Oggi a Genova 

Bilancio, Consiglio comunale a oltranza: notte in aula tra ostruzionismo e “muro” della maggioranza

La discussione sul bilancio di previsione si è trasformata in una vera prova di resistenza. In Consiglio comunale prosegue a oltranza il voto su ordini del giorno ed emendamenti: una maratona iniziata ieri alle 9:00 e andata avanti senza interruzione notturna, tra richieste procedurali, appelli ripetuti per verificare il numero legale e un clima sempre più teso tra maggioranza e opposizione

Sul tavolo ci sono poco meno di 950 documenti, in gran parte presentati dalla minoranza, che continua a chiedere che ogni atto venga esaminato e votato singolarmente, senza accorpamenti. Una scelta che allunga inevitabilmente i tempi e che la maggioranza interpreta come una strategia di rallentamento dei lavori. Il braccio di ferro non riguarda più solo i contenuti del bilancio, ma anche la conduzione della seduta e il modo di utilizzare gli strumenti regolamentari.

La notte del bilancio: quorum “blindato” e giunta presente

Con il passare delle ore, la partita si è spostata sul terreno della tenuta numerica. La maggioranza ha mantenuto un controllo stretto delle presenze per non rischiare mai di scendere sotto il numero legale, soprattutto dopo che l’opposizione ha chiesto più volte l’appello, uscendo dall’aula per mettere pressione. Le presenze, però, sono sempre risultate sufficienti.

In aula sono rimasti anche diversi assessori, pur non avendo diritto di voto. Nella notte non si sono praticamente alzati dai banchi della giunta Rita Bruzzone, Massimo Ferrante e Davide Patrone. Stamattina alle 7:30 sono tornati anche Alessandro Terrile (vicesindaco e assessore al Bilancio), Cristina Lodi, Arianna Viscogliosi ed Emilio Robotti. A lungo è rimasta in aula, pur avendo un bimbo piccolo, l’assessora Francesca Coppola. Tra i consiglieri presenti alla lunga notte anche l’altra neomamma, Francesca Ghio, capogruppo di Avs.

A mezzanotte, in un gesto diventato il simbolo della nottata, la sindaca Silvia Salis è rientrata in aula portando cioccolata calda e biscotti e ha poi trascorso la notte in Sala Rossa, restando fino alle 7:30. Anche il suo voto è decisivo nel conteggio dei presenti e per questo la maggioranza ha ridotto al minimo spostamenti e uscite: “anche per andare in bagno non possono uscire più di due alla volta”, è il commento che circola tra i banchi.

Nel frattempo, qualcuno ha ordinato una pizza e anche la segreteria generale ha garantito la presenza continuativa con turnazioni; stamattina è rientrato il segretario generale Pasquale Criscuolo.

La nottata è proseguita tra piccole scaramucce, voti e tanti post social di maggioranza e opposizione.

A che punto è la maratona

Alle 8:00 il Consiglio era arrivato a votare 442 documenti su poco meno di 950. Solo Sergio Gambino (Gruppo Misto) ha accettato l’accorpamento di una decina di suoi ordini del giorno, mentre per il resto la minoranza non ha cambiato linea: ogni documento va discusso e votato da solo.

È stata decisa una pausa tra le 8:30 e le 9:30 (in realtà il consiglio si è momentaneamente interrotto alle 8:20), ma il percorso resta lungo e l’obiettivo della maggioranza è evidente: andare avanti fino a chiudere l’iter senza lasciare spazio a ulteriori slittamenti.

Alle 9:20, quando la seduta è stata sospesa per un’ora dei 455 ordini del giorno posti in votazione finora, 395 sono stati approvati e 60 respinti.

Una volta terminata la votazione dei restanti 432 ordini del giorno, per un totale di 887, si passerà agli emendamenti.

Presenze e assenze nei gruppi

Nell’opposizione, non si sono mai allontanati dall’aula i consiglieri di Fratelli d’Italia Alessandra Bianchi, Valeriano Vacalebre e Nicholas Gandolfo (uscito intorno alle 7:30), oltre a Vincenzo Falcone (Noi Moderati) e Paola Bordilli (Lega). In mattinata sono tornati dopo una pausa Mario Mascia (Forza Italia) e Mauro Avvenente (Vince Genova). Risultano invece assenti dall’avvio della seduta l’onorevole-consigliera Ilaria Cavo (Noi Moderati) e Davide Falteri (Vince Genova).

La decisione che ha cambiato tutto: si vota anche di notte

La scelta di proseguire senza stop è maturata ieri sera, quando la maggioranza ha deciso di non rispettare l’idea iniziale di chiusura alle 23 e ha portato in aula una mozione d’ordine per continuare “a oltranza”.

A proporla è stata Martina Caputo (Partito Democratico): “Come gruppi di maggioranza… non abbiamo nessun interesse né motivi di abbandonare l’aula… chiedo all’aula di esprimersi per andare ad oltranza”.

A sostegno è intervenuto Filippo Bruzzone (Lista Silvia Salis Sindaca), rivendicando il dovere di approvare il bilancio e ricordando tentativi di mediazione: “Abbiamo tentato più volte di arrivare a un accordo politico con l’opposizione… offrendo più tempo per parlare… alla fine l’opposizione ha deciso di dirci di no”. Poi l’attacco al comunicato dell’opposizione: “Vergognoso… anche nei confronti di persone che lavorano… e si vedono arrivare un comunicato stampa che ha un attacco frontale alla dignità delle persone. E allora… c’è un’unica soluzione… andare a oltranza”.

Dall’altra parte, Mauro Avvenente ha contestato il cambio di impostazione in corsa: “A fronte di un impegno preciso… rimettere in discussione la questione mi sembra veramente disdicevole… auspico che si possa recuperare un minimo di serenità… però mi pare che le condizioni non ci siano”.

Contraria anche Alessandra Bianchi, che ha sostenuto che la programmazione della seduta sia prerogativa della presidenza e non materia da voto d’aula: “Ritengo che sia illegittimo porre in votazione una questione che è di esclusiva competenza del Presidente…”.

A favore è intervenuta Francesca Ghio (Alleanza Verdi e Sinistra), che ha accusato la minoranza di voler bloccare l’ente: “Siamo al punto di bloccare… la sesta città d’Italia… per una vendetta quasi personale… allora dimostrate quello che avete promesso… li votiamo anche stanotte, uno alla volta”.

La segreteria generale ha spiegato che la mozione d’ordine era ammissibile perché attinente all’ordine dei lavori. Il voto ha dato ragione alla maggioranza: 22 favorevoli e 12 contrari. Da lì, seduta senza stop.

“Muro contro muro” e una frattura istituzionale

Alla base dello scontro resta il mancato accordo tra presidenza e minoranza sulle modalità di voto, con un rapporto ormai logorato tra il presidente del Consiglio comunale Claudio Villa e l’opposizione, che ne critica apertamente la gestione. L’ostruzionismo della minoranza, rispetto ai passati cicli amministrativi (anche a quelli “pre Bucci”, quando il centrodestra era all’opposizione), ha cambiato modalità sin dall’inizio di questo ciclo e in questa votazione si è ulteriormente esacerbato, condotto più che nel merito, con continue interruzioni attraverso mozioni nell’ordine dei lavori, più o meno proprie. Dall’altra parte c’è un presidente del consiglio che applica la linea dura, anche con qualche inciampo che lascia ampio spazio alle polemiche del centrodestra.

In passato, anche quando il centrosinistra sedeva in minoranza, i bilanci avevano visto scontri duri e pacchetti di documenti molto voluminosi, ma alla fine si trovavano formule di compromesso per accorpare almeno parte delle votazioni. Stavolta, invece, la contrapposizione è totale.

Cosa succede ora

La maratona prosegue con due linee contrapposte: la minoranza che rivendica il voto separato su ogni atto e la maggioranza che risponde con l’oltranza, trasformando la seduta in una prova di forza e di resistenza.

Per la città, la conseguenza è una sola: finché non si arriverà al voto finale sul bilancio, l’aula resterà il centro di un confronto serrato, dove il tempo e il confronto “a squadre” – più ancora dei contenuti – è diventato la vera posta in gioco. Resta da capire quanto gli elettori al netto delle posizioni politiche, comprendono e condividono le modalità in atto.


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