Ambiente 

Il Governo Draghi impugna disposizioni sulla caccia della Regione Liguria

La Lac, Lega Abolizione Caccia: «Nove associazioni di protezione ambientale avevano inoltrato un dettagliato esposto ai ministeri competenti ai primi di gennaio, per sottolineare vari vizi di legittimità alla normativa statale su aree protette e fauna selvatica»

<Caccia, il Governo Draghi impugna alla Corte Costituzionale un articolo delle “Disposizioni collegate alla legge di stabilità per l’anno finanziario 2021”, approvata dalla Regione Liguria a fine 2020 – spiega la Lac, lega Abolizione Caccia -. Vizi di legittimità su due norme in materia venatoria: identificazione dei richiami vivi, arco temporale massimo dei periodi di caccia ad alcune specie. Ennesima débâcle legale per la nota avversione al patrimonio faunistico ligure dell’amministrazione Toti e , in particolare, per le proposte del gruppo consiliare regionale leghista».

Secondo gli animalisti, «il Governo Draghi, nell’ultima seduta del Consiglio dei Ministri , ha deliberato di impugnare un articolo in materia di caccia contenuto nella legge regionale ligure n. 32 del 29/12/2020, una sorta di collage di norme omnibus che passa sotto il nome di “Disposizioni collegate alla legge di stabilità per l’anno finanziario 2021” [Qui il link]>.

In materia di fauna e caccia, la Consulta sarà chiamata ad esprimersi sull’impugnazione del Governo riguardante l’espediente di dilatare l’arco temporale massimo per abbattere alcune specie cacciabili, suddividendo i periodi di caccia in più spezzoni temporali non consecutivi.

Inoltre, riguardo al permesso di impiegare fascette numerate di plastica per identificare richiami vivi di allevamento (al posto degli anellini metallici privi di punti di frattura), metodologia impiegata nel commercio irregolare di richiami catturati in natura con l’impiego illecito di reti, il Governo ha preso atto dell’impegno del Presidente della Regione Liguria a cancellare la norma in questione.

«Date le numerose precedenti censure della normativa ligure su queste materie da parte della Corte Costituzionale, va evidenziato l’abisso tra una produzione legislativa regionale da “dilettanti allo sbaraglio”, ed i costi sostanziosi del Consiglio regionale della Liguria e del suo apparato dirigenziale» concludono alla Lac.

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