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Terzo Valico, Confedilizia: «Indennizzi a rischio, platea troppo ristretta»

Confedilizia giudica positiva l’approvazione regionale del progetto di riqualificazione dell’area del Campasso legato all’“ultimo miglio”, perché può sbloccare a breve gli indennizzi per i residenti. Ma, secondo l’associazione restano criticità rilevanti: risorse potenzialmente insufficienti, criteri di accesso troppo limitati (fascia dei 30 metri dal binario) e linee guida non allineate alla giurisprudenza

Confedilizia interviene sul tema degli indennizzi connessi alle opere dell’“ultimo miglio” del Terzo Valico e, in particolare, sulla riqualificazione dell’area di Genova Campasso. Per Vincenzo Nasini (vicepresidente di Confedilizia e presidente di Ape Genova) e Giovanni Prato (presidente della Federazione Ligure) il via libera della Regione al progetto è un passaggio “senz’altro positivo”: l’approvazione, sottolineano, dovrebbe consentire lo sblocco a breve degli indennizzi destinati ai residenti della zona.

“Somme stanziate forse non sufficienti”

Accanto all’apertura sul progetto, però, Confedilizia evidenzia ciò che considera un nodo centrale: le risorse previste rischiano di non bastare a riconoscere a tutti i soggetti danneggiati un indennizzo adeguato. Secondo Nasini e Prato, l’indennizzo dovrebbe garantire il “ristoro” dei danni patrimoniali subiti, senza lasciare scoperte situazioni che, pur non rientrando nei criteri attuali, potrebbero subire effetti permanenti.

Fascia dei 30 metri e svalutazione: “Così si escludono molti proprietari”

Un’altra criticità riguarda i criteri per identificare chi ha diritto agli indennizzi. Confedilizia contesta l’impostazione che fa riferimento alla fascia di 30 metri dal binario esterno, ritenendola insufficiente per includere tutti i casi di possibile svalutazione immobiliare e di danni durevoli connessi alla nuova infrastruttura.

Riqualificazione e indennizzi: “Non sono alternative”

L’associazione riconosce l’importanza dei progetti di riqualificazione urbana, ma sostiene che non possano diventare strumenti “alternativi” o “sostitutivi” degli indennizzi previsti. In altre parole, gli interventi sul territorio vengono considerati utili, ma non devono ridurre o comprimere i risarcimenti dovuti ai privati, in base a legge e orientamenti giurisprudenziali.

Linee guida nel mirino e rischio contenziosi

Confedilizia mette in discussione anche le Linee guida adottate per la definizione degli indennizzi, sostenendo che non si tratti di norme di legge ma di regolamenti interni dei soggetti attuatori e che, in parte, risultino superati dalla giurisprudenza. A giudizio dell’associazione, l’effetto è una penalizzazione dei privati rispetto alla Pubblica Amministrazione.

Da qui la richiesta di aprire tavoli dedicati per discutere criteri e importi con comitati, associazioni e rappresentanze ritenute idonee: quando questo confronto non avviene, avvertono Nasini e Prato, aumenta il rischio di una crescita del contenzioso.

La richiesta: più coinvolgimento dei proprietari interferiti

La conclusione di Confedilizia è un appello a un maggiore coinvolgimento dei proprietari interessati e delle associazioni rappresentative nella definizione degli indennizzi, per rendere i criteri più aderenti agli impatti reali dell’opera e ridurre conflitti e ricorsi.


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