Cronaca 

Cinque agenti penitenziari aggrediti a Marassi da due detenuti. Per tutti una prognosi di 7 giorni

È successo nella terza sezione del piano terra del carcere genovese

Stamattina, intorno alle 10:30 due detenuti hanno opposto resistenza a una perquisizione e aggredito brutalmente il personale di Polizia Penitenziaria con pugni e calci, colpendo 2 Ispettori, un sovrintendente e 2 agenti. Gli operatori, trasportati al pronto soccorso, hanno riportato una prognosi di 7 giorni ciascuno.

«Otto al giorno gli operatori delle forze dell’ordine che nel nostro Paese subiscono pesanti aggressioni, solo la Polizia penitenziaria nei primi quattro mesi dell’anno ne ha subite 700» spiega Fabio Pagani, segretario della Uilpa Polizia Penitenziaria, il quale ricorda che il reparto dove è avvenuta l’aggressione di stamattina è sempre stato considerato illegale dalla Uil.

«Talvolta, peraltro, sono gravissime, come quella di Lambrate, patita dal collega della Polizia di Stato che ha rischiato la vita – prosegue Pagani -. Di fronte a ciò la politica e il governo Meloni non possono restare inerti, a meno di non voler risultare irresponsabili e moralmente complici. Non servono passerelle ai funerali, come in ogni morto sul lavoro, ma necessitano interventi concreti a tutela della sicurezza di chi deve garantire la sicurezza, persino, della libertà delle istituzioni repubblicane. Per farlo, bisogna partire in primis da una seria politica degli organici che consenta alle donne e agli uomini in divisa di operare in congruità numerica, ma anche di abbassare l’età media delle forze dell’ordine. Servono poi migliori organizzazione, dotazioni ed equipaggiamenti, così com’è indispensabile un impianto normativo coerente che impedisca l’impunità a chi si macchi di tali esecrabili condotte. Non ultimo, è necessario che si favorisca un migliore senso di rispetto per le istituzioni a partire dalla formazione scolastica, ma anche nei dibattiti politici e nei talk show dove spesso il becero populismo cede il passo all’equilibrio e al buon senso nell’alveo delle regole di civile e ordinata convivenza».

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