Allerta dell’Ecoistituto: «Dopo i botti, polveri sottili e biossido di azoto a livelli critici per ore»

Dopo lo stop cautelare del Tar all’ordinanza comunale “anti-botti”, il Comune di Genova lavora a un nuovo provvedimento per Capodanno. Nel dibattito entra l’Ecoistituto di Reggio Emilia e Genova (Centro di Diritto Ambientale): i fuochi d’artificio, avverte, non sono solo una questione di rumore e sicurezza, ma anche di qualità dell’aria, con picchi di polveri sottili e biossido di azoto nelle ore successive alla mezzanotte, come evidenziato ogni anno dalle centraline ambientali

La partita dei botti di fine anno, riaperta dallo stop del Tribunale amministrativo regionale all’ordinanza comunale più restrittiva, si arricchisce di un tema che torna puntuale a ogni Capodanno: l’impatto dei fuochi d’artificio sulla qualità dell’aria. Mentre il Comune di Genova lavora a un nuovo testo per regolare l’utilizzo e la detenzione di materiale pirotecnico, l’Ecoistituto di Reggio Emilia e Genova (Centro di Diritto Ambientale) lancia un avvertimento alla sindaca Silvia Salis: i botti non incidono solo su rumore, sicurezza e benessere degli animali, ma anche sulla salute umana attraverso un incremento degli inquinanti atmosferici.

Il quadro di questi giorni è noto: ieri il Tar ha sospeso in via cautelare l’ordinanza anti-botti adottata dal Comune, accogliendo il ricorso presentato da alcune aziende del settore pirotecnico. Oggi l’amministrazione ha spiegato che il decreto, pur non ancora pubblicato sul sito, è immediatamente esecutivo e ha annunciato che è allo studio una nuova ordinanza per la notte di San Silvestro. Nel frattempo continuano i controlli contro il commercio abusivo e resta valido il regolamento di polizia urbana che vieta l’uso di petardi in presenza di altre persone.

Dentro questo contesto, l’Ecoistituto porta l’attenzione su un aspetto spesso meno “visibile” ma misurabile: le esplosioni dei fuochi d’artificio sono una fonte rilevante di polveri sottili e biossido di azoto. Secondo l’associazione, nelle ore successive alla mezzanotte le concentrazioni possono restare elevate per diverso tempo, toccando livelli potenzialmente pericolosi per la salute, come mostrano regolarmente le centraline ambientali.
I dati del Capodanno 2024: i picchi di PM2,5 misurati dal monitoraggio popolare
A rafforzare l’allarme arrivano anche i numeri registrati nell’ultimo Capodanno da una rete di monitoraggio popolare che misura in tempo reale le polveri ultrasottili PM2,5. Secondo questi dati, il “Guinness” in provincia di Genova sarebbe stato a Bogliasco, dove la centralina di via Mazzini avrebbe rilevato per circa mezz’ora “botti a raffica” con un picco di 780 microgrammi per metro cubo.
Al secondo posto risulterebbe Fegino, sulle alture della Val Polcevera, con 463 microgrammi per metro cubo. Viene segnalato anche un valore “fuori gara” in via Dino Col, dove un anticipo di botti alle 21:51 del 31 dicembre 2023 avrebbe fatto registrare un picco di 723 microgrammi per metro cubo; allo scoccare della mezzanotte, però, nello stesso punto il valore si sarebbe fermato a 67 microgrammi per metro cubo.
Nel levante genovese, a Quarto (sito di fondo urbano), 43 minuti dopo la mezzanotte le PM2,5 avrebbero raggiunto 72 microgrammi per metro cubo. A Genova, tra i punti citati, il valore più basso sarebbe stato in via Pagano Doria con 44 microgrammi per metro cubo.
Il confronto con Livorno – indicata come più “sobria” – riporta valori inferiori: in zona Municipio un massimo di 41 microgrammi per metro cubo, e in zona Barchette 32 microgrammi per metro cubo.
Nei grafici del monitoraggio, viene ricordato che la linea rossa continua indica l’attuale limite per le PM2,5: 25 microgrammi per metro cubo.
Il messaggio – indirizzato alla sindaca – è chiaro: se la città sta riscrivendo le regole, l’argomento non può essere ridotto a un braccio di ferro tra diritto di festeggiare, tutela degli animali e interessi commerciali. In gioco, sottolinea l’Ecoistituto, c’è anche la qualità dell’aria che respirano i cittadini, con un impatto che può essere particolarmente significativo per chi soffre di patologie respiratorie, per anziani, bambini e persone fragili.
Non è un caso che, nel dibattito pubblico, la questione dell’inquinamento si affianchi sempre più spesso a quella del rumore e della sicurezza: i “picchi” legati ai festeggiamenti di fine anno sono uno dei fenomeni più tipici e riconoscibili, perché concentrati in un breve arco temporale ma molto intensi. Ed è proprio questa intensità a rendere la notte di Capodanno un momento delicato per la salute collettiva, soprattutto quando le condizioni meteorologiche favoriscono il ristagno dell’aria.
Con l’ordinanza comunale sospesa e un nuovo provvedimento in preparazione, l’intervento dell’Ecoistituto aggiunge dunque un ulteriore elemento al mosaico: la necessità di valutare le scelte non solo in termini di ordine pubblico, ma anche di prevenzione sanitaria. Un tema che potrebbe pesare nelle prossime ore, mentre il Comune lavora a regole più snelle e “tenute” sul piano giuridico, ma chiamate comunque a dare un segnale di tutela verso le fasce più deboli della popolazione.
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