Cosa fare a Genova 

Italia Nostra, visita alla mostra sugli “Anni Venti in Italia” con uno dei curatori

Italia Nostra Genova offre l’eccezionale possibilità di visitare la splendida mostra Anni Venti in Italia. L’età dell’incertezza con la guida di Gianni Franzone, curatore dell’evento insieme a Matteo Fochessati

Un’occasione unica, quindi, per poter fruire di un’eccezionale guida, fra i massimi esperti italiani di arte del Novecento, curatore della Wolfsoniana di Genova Nervi e ideatore e curatore della mostra che ha aperto a palazzo Ducale lo scorso 5 ottobre.

La mostra ripercorre il decennio a cavallo delle due guerre mondiali, esponendo opere di molti artisti tra cui Carlo Carrà, Felice Casorati, Galileo Chini, Giorgio de Chirico, Fortunato Depero, Achille Funi, Virgilio Guidi, Alberto Martini, Arturo Martini, Fausto Pirandello, Enrico Prampolini, Alberto Savinio, Scipione Bonichi, Gino Severini, Mario Sironi, Adolfo Wildt.

L’appuntamento è mercoledì 6 novembre alle 17.15 presso la biglietteria di Palazzo Ducale, il costo di 18 euro comprensivo di ingresso e visita guidata. E’ necessario prenotare entro lunedì 4 novembre scrivendo via e-mail all’indirizzo genova@italianostra.org oppure presentandosi di persona nella sede di piazza delle Fontane Marose 6/4 negli orari di segreteria (lunedì e venerdì 16.30-18.30, mercoledì 10-12) o telefonando negli stessi orari allo 010.542763.

La mostra intende offrire uno sguardo originale sul decennio, mettendone in luce non tanto gli aspetti esteriori del glamour, nei quali si incarnarono il desiderio di evasione e di appagamento sensoriale, quanto piuttosto i lati più oscuri, inquieti e irrazionali.

Undici capitoli scandiscono il racconto espositivo: a partire dalla sezione Volti del tempo, un vero e proprio spaccato della società dell’epoca, da cui emerge quella “moderna classicità” che connotò le esperienze stilistiche del Novecento e del Realismo Magico.

La modernità di Severini, Casorati, Oppi e Arturo Martini appare differente da quella promossa dall’avanguardia futurista: una modernità in cui passato e presente convergono, creando una stretta connessione tra tradizione e rinnovamento, ma che diventa anche espressione di uno spaesato distacco dalla realtà quotidiana, come nelle opere di Carrà, Guidi, Donghi e Ferrazzi, o di nostalgia per un passato mitico e ideale, come nel caso di Funi e Sironi.

Il racconto di quegli anni non tralascia di documentare il senso di alienazione e le visioni distopiche prodotti dalle angosciose distorsioni della modernità e di mettere pure in risalto l’affermazione dell’autonomia e dell’indipendenza della figura femminile, scaturita nata dal suo inedito ruolo sociale durante la Grande Guerra.

L’ultimo capitolo è dedicato infine all’altro, meraviglioso, volto degli anni venti: quello più noto del gusto déco, come fondamentale espressione di un prepotente desiderio di eleganza, lusso ed edonismo.

Le oltre 100 opere esposte, tra pittura e scultura, provengono da importanti collezioni pubbliche, tra le quali ricordiamo La Galleria Nazionale di Roma, la Galleria d’arte Moderna – GAM Torino, Palazzo Pitti a Firenze, il Mart – Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto l’Istituto Matteucci di Viareggio per l’Archiviazione, perizie e valutazioni dipinti 800 e 900- Istituto Matteucci, la Fondazione il Vittoriale degli Italiani a Gardone Riviera e la Collezione Giuseppe Iannaccone di Milano, e altrettanto importanti collezioni private.

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