diritti e sociale 

“Aborto, nuove crociate” alla Libera Collina di Castello

Non una di meno Genova, proiezione di “Aborto nuove crociate“, giovedì 23 maggio alle 21 in piazza Santa Maria in Passione.
La proiezione sarà preceduta da un aperitivo di autofinanziamento a partire dalle 18.3, nella splendida cornice dei giardini di Libera Collina di Castello, in uno spazio reso finalmente fruibile grazie ad un importante progetto di autogestione delle rovine della chiesa e del giardino. <Vogliamo educazione sessuale per decidere, contraccezione gratuita per godere, aborto legale e sicuro per vivere!> dicono a Non una di meno.

MAGGIO 1978-MAGGIO 2019, 41 ANNI DI 194 Sono trascorsi più di quarant’anni dall’approvazione in Italia della legge che, in Italia, regola l’interruzione volontaria di gravidanza ma la sua effettiva applicazione ed esistenza è messa a dura prova: i tassi di obiezione di coscienza tra il personale medico rendono inaccessibile a moltissime donne l’aborto nelle strutture della sanità pubblica, lo smantellamento del sistema sanitario pubblico nazionale in favore della privatizzazione dei servizi sulla salute ha distrutto quasi completamente i consultori pubblici, istituiti dalla stessa  legge, e l’appoggio politico dei governi europei alle associazioni cosiddette “pro life” criminalizza la libertà di scelta in materia riproduttiva, mettendo in discussione, di fatto, il diritto di ciascuna ad autodeterminarsi in materia sessuale, affettiva e riproduttiva.Non va meglio in molte altre parti del Mondo, come dimostra il recente caso dello Stato americano dell’Alabama.
Verso il Liguria Pride 2019 continua lo stato di agitazione permanente di Non Una di Meno, che ha organizzato, assieme a Libera Collina di Castello, la visione, collettiva e gratuita, del documentario. Aborto, le nuove crociate (titolo originale Avortement – Les croisés Contre-attaquent) prodotto dalla rete televisiva franco-tedesca Arté. Un’inchiesta sull’offensiva che il diritto all’aborto sta subendo in tutta Europa, veicolata da campagne aggressive e generosamente finanziate.
È nel nome della “cultura della vita” e della “dignità umana” che i “pro-life”, come si definiscono, intendono porre fine al diritto delle donne di disporre del proprio corpo. Il loro lavoro di lobbying con l’Unione Europea sta diventando sempre più efficace.

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