Il professor Margelletti: “Chupiterie bengalesi, possibile problema annonario, non terrorismo”
Il rischio terrorismo a Genova e in Liguria – Il rischio terrorismo durante le ferie estive
(Il professor Andrea Margelletti in via San Bernardo, una delle strade della movida genovese)
di Monica Di Carlo
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Sarà l’estate, che invita a leggere gialli e spy story comodamente seduti sulle sdraio di una spiaggia della riviera, sarà il caldo, sarà l’impressione tracciata dai recenti attentati terroristici in Tunisia, ma l’apertura di tanti negozi, gastronomie e bar gestiti da cittadini del Banghladesh (un numero oggettivamente impressionante in un periodo di tempo limitato) ha dato il là a una miriade di leggende metropolitante, alimentate dal fatto che uno dei titolari (pare quello che possiede il maggior numero di punti vendita) ha scritto sul proprio profilo facebook di lavorare per per il Partito Nazionalista del Bangladesh. Basta una veloce ricerca su Wikipedia per venire a sapere che si tratta di un partito di destra nazionalista “vicino alla senbilità religiosa islamica”. È quanto basta per gettare nel panico l’Uomo Qualunque. Comincia, così il passaparola e i complottisti spargono da diverso tempo “il Verbo” per la città vecchia. Dicono di temere la longa manu della Jihād sui carruggi.
Nei bar da biancoamaro (quei pochi che son rimasti, preziosi camei di amarcord nel tessuto di pubblici esercizi ormai orientati al turismo) si racconta che gli stranieri si starebbero infiltrando nel tessuto genovese per compiere chissà quali nefandezze e gira anche la voce di un giro di immigrazione e di documenti falsi, sempre finalizzata al terrorismo. Le voci rimbalzano dai bar alle latterie e da quelle alle “sciamadda” (i negozi che vendono torte salate e farinate) e, via via, si ingigantiscono. Insomma, ce n’è quanto basta per vedere più di una persona che cambia strada pur di non passare davanti ai market bengalesi. Certo, molti di questi punti vendita causano forti disagi ai residenti della zona vendendo birra e superalcolici ben oltre l’orario consentito e consegnando bottiglie e facendo mescita anche a minori e ubriachi. I loro clienti, poi, si riversano in strada a far baccano a notte fonda, tenendo tutta la zona sveglia quasi 7 giorni su 7. Molti punti vendita sono già stati sanzionati e alcuni anche chiusi per un periodo. Ma tra impugnare una birretta “non autorizzata” per venderla fuori dalle regole e spianare un kalashnikov, se ne faccia una ragione chi si vede già in ginocchio in piazza Ferretto con una scimitarra sul collo, il passo non è brevissimo. Certo, non devono essere sottovalutati le conseguenze dell’abuso di alcol, ma il terrorismo è completamente un’altra cosa.
<No, non è certo un lavoro per la Digos, ma, potenzialmente, per la Polizia Municipale annonaria, per i Nas o per la Guardia di Finanza> assicura Andrea Margelletti, genovese, geopolitico, professore universitario, già un paio di volte invitato all’Assemblea Generale Onu come relatore, noto ai più come l’esperto di problemi internazioni spesso protagonista a “Porta a Porta”, come di molte altre trasmissioni televisioni pubbliche e private nazionali.
<Il Partito nazionalista bengalese – spiega Margelletti, che ieri ha approfittato del suo ritorno a Genova (risiede a Roma ormai da anni) per verificare di persona il fenomeno che si sta verificando nella sua città d’origine – è un partito a matrice “pro musulmana” che ha recentemente subito una sonora sconfitta alle elezioni politiche nel proprio Paese. Sia chiaro che non ha matrice islamista. Non stiamo parlando di Jihād o di terrorismo. Più spesso, il partito è protagonista di scontri verbali e politici. Alcune sue frange estremiste sono sospettate di attentati sugli autobus in Bangladesh>. Insomma, anche in caso estremo, si tratterebbe di un terrorismo interno, non internazionale. <È un partito nazionalista, non jihadista – precisa il professore -. A cosa serve l’apertura di un gran numero di locali? A raccogliere valuta pregiata, gli euro, da inviare in patria per finanziare la propaganda politica. Non esiste alcuna intenzione di portare a termine attentati terroristici in Italia>.
Insomma, se è il terrorismo che qualcuno teme, sotterri pure l’ascia di guerra, insieme alla veste con la croce di Sant’Andrea e alla cotta di ferro in stile Guglielmo Embriaco-Testa di Maglio. È bene precisare la differenza che esiste tra islamico e islamista secondo la Treccani.
Islàmico agg. [der. di islam] (pl. m. –ci). – Dell’Islam: religione i., cultura i.; più genericam., che appartiene all’islamismo, inteso non solo come religione ma come sistema politico, sociale e culturale: popolazioni i.; il mondo i.; la civiltà islamica. Anche come sost., seguace dell’islamismo. (Link)
Islamista s. m. e f. [der. di islam] (pl. m. –i). – 1. Studioso dell’islamismo. (E non è questa l’accezione specifica, n. d. r.) 2. Sostenitore (anche fanatico) dell’islamismo come unica religione; fondamentalista islamico. (Link)
Il sistema, spiega Margelletti, non è molto diverso da quello usato da molte altre realtà che esistono e sono esistite storicamente. <È il caso della Mano Nera nella new York dei primi anni del ‘900. Una serie di volontari paga volontariamente una sorta di decima al partito perché torni al governo>.
Atteso che i bengalesi non rappresentano un pericolo sotto questo aspetto, dopo i recenti attentati in Tunisia, in Francia e in Egitto, quali rischi terroristici corriamo a Genova e in Liguria di fronte all’immigrazione e all’arrivo degli stranieri che giungono con i barconi dal Nord Africa?
<Lo stesso pericolo che corre tutta Europa – spiega il professor Margelletti -. Tra l’altro, i fatti accaduti fino ad oggi nel nostro continente devono essere addebitati alla secondo a addirittura terza generazione di immigrati o ai convertiti. La dinamica del “barcone” da alcuni sostenuta non esiste. È molto più probabile che gli immigrati vengano reclutati dalla criminalità organizzata>.
Quale pericolo corre chi decise di andare in ferie in Nord Africa, in Africa o nelle zone dove ci sono le tensioni più forti?
<Onestamente, questa è una cosa che dico da tempi non sospetti – dice il professore -. Occorre avere un turismo più consapevole. Le agenzie di viaggio fanno il proprio lavoro, ma se si va in aree di guerra o in Paesi continui ad esse il rischio è forte perché c’è ovviamente una forte instabilità e le “spore” di questa instabilità si spostano. Bisogna rendersi conto dell’instabilità e non acquistare più i viaggi solo se piace la foto della spiaggia. Giordania e Marocco, anche se possono esistere difficoltà politiche interne, sono scevre da attacchi di ricoluzionari islamisti per un motivo molto semplice: i segnanti sono diretti discendenti del Profeta>.
Quali differenze esistono tra la “vecchia” e la “nuova” immigrazione in Italia?
<Non viaggiano più i singoli come accadeva una volta – conclude Margelletti -, magari gli uomini validi o le donne che possono trovare facilmente lavoro, magari come badanti o cameriere. Viaggiano interi gruppi e in questi gruppi ci sono, ad esempio, gli anziani, che non sanno e non vogliono integrarsi. Per loro è anche più difficile comprendere le leggi in vigore nel nostro Paese. imoltre, i gruppi numerosi tendono a chiudersi, a non integrarsi affatto>.
(Il professor Andrea Margelletti nell’ex ghetto ebraico di Genova)
Chi è Andrea Margelletti
Genovese, presidente del Ce.S.I. – Centro Studi Internazionali (qui il link a sito), Andrea Margelletti è stato il Consigliere strategico del Ministro della Difesa. Inoltre è membro del Comitato Consultivo della Commissione Internazionale sulla Non proliferazione e il disarmo nucleare, consulente del Copasir – Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica.
Co-organizzatore del master in “Geopolitica e Sicurezza Globale” dell’Università “La Sapienza” di Roma. Insegna presso il master in “Peacekeeping and security studies” dell’Università Roma Tre, la Facoltà di Scienze delle investigazioni e della sicurezza dell’Università di Perugia e Narni, la Scuola di formazione della Presidenza del Consiglio, la Scuola ufficiali dell’Arma dei Carabinieri, la Scuola superiore della Polizia di Stato, l’Istituto Alti Studi per la Difesa dello Stato Maggiore della Difesa, il Centro Studi Post-Conflict Operations dell’Esercito Italiano, la Scuola di Polizia Tributaria ed il centro addestramento di Specializzazione della Guardia di Finanza, il Centro interforze intelligence dello Stato Maggiore Difesa.
È membro del Comitato scientifico dell’Eurispes – Istituto di studi politici, economici e sociali e della Fondazione “De Gasperi”.
Consulente di organismi istituzionali nazionali ed esteri per quanto attiene alla politica internazionale, all’intelligence e al terrorismo di matrice radicale.
Commentatore della RAI, Mediaset, CNN, SKY, MSNBC e TV2000 per quanto attiene la politica internazionale.
È giornalista pubblicista, editorialista di “Liberal” e della rivista di Geopolitica “Risk”. Socio e collaboratore di RID – Rivista Italiana Difesa per le Operazioni Speciali e l’Intelligence. È autore del libro “Un mondo in bilico” edito da Eurilink.
Per le attività di consulenza, di studio e analisi, ha una continua frequentazione dei principali Teatri di crisi e di conflitto, come ad esempio i Balcani, il Medio ed Estremo Oriente, l’Africa e l’Asia Centrale.
È Accademico ad honorem dell’Accademia Angelica Costantiniana e Commendatore pro merito Melitensi dello SMOM – Sovrano Militare Ordine di Malta.
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