Industria 

Ansaldo Energia nelle aree Ilva, Zampini: “Se il suolo è inquinato ce ne andiamo”

imageIl contratto per l’affidamento ad Ansaldo Energia di alcune aree Ilva che consentirebbero l’imbarco diretto della produzione (enormi turbine) dovrebbe essere alla firma entro la prossima settimana, ma Giuseppe Zampini (nella foto), amministratore delegato della società, chiarisce che se le analisi del sottosuolo dovessero mettere in risalto un forte inquinamento e spese di bonifica elevate, l’azienda rinuncerebbe. Il contratto di affidamento è stato scritto in modo che sia prevista l’opzione. <Noi non dobbiamo scavare a 8 metri per costruire il capannone che ci serve. Ne bastano 2. Ma la norma prescrive di fare i sondaggi a 8 metri – dice Zampini -. Spero che non ci siano problemi, ma se trovassimo inquinamento del terreno saremmo costretti ad andarcene. Sicuramente dalle aree Ilva, forse da Genova>. È anche una questione di tempi. L’ad di Ansaldo Energia stabilisce la deadline ai primi di marzo.

Un’alternativa genovese potrebbe essere quella rappresentata dalle aree Messina in porto, che, però, hanno le concessioni in scadenza nel 2035, quindi troppo in tempi troppo ravvicinati perché si giustifichi l’investimento di Ansaldo Energia. In questo caso, il prolungamento della concessione potrebbe rappresentare la soluzione, ma resta il fatto che si tratterebbe di una sub concessione, una condizione non certo ottimale.

Esiste anche l’opzione concreta di trasferire tutto a Massa e che l’azienda lasci Genova.

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