Commercio 

La rivolta dei pubblici esercizi Confcommercio per riaprire subito

Oggi locandina sulle vetrine: <Basta #aiutisubito>. Bar e ristoranti vogliono riaprire prima del 1º giugno, data stabilita dal Governo, <per garantire l’occupazione del nostro personale che al momento non ha ancora ricevuto la cassa integrazione>, e chiedono liquidità per le imprese.
L’ordinanza della Regione Calabria, che è l’unica ad aver deciso di riaprire i locali prima della data stabilita, impugnata dall’esecutivo al Tar

<Riapriamo in sicurezza, con regole precise, indicazioni che al momento il Governo ancora non ha fornito – spiega Marina Porotto, presidente del Gruppo Giovani Fipe Confcommercio Liguria -. Serve liquidità alle imprese per ripartire, non ulteriori debiti per provvedere ai pagamenti dei mesi di chiusura. Bisogna garantire l’occupazione del nostro personale che al momento non ha ancora ricevuto la cassa integrazione>.

Nel frattempo, la corsa in avanti delle regioni di centrodestra è per ora limitata alla Calabria che ha emesso un’ordinanza che riapre i locali. Alla fine di un lungo braccio di ferro con presidente della Regione Jole Santelli, il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia, d’intesa con la Presidenza del Consiglio, ha impugnato al Tar l’ordinanza che prevede l’apertura di bar e ristoranti.
Ha preferito evitare <prove muscolari> il presidente leghista del Veneto Luca Zaia. Il presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga (anche lui Lega), che, cercando di prevenire il pressing delle categorie economiche, aveva firmato il patto tra le Regioni per chiedere al Governo maggiori libertà per la fase 2, ha commentato: <Penso sia sbagliato alimentare conflittualità da chiunque arrivi, per questo servono regole chiare altrimenti questa conflittualità continuerà>. Il presidente della Liguria Giovanni Toti, anche lui di centro destra, che aveva annunciato valutazioni su possibili anticipazioni delle aperture sulla base dei primi risultati della fase 2, per ora, nell’ordinanza di ieri, non ha fatto corse in avanti su questo tema.

<Il nuovo decreto nazionale conferma, per tutto il territorio nazionale, la sospensione delle attività del comparto dei pubblici esercizi ma, recependo una nostra proposta consente la ristorazione con asporto a partire da oggi – dicono alla Fepag genovese, realtà locale della Fipe Confcommercio -. Per agevolare una corretta informazione nei confronti della clientela abbiamo predisposto apposita cartellonistica, a disposizione dei pubblici esercizi associati>.

<Fipe Confcommercio, anche in sede di audizione alla Camera dei Deputati sul D.L. Liquidità ha denunciato con forza l’inefficacia delle misure sin qui adottate dal Governo, non sufficienti per ristorare gli esercenti dalle perdite subite durante il periodo di chiusura obbligatorio, né per agevolare una ripartenza che consenta una ripresa delle aziende stabile e duratura – dice Alessandro Cavo, presidente Fepag -. Invitiamo oggi tutti coloro che apriranno, magari solo per l’asporto e anche coloro che non hanno ancora intenzione di aprire di tirar su la saracinesca mettendo sulle vetrine la locandina “Basta #aiutisubito”. Nel frattempo FIPE farà avere al Presidente del Consiglio la petizione con le migliaia di firme in calce>

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