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Bimbi gratis sulla ruota per ricordare Santa Lucia (che non è “il giorno più corto che ci sia”)

Vi spieghiamo perché il 13 non è il giorno più corto dell’anno, qual è davvero, perché Santa Lucia è stata abbinata alla fine dell’accorciarsi delle giornate, perché non è vera un’altra tradizione popolare che la vuole a strapparsi gli occhi e per questo diventare la protettrice degli occhi e della vista. Secoli di leggende stratificate all’origine delle attuali credenze

Oggi, giovedì 13 dicembre, in occasione della festività di Santa Lucia, giro gratuito sulla luccicante ruota panoramica al Porto Antico per tutti i bambini sotto i 13 anni accompagnati da un adulto pagante. A Calata Gadda la ruota è aperta dalle 14:30 alle 19:30 e dalle 20:30 alle 24. Il biglietto per gli adulti costa 8 euro. L’iniziativa è stata lanciata per ricordare il giorno di Santa Lucia che per la tradizione è “il giorno più corto che ci sia”. Ma non è così. In realtà il giorno più corto è il 21 dicembre, cioè il solstizio d’inverno. Il termine solstizio deriva dal latino solstitium, ed è composto da sol, che vuol dire sole e sistere, che significa fermarsi (perché nei giorni attorno al solstizio il sole sembra tramontare sempre nello stesso punto). Dal punto di vista astronomico, il solstizio d’inverno è il giorno dell’anno in cui il sole, a mezzogiorno, passa più basso sull’orizzonte. Ma perché, allora, è nato l’adagio popolare? Perché nel 1582 Papa Gregorio XIII decise di unificare il calendario civile e quello solare (o giuliano, in onore di Giulio Cesare) e istituire un nuovo, unico sistema: il calendario gregoriano, quello che usiamo ancora oggi. Per effettuare questa riforma, ill papa eliminò alcuni giorni di quell’anno per parificare i due calendari. Insomma, all’epoca Santa Lucia cadeva, di fatto, in quello che per noi è il 21 anche se secondo il calendario in uso era il 13. Poi la festa della santa rimase nel giorno d’origine e non fu più in quello più corto in assoluto. Non è un caso che nel calendario il giorno in cui le giornate smettevano di accorciarsi sia stato dedicato alla martire Lucia, il cui nome deriva dalla parola latina “lux” che significa “luce”. Leggenda vuole che sia stata uccisa il 13 dicembre 304 durante le persecuzioni di Diocleziano. Secondo la leggenda la giovane siracusana scelse di donare le ricchezze della propria famiglia ai poveri piuttosto che condividerle con un pagano che voleva sposarla. A causa della sua fede e per il mancato amore corrisposto, Lucia fu denunciata alle autorità romane. Il processo che Lucia sostenne dinanzi all’arconte Pascasio attesta la fede ed anche la fierezza di questa giovane donna nel proclamarsi cristiana. Minacciata di essere esposta tra le prostitute, Lucia rispose: “Il corpo si contamina solo se l’anima acconsente”. Il dialogo serrato tra lei ed il magistrato vide piuttosto ribaltarsi le posizioni, tanto da vedere Lucia quasi mettere in difficoltà l’Arconte. Pascasio dunque ordinò che la giovane fosse costretta con la forza, ma lei diventò miracolasamente così pesante, che né decine di uomini né la forza di buoi riuscirono a spostarla. Lucia allora fu sottoposta al supplizio del fuoco, ma ne rimase totalmente illesa, sicché infine, piegate le ginocchia, fu decapitata, o secondo le fonti latine, le fu infisso un pugnale in gola (jugulatio). Morì solo dopo aver ricevuto la Comunione e profetizzato la caduta di Diocleziano e la pace per la Chiesa. Come spesso accade, storia e leggenda si intrecciano nei racconti popolari. Privo di ogni fondamento, e assente nelle molteplici narrazioni e tradizioni, almeno fino al secolo XV, è l’episodio in cui Lucia si strappa – o le vengono cavati – gli occhi. L’emblema degli occhi sulla coppa, o sul piatto, sarebbe da ricollegarsi, semplicemente, alla devozione popolare che l’ha sempre invocata protettrice della vista a motivo del suo nome.

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