Cronaca 

Marassi, detenuto ingerisce lamette, dà fuoco alla cella, ferisce gravemente un agente

Un secondo agente di polizia penitenziaria ferito in maniera più lieve. Un altro detenuto, malato di epatite, ha sputa addosso agli agenti, a un infermiere e a un medico. Pagani (Uil Pa): <Situazione esplosiva. Inutili le denunce nostre e le richieste di aiuto al Dap, Dipartimento di amministrazione penitenziaria>

Un vero e proprio bollettino di guerra quello registrato nelle ultime 24 ore all’interno della casa circondariale di Genova Marassi.
A dichiararlo è Fabio Pagani – segretario regionale Uil Pa Polizia penitenziaria – dopo la grave aggressione delle ore 14:00 di ieri, quando un detenuto magrebino, in escandescenza, ha prima ingerito tre lamette, poi si è barricato in cella e le ha dato fuoco. Durante l’intervento degli agenti di polizia penitenziaria, li ha aggrediti brutalmente, provocando la rottura del setto nasale ad un basco azzurro – che, inviato al pronto soccorso ha ottenuto una prognosi di 30 giorni – e il ferimento di un altro poliziotto, per 7 giorni di prognosi>.
Subito dopo, aggiunge Pagani, un detenuto da poco arrestato, sempre di origine magrebina, già conosciuto per le sue precedenti aggressioni al personale di Polizia penitenziaria, malato di HCV ( epatite) ha sputato in faccia ad un poliziotto, a un infermiere e a un medico.
<Da tempo, ormai, lanciamo un grido di allarme, rimasto inascoltato, sulle condizioni di lavoro cui è costretta la Polizia penitenziaria all’interno degli istituti – prosegue il segretario Uil Pa -. Il preoccupante incremento di eventi critici registrato negli ultimi tre anni sembra addirittura aver subito un altrettanto angosciante aumento in questi primi mesi dell’anno e, nonostante questo, a nessuno è venuto in mente di convocare una riunione per discutere del problema. Eppure noi abbiamo fatto richieste precise ai vertici del Dap , Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, quelle di rendere noto come intendono procedere al fine di garantire l’incolumità, quali disposizioni utili a prevenire gli eventi critici si intendono impartire e quali procedure devono essere adottate durante le operazioni di servizio. Perché, intervenire così come si sta facendo, senza competenza e cognizione di causa, potrebbe essere pericoloso per se e per gli altri>.
<Al Dap, evidentemente, sottovalutano il problema o ritengono che tra i compiti istiuzionali della Polizia penitenziaria siano comprese anche le violenze e le aggressioni da parte dei detenuti – conclude sarcasticamente Pagani -. Ed è per questo che rivolgiamo un appello al Ministro della Giustizia. Questi sono veri e propri attacchi alla Stato, perché uno Stato che si rispetti non può permettere che i suoi rappresentanti siano maltrattati impunemente in questa maniera>.

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