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Frana di Capolungo, sono passati 9 anni senza gli interventi intimati dal Tribunale e nonostante le raccomandazioni dell’Università

Ieri, in consiglio comunale, una mozione di Cristina Lodi ha ricordato tutto l’iter, chiedendo di metter mano ai lavori secondo il progetto già presente. La maggioranza ha tentato di emendarla, quindi ha prodotto un ordine del giorno che ha votato, bocciando la mozione che avrebbe impegnato il Sindaco e la giunta. L’ordine del giorno, per sua natura, si limita a una manifestazione di sentimenti del Consiglio Comunale. Le case restano inagibili e ora pare che il Comune voglia comperarle per demolirle mentre l’indicazione tecnica è quella di metterle in sicurezza come primo intervento prima di procedere al consolidamento della falesia. Nel gennaio del 2022, in occasione dell’8º anniversario del crollo, i proprietari (quattordici gli sfollati di cui solo due nel frattempo sono potuti rientrare nelle loro case) lanciarono un appello, nei fatti, fino ad oggi, caduto nel vuoto perché gli interventi non sono nemmeno ancora stati appaltati

La frana avvenne il 19 gennaio 2014. La mozione che la riguarda è stata presentata ieri in consiglio comunale dai consiglieri del Pd, prima firmataria Cristina Lodi. La mozione, in sintesi, riporta quanto segue: «Visto che, nell’anno 2022, a seguito dell’ottavo anniversario della frana i proprietari delle abitazioni interessate, scrissero una lettera pubblica al sindaco a seguito della quale ottennero un incontro con l’assessore Piciocchi, il quale comunicò l’intenzione del Comune di procedere non con l’appalto della progettazione già ultimata, ma con una progettazione ex novo nell’intervento di protezione del piede della frana, meno costoso; tenuto conto che le risultanze del monitoraggio continuo da remoto, realizzato dal DICCA (Dipartimento di ingegneria civile, chimica e ambientale dell’Università di Genova) segnalano – da ultimo con rapporto del 28 aprile 2021 – come “in generale si rileva un costante aumento dell’apertura e dello scorrimento delle lesioni, circostanza che delinea un progressivo e costante aggravamento del danno” e che “tale tipo di evoluzione è destinata, in tempi non valutabili dal semplice esame dei dati rilevati, ad evolvere in un collasso più o meno esteso delle strutture modificate”, s’impegna sindaco e Giunta: “in adempimento a quanto intimato dal Tribunale di Genova nel 2016, ad avviare la gara di affidamento dei lavori entro febbraio 2023 (la mozione è passata molto tempo dopo rispetto a quando è stata proposta ed è stata auto emendata da Lodi sostituendo a quella data l’aprile 2023 n. d. r.), mettendo in appalto il progetto già validato dal Comune stesso nel 2021».

Sulla mozione è stato presentato dalla maggioranza un emendamento non accettato da Lodi. Il consigliere Nicholas Gandolfo di Genova Domani ha chiesto di trasformarlo in un ordine del giorno. La giunta, tramite l’assessore Matteo Campora (in sostituzione del vicesindaco e assessore ai lavori pubblici Pietro Piciocchi, ieri non presente in consiglio per motivi di servizio), ha espresso parere favorevole all’ordine del giorno e contrario alla mozione. L’ordine del giorno è stato approvato con 24 voti favorevoli della maggioranza mentre si è astenuta dal voto l’opposizione. La mozione con parere contrario della Giunta è stata respinta con 25 voti della maggioranza e 13 voti a favore dell’opposizione.

Il vicesindaco Piciocchi, contestando le accuse di inerzia dei proprietari delle case, aveva dichiarato ai media nel gennaio scorso che alcuni beni sono di proprietà del Demanio. Aveva detto anche di aver scritto a quest’ultimo per porre il problema di chi deve affrontare i costi e che era stato inviato il progetto alla Regione per la valutazione dell’impatto ambientale, spiegando che non appena fosse arrivato il via libera (ieri in consiglio è stato detto che la Via regionale sarebbe stata ottenuta), sarebbe stato messo a gara un intervento da circa 1,5 milioni di euro.

Per quanto riguarda la messa in sicurezza dei fabbricati, aveva anche spiegato Piciocchi, ci sono questioni di competenza e costi che complicano la situazione. L’intervento sulla ristrutturazione della falesia è molto complesso e costoso, con un costo stimato di circa 7-8 milioni di euro. Inoltre, comporterebbe l’occupazione permanente di un tratto dell’Aurelia, che diventerebbe a senso unico alternato. Pertanto, il Vicesindaco aveva sottolineato la necessità di analizzare la vicenda mettendo sul piatto costi e benefici per la collettività.

Il crollo della falesia di Camogli, che ha trascinato in mare oltre 200 salme (molte delle quali mai ritrovate) getta una luce sinistra sulla tenuta della nostra costa. Sopra la frana di Capolungo ci sono sia la strada statale (l’Aurelia) sia la ferrovia.

Sotto: la mozione del Pd (bocciata dalla maggioranza) che ripercorre tutta la storia

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