Oggi a Genova 

Inchiesta Tricapodanno, Piciocchi annuncia querele ai giornalisti. Associazione e Gruppo Cronisti: «Suo diritto, ma se è altolà al diritto di cronaca e di critica non sprechi tempo»

Associazione ligure dei giornalisti e il Gruppo cronisti: «Stigmatizziamo i toni con i quali il vicesindaco del Comune di Genova, Pietro Piciocchi, ha commentato il resoconto dei cronisti su un’inchiesta della Procura genovese relativa alle modalità di affidamento di alcuni servizi collaterali alla festa di San Silvestro in piazza De Ferrari»

«L’informazione non è arbitraria – commentano Associazione dei Giornalisti e Gruppo Cronisti Liguri -. Tantomeno quando riferisce di un’inchiesta il cui interesse pubblico è tanto evidente che lo stesso consiglio comunale ha avvertito l’urgenza di un confronto. Ma oltreché giustificato, il lavoro dei cronisti ha corrisposto anche al dovere di informare i cittadini genovesi. Che molti di loro fossero in piazza a brindare la notte di Capodanno – come peraltro documentato da quella stessa stampa oggetto di arbitrarie accuse – non sposta di un millimetro, anzi, rafforza il dovere di informare su tutti i fatti relativi e successivi a quell’evento. Se ne faccia una ragione l’assessore Piciocchi. Prendiamo atto dell’annuncio dello stesso Piciocchi di avere dato mandato agli avvocati del Comune di “tutelare l’ente e le persone menzionate”. È un suo buon diritto. Se l’annuncio, tuttavia, vuole avere la funzione di un altolà rispetto all’esercizio del diritto di cronaca e a quell’incomprimibile esercizio della critica ci permettiamo di suggerire di non sprecare tempo. Ciò premesso, poiché, i giornalisti – come ogni altro cittadino che lavori – non sono infallibili non solo riteniamo legittime le critiche, ma poiché ogni ora le notizie si aggiornano, si arricchiscono di dettagli noi ogni giorno siamo e saremo pronti a qualsiasi confronto. Anche questo ci differenzia da un assessore comunale che alle critiche oppone l’invettiva».

Martedì scorso Piciocchi aveva annunciato le querele in Consiglio comunale, mentre i consiglieri di minoranza gli chiedevano informazioni sulle spese relative all’evento. Poi aveva voluto anche diramare un post Facebook e un comunicato stampa: «Oggi ho risposto in Consiglio comunale, credo in modo netto e trasparente, alle interrogazioni sul Capodanno, con riferimento alle indagini avviate dalla Procura della Repubblica. Siccome qualche amico giornalista mi ha fatto notare che sono stato duro contro la stampa, anche se in realtà ho parlato di “certa stampa”, desidero precisare meglio il mio pensiero, anche perché è ben noto il rispetto che porto al mondo dell’informazioni – ha fatto sapere Piciocchi -. Ebbene al di là del merito della questione, su cui siamo assolutamente tranquilli e del tutto collaborativi con l’Autorità giudiziaria, reputo davvero esecrabile che vengano pubblicate narrazioni del tutto fantasiose, arbitrarie, unilaterali, che non trovano alcun riscontro in atti formali. Si legge di “appalti spezzatino”, quando esiste un solo affidamento a favore dell’unico soggetto titolato alla produzione dell’evento, peraltro sotto la soglia di legge per l’assegnazione diretta; si annunciano presunti interrogatori di dirigenti, di cui si menzionano spudoratamente i nomi, che non consta neppure essere stati convocati; si vaneggia di favoritismi e turbative nella scelta di un soggetto che – piccolo particolare – è concessionario esclusivo di una rete nazionale; prima si parla di esposti che avrebbero innescato l’indagine e poi si dice che non ci sarebbero stati esposti e potrei continuare a lungo. Il tutto nella più evidente violazione del segreto istruttorio ed in spregio ai più elementari diritti costituzionali di persone serie e rigorose, come i dirigenti in questione, che vedono pubblicati i loro nomi sui giornali e a cui va tutta la mia solidarietà (motivo per cui l’Avvocatura civica ha ricevuto mandato per la tutela dell’Ente e delle persone menzionate). Io mi dissocio completamente da questo uso politico di un’indagine giudiziaria, dalle fughe di notizie solo funzionali a trarre conclusioni faziose, ovvero ad anticipare condanne, salvo poi clamorose smentite, mali purtroppo endemici del nostro Paese e che mi fanno semplicemente inorridire. E tutto questo perché? Evidentemente al solo fine di attaccare pretestuosamente la Giunta comunale e di screditare ed infangare a scopo politico un evento che ha avuto un successo enorme, con 30 mila persone in piazza, oltre 3 milioni di spettatori in media, 100 camere d’albergo occupate per 6 giorni, e che ha portato la nostra città alla ribalta nazionale. Evento la cui organizzazione rivendichiamo con orgoglio e che è stato gestito in piena trasparenza e con grande professionalità. Evidentemente a qualcuno dà fastidio. Mi tornano alla mente le celebri parole del presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro: “A questo gioco al massacro io non ci sto”».

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