“Mi Riconosci” contro la gestione dei Musei Nazionali di Genova: «Carenza di personale al 45%, stress e sicurezza a rischio»

Secondo il movimento-associazione, la cronica mancanza di organico – stimata al 45% – sta compromettendo condizioni di lavoro, diritto a ferie e permessi e anche la sicurezza di personale e pubblico. Critiche anche alle soluzioni prospettate: uso di guardie giurate e volontari e possibile esternalizzazione a cooperative. USB e lavoratori chiedono riduzione degli orari finché non arriveranno nuovi assunti

Il tema della carenza di personale nei luoghi della cultura torna al centro del dibattito genovese. A sollevarlo con toni duri è Mi Riconosci, movimento nazionale e associazione nata nel 2015 con l’obiettivo di ottenere più dignità per il lavoro culturale e promuovere una riforma strutturale del sistema culturale italiano “a vantaggio di chi vi lavora e della cittadinanza tutta”.

L’intervento arriva dopo una decisione già presa sul campo: il 23 dicembre gli assistenti alla fruizione e alla vigilanza dei Musei Nazionali di Genova hanno proclamato lo stato di agitazione, denunciando una situazione definita ormai insostenibile.
«Organico ridotto del 45%: turni sotto pressione e ferie difficili»
Secondo quanto riportato da Mi Riconosci, la causa principale della protesta è una carenza cronica di personale che avrebbe raggiunto il 45%. Un deficit che, sempre secondo l’associazione, costringerebbe lavoratrici e lavoratori ad aprire e presidiare i musei in condizioni di forte stress, con conseguenze pratiche anche sul piano dei diritti: diventa sempre più difficile, viene denunciato, usufruire regolarmente di ferie e permessi previsti dalla normativa.
L’esempio indicato come emblematico è Palazzo Reale, dove ci sarebbero 1.600 metri quadrati di sale da presidiare con turni che, a seconda delle giornate, vedrebbero impegnate cinque, quattro o addirittura tre persone. Per Mi Riconosci questo significa una situazione in cui la sicurezza, sia del personale sia del pubblico, risulterebbe “fortemente compromessa”.
Mostre e aperture: «Guardie giurate e volontari per reggere il servizio»
Nel mirino finisce anche la gestione delle aperture legate alle esposizioni in corso. Mi Riconosci sostiene che, per garantire l’apertura della mostra attualmente visitabile, l’amministrazione stia ricorrendo a una guardia giurata e a volontari. E proprio qui si innesta la critica più ampia: l’associazione afferma che la soluzione prospettata anche per l’apertura di ulteriori sale sarebbe l’esternalizzazione a cooperative, giudicate “a basso costo” e quindi associate, secondo la denuncia, a salari più bassi e precarizzazione.
La linea dei lavoratori e di USB: «Ridurre gli orari finché non arrivano rinforzi»
Mi Riconosci riferisce che lavoratori interni e sindacato USB non intendono accettare un percorso che, a loro avviso, rischierebbe di legittimare un sistema di sfruttamento basato su appalti al ribasso. La richiesta, in questa fase, è netta: finché non arriveranno nuovi colleghi, gli orari di apertura dovrebbero essere ridotti, così da garantire riposi e turnazioni sostenibili e rispettare i diritti contrattuali.
Una vertenza che diventa simbolo nazionale
Nella nota, Mi Riconosci esprime “piena solidarietà” alla mobilitazione genovese e la colloca dentro un quadro nazionale più ampio. La situazione dei Musei Nazionali di Genova viene descritta come una conseguenza di una pubblica amministrazione rimasta “in stallo per decenni”, senza concorsi adeguati e senza copertura del reale fabbisogno. Anche le assunzioni più recenti – viene sostenuto – non avrebbero colmato la distanza tra necessità e organici disponibili, mentre l’esternalizzazione continuerebbe a produrre impoverimento e precarietà.
La conclusione dell’associazione è un appello politico e culturale insieme: porre fine a un modello che, secondo la denuncia, scarica sui lavoratori il peso della carenza strutturale e rischia di trasformare la fruizione culturale in un servizio sempre più fragile, dipendente dall’emergenza e non da una programmazione stabile.
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