Trasporti 

Con la A26 chiusa, tutti sull’autostrada inaugurata nel 1935 da Vittorio Emanuele III

Da dove passeranno tutti i mezzi pesanti, oltre seimila, provenienti ogni giorno da Lombardia e Piemonte e diretti verso Genova e Savona e i loro porti, in Francia o dalla Toscana in giù? Tutti sulla “Camionale”, la cui costruzione fu disposta da Mussolini nel 1932

Il governo italiano, nella persona del presidente del consiglio Benito Mussolini, con lettera al prefetto di Genova datata 10 febbraio 1932, dispose la costruzione di una via di grande comunicazione per Milano e Torino con caratteristiche di alto e pesante traffico, indipendente dalle altre arterie stradali e col tracciato più breve e comodo possibile compatibilmente con le condizioni del terreno.

Alla direzione dell’opera fu posto l’ingegner Giovanni Pini. Vi lavorarono 16 imprese specializzate per la parte stradale (suddivisa in 22 lotti), più 12 per la parte relativa all’impiantistica e all’illuminazione. Per la costruzione dell’opera vennero impiegati (non contemporaneamente) quasi 30.000 operai, per un totale di 4,5 milioni di giornate lavorative. Il costo di realizzazione, a causa della difficile orografia e delle intersezioni con la ferrovia e le strade già esistenti, fu di molto superiore rispetto a quello di altre autostrade costruite nello stesso periodo.

La tratta Genova-Serravalle venne inaugurata il 29 ottobre 1935 dal re Vittorio Emanuele III, e divenne la via più rapida per collegare la città ligure e il mare con Milano e Torino, soppiantando la vecchia strada statale 35 dei Giovi. All’epoca della sua realizzazione venne denominata Autocamionale Genova-Valle del Po (o, semplicemente, Camionale), a indicarne la sua principale funzione commerciale, nome ancora utilizzato. La gestione venne affidata all’AASS.

L’autostrada Milano-Serravalle

Nel 1951 venne creata la società Milano-Serravalle, avente come membri le amministrazioni locali (comune e provincia) e le camere di commercio di Como, Genova, Milano e Pavia, con lo scopo di prolungare la Camionale dei Giovi fino al capoluogo lombardo.

Nel 1956 l’ANAS approvò l’opera autostradale proposta dalla società, che aveva come obiettivo da una parte collegare la pianura padana con la riviera ligure, e dall’altra prolungare un percorso stradale che potesse facilitare la connessione con il nord Europa fino ad Amsterdam, via Svizzera e Germania.

L’inizio dei lavori venne celebrato a Tortona il 29 settembre 1956 con una cerimonia di posa di un cippo inaugurale alla presenza del Ministro dei Lavori Pubblici Giuseppe Romita.

La tratta tra Serravalle e Tortona divenne operativa il 26 luglio del 1958, mentre la tratta finale, tra Tortona e Milano, venne inaugurata dal presidente Giovanni Gronchi nel giugno del 1960.

Il raddoppio della tratta Genova-Serravalle

Nello stesso periodo (1958) venne deciso il raddoppio del primo tratto tra Genova e Serravalle: i lavori iniziarono nel luglio 1962 e terminarono tre anni dopo, nel luglio 1965. Sempre nel 1965 – o secondo altra fonte il 18 marzo 1967[8] – vennero collegati il casello di Genova con l’accesso di ponente della neocostruita strada sopraelevata che attraversa il centro cittadino, mentre nel 1967 avvenne l’allacciamento con il viadotto Polcevera sull’Autostrada A10.

L’autostrada all’altezza di Bolzaneto (Genova): si nota come le carreggiate nelle due direzioni seguano percorsi differenti.
Nel tratto fra Genova e Serravalle la carreggiata Nord, costruita negli anni sessanta mediante l’uso di importanti opere ingegneristiche quali gallerie e viadotti, ha un andamento più diretto della carreggiata Sud, che corrisponde alla vecchia Camionale d’età fascista. Da ciò deriva che il percorso da Genova a Milano è più breve di quello da Milano a Genova, sul quale è calcolato il chilometraggio ufficiale.

Gli ultimi due km (precisamente 1,9 km), prima di arrivare in piazza Maggi a Milano, sono stati aggiunti successivamente, e quindi ancora oggi non sono identificati con un numero ma con le lettere A e B. Questo tratto dell’A7 è identificato dalle società concessionarie come raccordo R35 A7-Piazza Maggi.

Il tragitto

L’autostrada inizia con gli svincoli sopraelevati nei pressi di piazza Maggi e della stazione Famagosta della metropolitana di Milano. I primi chilometri costituiscono il tratto urbano della A7 che si congiunge con le strade ordinarie per mezzo di svincoli liberi ed è ad utilizzo gratuito fino alla barriera di Milano, posta nel comune di Assago appena dopo l’intersezione con la tangenziale ovest (A50), dalla quale comincia il calcolo del pedaggio.

La seconda parte del tragitto si svolge in parte in territorio lombardo attraverso la provincia di Pavia con un andamento pressoché rettilineo che attraversa gran parte della Lomellina. Oltrepassata Casei Gerola si entra nella provincia di Alessandria in territorio piemontese. Poco dopo si incontrano dapprima l’intersezione con l’autostrada A21 (Torino-Piacenza-Brescia) all’altezza di Tortona e, subito dopo, il raccordo verso l’autostrada A26 (Genova Voltri-Gravellona Toce). Fino al 2008, la tratta fra il ponte sul Po e Tortona era costituita da due corsie per senso di marcia, mentre ora è percorribile interamente su tre corsie fino al raccordo con la A26.

Superato il casello Vignole Borbera/Arquata Scrivia (precisamente al km 93+400) inizia il percorso montano che entra in territorio ligure in direzione del Passo dei Giovi. Il tratto finale dell’autostrada si snoda verso Genova, che viene raggiunta attraverso un percorso in discesa, ed è caratterizzato dal seguire la morfologia del territorio, con numerose gallerie e molte curve dallo stretto raggio. Una particolarità di questa parte autostradale è che le due carreggiate quasi mai corrono parallele. A causa della conformazione del terreno, e poiché deriva dalla vecchia camionale costruita in epoca fascista, il tratto in discesa verso Genova è molto più curvilineo rispetto alla carreggiata opposta, costruita in epoca più recente. Dopo aver intersecato la A12 per Livorno e la A10 per Ventimiglia (inaccessibile al momento per il crollo del Ponte Morandi), l’autostrada termina nel quartiere di Sampierdarena, nei pressi del porto, innestandosi direttamente nella sopraelevata.

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