Economia Industria 

Commissari Acciaierie: «Nel 2025 produzione massima consentita. Taranto e Cornigliano strategici»

Lo dichiarato questa mattina il commissario Giovanni Fiori anche a nome dei colleghi. E ha aggiunto: «In un mese e mezzo abbiamo varato un piano di ripartenza a breve termine, sono partiti i primi impianti e stiamo definendo in questi giorni un piano industriale a medio termine»

I commissari straordinari di Acciaierie d’Italia, Giovanni Fiori, Giancarlo Quaranta e Davide Tabarelli, sono intervenuti questa mattina in occasione della celebrazione del Precetto Pasquale presso le Acciaierie di Cornigliano.

La celebrazione, alla presenza dell’Arcivescovo, monsignor Marco Tasca, dell’assessore per lo Sviluppo Economico del Comune di Genova, Mario Mascia, dei rappresentati delle forze dell’Ordine e delle principali organizzazioni sindacali, è stata l’occasione per ribadire gli obiettivi del percorso di riqualificazione e ripartenza di Acciaierie d’Italia, che vede in Cornigliano e Taranto i principali stabilimenti strategici.

«Cornigliano è la siderurgia italiana, la culla di uno dei più importanti settori manifatturieri del nostro Paese – ha detto Giovanni Fiori, a nome dei tre commissari straordinari -. Abbiamo accettato l’incarico con grande senso di responsabilità e con grande orgoglio, perché al Paese serve l’acciaio italiano e la siderurgia italiana. In un mese e mezzo abbiamo varato un piano di ripartenza a breve termine, sono partiti i primi impianti e stiamo definendo in questi giorni un piano industriale a medio termine. Appena sarà perfezionato verrà presentato alle organizzazioni sindacali, per dimostrare che Acciaierie d’Italia è un’azienda che può ripartire con forza. Alla fine del prossimo anno, l’obiettivo è quello di arrivare a produrre le tonnellate di acciaio massime consentite dall’attuale contesto normativo. L’azienda attualmente è in condizioni difficili, lo sforzo ora deve essere concentrato a rimettere in ordine una realtà che deve ritornare ad essere il motore della siderurgia italiana. Stiamo riscontrando in maniera straordinaria l’impegno dei lavoratori, dei territori e della politica: tutti fattori essenziali per la ripartenza e rinascita di un patrimonio importante dell’industria italiana».

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