Centro storico, stretta sullo spaccio: 23 misure cautelari dopo l’inchiesta su via Prè. Cessioni anche a minori sotto i 14 anni – VIDEO

I carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Centro e polizia locale del Gocs hanno eseguito un’ordinanza del giudice per le indagini preliminari. Contestate oltre 1.600 cessioni tra cocaina, crack ed eroina. Una donna forniva a tutti supporto logistico custodendo denaro e mettendo al riparo oggetti ed effetti personali dei pusher

Un colpo deciso al commercio di droga nel centro storico genovese. Nel pomeriggio del 15 dicembre i militari del Nucleo Operativo della Compagnia di Genova Centro, insieme al personale della Polizia Locale di Genova, hanno dato esecuzione a un provvedimento di custodia cautelare emesso dall’Ufficio del giudice per le indagini preliminari del Tribunale nei confronti di 23 persone. L’ordinanza arriva al termine di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Genova e condotta con l’obiettivo di contrastare lo spaccio nelle zone più sensibili del centro storico.

Il focus su via Prè e un “punto di appoggio” vicino a un locale

Le attività investigative – avviate nel 2022 e portate avanti congiuntamente dai carabinieri del Nucleo Operativo e dal Gocs, Gruppo Operativo Contrasto Stupefacenti del Nucleo Centro Storico della Polizia Locale – sono partite dall’analisi e dal monitoraggio di via Prè, area da tempo al centro di segnalazioni e interventi.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, l’attenzione si è concentrata in particolare sulla presenza costante di numerosi soggetti, per lo più stranieri, all’interno e nelle immediate vicinanze di un ristorante etnico senegalese. Un punto che, stando all’indagine, sarebbe stato utilizzato anche per occultare dosi di stupefacente e rendere più difficili i controlli.
Le indagini – svolte con attività tecniche affiancate a servizi tradizionali di osservazione, controllo e pedinamento – avrebbero permesso di delineare un quadro di spaccio quotidiano, con soggetti che gravitavano stabilmente intorno al locale e cedevano soprattutto cocaina, crack ed eroina. In pochi mesi, viene riferito, sarebbero state annotate e contestate oltre 1.600 cessioni avvenute nelle immediate adiacenze dell’esercizio commerciale.
Il ruolo della titolare: “Mamma” e il sospetto di riciclaggio
Nel fascicolo figura anche la titolare del locale, indagata per riciclaggio. Secondo l’impianto investigativo, la donna – soprannominata “Mamma” – avrebbe favorito l’attività degli indagati offrendo supporto logistico: in particolare custodendo denaro ritenuto provento dello spaccio e mettendo al riparo oggetti ed effetti personali dei pusher, comprese le chiavi di casa. Un dettaglio, questo, ritenuto significativo perché avrebbe potuto impedire agli investigatori di risalire con tempestività ai domicili dove, secondo l’ipotesi accusatoria, venivano custodite quantità più consistenti di sostanza stupefacente.
Sempre secondo quanto emerso, la donna avrebbe aiutato anche nel reperimento di abitazioni per connazionali e nella gestione di controversie con proprietari di immobili, soprattutto quando questi ultimi venivano coinvolti in operazioni di polizia giudiziaria.
“Scelta del venditore” e dosi nel cavo orale: la strategia per eludere i controlli
Il monitoraggio costante degli investigatori avrebbe evidenziato una dinamica che si intensificava nelle ore serali e nei weekend: la presenza dei soggetti dediti allo spaccio, già rilevante, aumentava drasticamente. In più occasioni, viene riportato, i consumatori sarebbero stati visti scegliere da chi acquistare, contrattando quantità e prezzo sul posto.
Per eludere i controlli e ridurre il rischio di sequestri, gli indagati – stando alla ricostruzione – avrebbero adottato una modalità particolarmente insidiosa: tenere le dosi confezionate nel cavo orale, estraendole solo al momento della vendita e mostrandole all’acquirente.
Episodi con minori e acquisti “in famiglia”
Nell’analisi delle immagini e degli accertamenti svolti, gli investigatori segnalano anche episodi che aggravano il quadro sociale e di rischio: in un caso sarebbe stata documentata una cessione di crack a un ragazzo di 13 anni, accompagnato da un amico di 14. In un’altra circostanza, un consumatore di circa 45 anni avrebbe acquistato crack in pieno giorno mentre teneva in braccio il proprio figlio.
I numeri dell’inchiesta e le misure disposte
L’indagine, conclusa nel 2023, ha prodotto un bilancio significativo: complessivamente 70 arresti in flagranza durante l’attività, circa 15 chili di sostanza sequestrata tra cocaina ed eroina e 100 mila euro ritenuti provento dell’attività illecita.
Sulla base delle risultanze raccolte e riassunte nella richiesta della Procura di Genova, il giudice per le indagini preliminari ha disposto la custodia cautelare: per 22 persone la misura carceraria, per una persona gli arresti domiciliari. Come previsto, gli indagati devono essere considerati presunti innocenti fino a eventuale condanna definitiva.
Un’indagine “a due uniformi” sul cuore della città
L’operazione viene indicata come un ulteriore tassello nel contrasto al traffico di stupefacenti e, al tempo stesso, come conferma dell’attenzione delle istituzioni sul centro storico: un contesto complesso, dove lo spaccio alimenta degrado, conflitti e insicurezza percepita. Centrale, in questa inchiesta, anche la collaborazione tra Arma dei carabinieri e Polizia Locale, che hanno lavorato in modo congiunto sotto il coordinamento della Procura genovese.
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