A Villa Croce da venerdì “picking a blu” nella project room dell’Accademia Ligustica
Venerdì 14 giugno inaugura picking a blue, un allestimento pensato dal collettivo Casainternet per la project room dell’Accademia Ligustica a Villa Croce, negli spazi della mansarda

La presenza della Ligustica all’interno del Museo di Arte Contemporanea della città conferma la vocazione dell’istituzione e il proprio approccio alla didattica, nel caso specifico della project room delle scuole di Nuove Tecnologie dell’Arte e Didattica dell’Arte, rispettivamente sotto la direzione dei docenti Simona Barbera e Cesare Viel.
Lo spazio si presenta come un laboratorio didattico ‘work in progress’, nel quale si svolgono attività di ricerca, workshop e sviluppo di progetti artistici: la stanza vuota come straordinaria metafora viva dello spazio vitale necessario a pensare e sperimentare un lavoro di ricerca.
DIDATTICA COME PROGETTUALITÀ NEL VUOTO
(A cura delle scuole di Comunicazione e Didattica dell’Arte e Nuove Tecnologie dell’Arte dell’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova)
All’interno del Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce, le scuole di Comunicazione e Didattica e Nuove Tecnologie dell’Accademia Ligustica di Belle Arti propongono un laboratorio didattico ‘work in progress’ dedicato agli studenti, nel quale si svolgeranno attività di ricerca, workshop, e sviluppo di progetti artistici coordinati dai docenti.
Sulle pareti della stanza, nel corso del tempo, si collocheranno testi e immagini che “approfondiscano”
gli elementi scaturiti dall’opera esposta: i racconti sui materiali, le riflessioni culturali attorno, tutto
l’aboutness, per citare Arthur Danto, necessario a ‘vedere’ ulteriormente l’opera.
La stanza vuota come straordinaria metafora viva dello spazio vitale necessario a pensare e
sperimentare un lavoro di ricerca. La stanza come respiro, come silenzio necessario alla parola.

#casainternet – picking a blue
L’allestimento pensato dal collettivo #casainternet per la project room di Villa Croce mette in scena
diversi elementi accomunati da un ricorrente, quasi ossessivo, interesse di fondo: la volontà di
indagare i nessi, lo spazio infrasottile e intangibile, tra il gesto digitale e il supporto fisico.
Il discorso attorno agli oggetti e ai materiali – intesi come catalizzatori formali delle strutture di
pensiero – costituisce la centralità di ogni intervento, rivelando allo stesso tempo la sua origine nello
spazio vivo di una casa condivisa.
Tutti gli elementi esposti sono già passati al vaglio della pubblicazione online (hashtag casainternet) e
per la prima volta vengono raccolti e installati in un contesto museale sotto l’unico titolo di picking a
blue, letteralmente “iniziare una discussione o una battaglia”.
Il titolo prende ironicamente a campione il Chroma Key (o Blueback), stratagemma tecnico per la
simulazione di panorami digitali, come un possibile scenario per organizzare temporaneamente
oggetti, appunti visivi, utensili-dispositivo, che si disgregheranno nuovamente al loro ritorno a casa. Il
colore blu (#0000FF) proiettato dai dispositivi digitali presenti in mostra dialoga con le
micro-installazioni, fino ad oggi diffuse ed esperite unicamente online, attraverso il monitor,
costituendo di fatto un ribaltamento sostanziale.
L’elaborato principale, una superficie-pelle costituita da tasselli di bottiglie di plastica cuciti tra loro, rimarca le istanze attorno alle quali #casainternet opera: una certa economia dei mezzi, la fluidificazione della griglia modernista, l’impenetrabilità dell’interfaccia, trasparenza e tasportabilità, tessitura e ornamento, un rinnovato interesse per la percezione aptica, screensaver, digital comfort e kitsch.
A completare l’allestimento alcune opere della collezione del museo si innestano invisibilmente nel percorso espositivo.
#casainternet è affezionata a quelle esperienze che trovano nella cornice vernacolare un prolifico laboratorio di idee: dalle decorazioni di Villa Santo Sospir ad opera di Jean Cocteau (la cosiddetta casa “tatuata”) ai duo-dessin di Hans Arp e Sophie Taeuber, da casa Guggenheim a palazzo Fortuny, passando per le peregrinazioni messicane di Anni e Josef Albers, il giardino di casa Jorn, fino ai recenti interventi del duo 0100101110101101.org.

Inaugurazione venerdì 14 giugno, ore 17. Visitabile fino a domenica 14 luglio. Aperture: venerdì 14.00 – 18.00 / sabato e domenica 10.00 – 18.00
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