale e che si troveranno a dover far fronte a un carico aggiuntivo di adempimenti amministrativi, organizzativi e tecnici>.
Tra i requisiti richiesti per ottenere e per continuare a mantenere il Reddito di cittadinanza, infatti, i beneficiari devono stipulare il Patto per il Lavoro o per l’Inclusione Sociale, impegnarsi non solo a cercare assiduamente un lavoro e riqualificarsi, ma anche svolgere gratuitamente attività per il proprio Comune di residenza sino a un massimo di 16 ore settimanali. Nel caso in cui l’operatore del centro dell’impiego ravvisi che nel nucleo familiare dei beneficiari della misura siano presenti particolari criticità, invia i richiedenti ai Servizi comunali competenti per il contrasto della povertà, per la valutazione multidimensionale del bisogno e la firma di un Patto per l’Inclusione Sociale. Inoltre, i Comuni hanno molteplici adempimenti a cui rispondere con oneri amministrativi ed organizzativi: verifica del soggiorno e della residenza, valutazione del nucleo familiare e predisposizione del patto, cura delle banche dati, segnalazioni di situazioni irregolari e attivazione di progetti utili alla collettività (P.U.C.) in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni. Per far fronte a questi impegni, ai Comuni sono stati assegnate le risorse residue del “Fondo Povertà”, al fine di non gravare sulle finanze dei propri bilanci.
<L’assessore Fassio ha dichiarato che al momento, per far fronte a questo nuovo carico di lavoro – aggiunge Cristina Lodi – sono state previste quindici unità di personale. Decisamente poche, a fronte dei 4534 nuclei che dovrebbero sottoscrivere un Patto per l’inclusione sociale. Un carico umanamente e professionalmente impossibile da sostenere per gli assistenti sociali, che non possono e non devono vedersi costretti a scegliere se occuparsi di minori in difficoltà o persone richiedenti il reddito di cittadinanza. Il Comune quindi, già in ritardo nella firma della Convenzione che permette di accedere alle banche dati per verificare il possesso dei requisiti, non si sta muovendo nel migliore dei modi per garantire un servizio adeguato a chi ne avrà beneficio e rispettoso del ruolo e della professionalità degli operatori. Crediamo quindi sia indispensabile convocare al più presto una Commissione consiliare sul tema, per capire come uscire da questa situazione e come i cittadini bisognosi del reddito di cittadinanza possono avere la possibilità di superare il loro stato di difficoltà. Ci auspichiamo anche che il sindaco rispetti l’impegno preso il giorno dello sciopero degli assistenti sociali e incontri nuovamente i rappresentanti dei lavoratori a cui ogni amministrazione deve rispetto istituzionale>. 

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