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La palazzina assegnata dal Comune a “Il Porto dei Piccoli” fu sequestrata non alle mafie, ma all'”organizzazione Berneschi”

La sentenza del tribunale di Milano, risalente al maggio 2021, parla di associazione a delinquere, anche se non di stampo mafioso. D’Angelo (segretario provinciale e capogruppo a Tursi del Pd): «Già a novembre in Sala Rossa avevo avuto modo di contestare l’assurda ritrosia dell’amministrazione a dare evidenza all’origine di questo immobile, una villetta di proprietà di Giovanni Berneschi, padre-padrone di Banca Carige»

L’edificio è stato materialmente sequestrato all’ex amministratore delegato di Carige Vita Nuova (l’assicurazione della Carige), Giancarlo Menconi. Secondo l’accusa, Giovanni Berneschi e Menconi avrebbero fatto acquistare al ramo assicurativo della banca genovese diversi immobili e partecipazioni societarie messe in vendita a prezzi gonfiati da una serie di imprenditori compiacenti, che a cessioni ultimate avrebbero reinvestito le relative plusvalenze in una serie di società schermo aperte in Svizzera e in altri Paesi esteri. Berneschi, nel maggio 2021, aveva raggiunto un accordo col tribunale di Milano (dopo che la sentenza della corte di appello di Genova e la relativa condanna a 8 anni e 6 mesi era stata annullata dalla cassazione per incompetenza territoriale) era stato condannato definitivamente per associazione a delinquere finalizzata alla truffa a 2 anni e 10 mesi. Menconi aveva patteggiato una condanna a 2 anni e 6 mesi, con pena sospesa.

Stamattina, nel comunicato del Comune che annunciava l’assegnazione all’associazione che ne farà un centro di supporto alle famiglie dei piccoli ricoverati del Gaslini, si parla di «sequestro alla criminalità organizzata» (corretto, in base alla sentenza, perché la criminalità organizzata può essere anche non di stampo mafioso, come in questo caso), ma poi si citano solo i sequestri alle mafie. Si legge nel comunicato di questa mattina: «Sono 68 gli immobili confiscati alle mafie a Genova, dei quali 44 provenienti dalla “confisca Canfarotta” (di questi 44 40 sono stati assegnati a finalità sociali, 2 istituzionali e due non sono ancora stati dati in concessione), tutti di civica proprietà. Di questi 68, 12 sono stati assegnati a usi civici, mentre 41 sono stati assegnati a scopo associativo. Solo 10 quelli in attesa di assegnazione». L’immobile in questione, in via Vico 1 ad Albaro, non è, però, un sequestro alle mafie. Alla criminalità organizzata sì, alle mafie no. Qual è la differenza tra associazione a delinquere “semplice” e associazione a delinquere “di stampo mafioso”? L’associazione è di tipo mafioso quando coloro che ne fanno parte si avvalgono della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere delitti. All’organizzazione che faceva capo a Berneschi (al processo a Milano cinque sono state le persone condannate, compresi lo stesso Berneschi e Menconi) non è mai stato contestato lo stampo mafioso. Sul comunicato non c’è alcun accenno ai sequestri Berneschi-Carige.

Simone D’Angelo, segretario provinciale del Pd e capogruppo del partito in consiglio comunale, ricorda che già nelle discussioni in commissione e in consiglio comunale (avvenuta, quest’ultima, il 14 settembre 2023) il Pd e lui stesso avevano sottolineato un’apparente ritrosia della giunta a dichiarare esplicitamente che si trattava di un immobile di quelli della confisca “Berneschi-Carige”.

«Anche solo per rispetto delle famiglie di risparmiatori, dipendenti e piccoli azionisti colpiti direttamente dalle tristemente note vicende di Carige, oggi che arriva a conclusione il percorso di affidamento di un immobile entrato nella disponibilità del Comune di Genova e affidato per attività sociali legate al Gaslini, sarebbe stato utile dire la verità, senza edulcorarla – dichiara, ora, D’Angelo -. Proprio nella settimana dedicata alla legalità, andrebbe ribadito come le pratiche illegali che colpiscono le nostre comunità hanno origini e volti diversi. E tra questi ci anche manager e imprenditori, anche se qualcuno fa fatica a dirlo».

La delibera in consiglio comunale per l’acquisizione a titolo gratuito dell’immobile, nel 14 settembre 2023, era stata poi approvata all’unanimità. Si trattava della Delibera proposta giunta al Consiglio nº 34: “Acquisizione a titolo gratuito di un bene confiscato alla criminalità organizzata situato nel territorio del Comune di Genova proveniente dalla confisca n. 41809/2019 r.g.n.r. – Tribunale di Milano”, quella, appunto, relativa alla sentenza Carige. Su proposta dell’assessore al Patrimonio, Porto, Mare e Pesca, Francesco Maresca, si legge nell’atto: “l’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (di seguito ANBSC) ha comunicato al Comune di Genova, con un incontro presso gli uffici della direzione Demanio e Patrimonio, la definitiva confisca in danno di omissis e altri PP, omissis R.G.N.R. – Tribunale di Milano, avente ad oggetto l’immobile sito nel Comune di Genova omissis, censito all’Ufficio Provinciale di Genova – Territorio Servizi Catastali – Sezione Urbana GEB, al Fg. omissis, invitando il Comune a manifestare l’eventuale interesse all’acquisizione dello stesso al proprio patrimonio indisponibile; data la vicinanza dell’immobile ai maggiori poli ospedalieri della città, in particolare all’ Istituto Pediatrico Giannina Gaslini, la Civica Amministrazione intende avviare un progetto, in collaborazione con uno o più enti del terzo settore radicati sul territorio, al fine di realizzare un centro di ospitalità per genitori con bambini ricoverati e/o per famiglie con persone con gravi problemi di salute che necessitano di cure continue. Il centro non sarà solo luogo di accoglienza, ma anche sede di attività socioculturali e si doterà di spazi ludico-ricreativi a sostegno delle famiglie e dei pazienti, si vuole realizzare un progetto interdisciplinare di ampio respiro con operatori specializzati e volontari che possano fornire supporto e informazioni a malati e famiglie, e che operino in sinergia e collaborazione abbracciando vari ambiti, in modo da offrire un’accoglienza che tenga conto degli aspetti sociali, sanitari, economici e giuridici”.

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