Facce de Zena 

Artribune sceglie Genova: Giacomo Montanari “assessore alla Cultura dell’anno” nel Best of 2025

La sindaca Silvia Salis parla di un riconoscimento che premia energia, competenza e capacità di fare rete. Montanari ringrazia la “squadra genovese” – fondazioni, teatri, Palazzo Ducale, musei e uffici comunali – e guarda alle sfide del 2026, con il ventennale del riconoscimento Unesco dei Rolli

Genova chiude l’anno con una “menzione d’autore” che vale più di una medaglia simbolica: è un segnale, un termometro di attenzione nazionale. Nel suo tradizionale “Best of”, la rivista Artribune ha acceso i riflettori su Giacomo Montanari, indicandolo come assessore alla Cultura dell’anno 2025 e invitando a seguire con attenzione la sua nomina – avvenuta lo scorso giugno – nella giunta guidata dalla sindaca Silvia Salis.

La scelta non riguarda soltanto un nome, ma un’idea di governo culturale: mettere competenze tecniche al centro e trattare il patrimonio come una leva viva, capace di generare identità, partecipazione, turismo e lavoro. Artribune inquadra Montanari come storico dell’arte classe 1984 e come figura chiave nel “sistema Rolli”, a partire da un’intuizione che ha cambiato il rapporto fra città e palazzi storici: i Rolli Days, diventati negli anni un appuntamento di massa e un volano di visibilità per Genova.

La lettura di Salis: “Orgoglio per la città, ora sfide decisive”

Nella reazione istituzionale, Silvia Salis lega il riconoscimento a un bilancio di questi primi mesi: “energia”, “competenza”, una spinta concreta a fare rete. Il punto, nelle parole della sindaca, è che la cultura non è un capitolo accessorio ma un ambito “fondamentale”, in grado di orientare il futuro della città. Ed è proprio su questo che Salis insiste: la nomina di Montanari, oggi valorizzata da Artribune, viene letta come una scelta di campo per rafforzare Genova come riferimento culturale nazionale e internazionale.

Montanari: “Un premio che nasce da una squadra”

Da parte sua, l’assessore non personalizza la vittoria: la dilata. Ringrazia la redazione per la menzione, ma subito sposta il baricentro sul lavoro collettivo. Nel suo elenco compaiono la rete delle fondazioni e dei grandi presìdi culturali (dal Teatro Carlo Felice al Teatro Nazionale), Palazzo Ducale, gli uffici comunali delle politiche culturali e dei musei: una “macchina” che – quando funziona – trasforma eventi e programmi in risultati tangibili. È un modo di restituire il premio alla città, e allo stesso tempo di tracciare una direzione: valorizzazione non come slogan, ma come lavoro quotidiano, coordinamento, visione.

“Menzione” anche a Genova: una costellazione di luoghi e progettualità

C’è poi un passaggio che pesa quasi quanto la nomination personale: Artribune sottolinea che anche Genova merita attenzione, citando un ecosistema fatto di istituzioni e spazi che, in modi diversi, tengono alta l’offerta culturale. Nel perimetro indicato rientrano l’attività di Palazzo Ducale (con la direzione di Ilaria Bonacossa), il Museo Diocesano, Palazzo Reale, una galleria come Pinksummer e realtà come il MAIIIM, tra le altre. È la fotografia di una città che smette di essere “tappa laterale” e torna a candidarsi come destinazione culturale piena, con un calendario che non vive soltanto di picchi stagionali.

Il 2026 e il “fattore Rolli”: l’anniversario UNESCO come banco di prova

Nel commento dell’assessore, lo sguardo corre già al prossimo anno: più sfide, più appuntamenti, e un passaggio simbolico che può diventare strategico. Il 2026 segna infatti i vent’anni dal riconoscimento UNESCO dei Rolli (ottenuto nel 2006): un’occasione che, se ben costruita, può trasformarsi in un racconto internazionale della città e in un’accelerazione di progetti, collaborazioni, aperture e programmi educativi.

In controluce, questa “incoronazione” racconta una scommessa che va oltre la rassegna stampa: la cultura come infrastruttura. Non solo mostre e festival, ma una politica capace di tenere insieme grandi istituzioni, musei, teatri, quartieri, operatori e pubblico. Inserendo Montanari nel suo Best of, Artribune certifica che Genova è entrata nel radar di chi osserva da vicino il sistema dell’arte e delle città. La sfida adesso è far sì che l’attenzione non resti un titolo di fine anno, ma diventi continuità, progetti e risultati misurabili.


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